"Il parto è l'unico appuntamento al buio in cui sei certa che incontrerai l'amore della tua vita"
Alessandro nelle settimane successive non provò a mettersi in contatto con me.
Le mie giornate erano diventate monotone, la notte non riuscivo a dormire e ogni ora controllavo i messaggi e le e-mail con la speranza di leggere qualcosa scritto da lui.
Avevo un disperato bisogno di sentire la sua voce, di leggere le sue parole... Avevo bisogno di lui.Una notte iniziai ad avvertire forti dolori alla pancia.
Mancavano ancora due giorni al termine della gravidanza eppure quelle mi sembravano proprio contrazioni.Con tutto quello che era successo non avevo avuto nemmeno il tempo di prepararmi psicologicamente al parto.
E ora mi trovavo completamente impreparata.Mi alzai con fatica dal letto e iniziai a passeggiare per il corridoio cercando di cronometrare la distanza tra una fitta e l'altra.
Il tempo mi sembrava troppo elevato eppure non ero tranquilla.<<Bea, va tutto bene?>> mi chiese Megan che nel frattempo si era svegliata.
<<Non lo so>> confessai <<Scusa, non volevo svegliarti ma non so cosa mi stia succedendo>>
Non feci in tempo a terminare la frase che una forte fitta mi obbligò ad aggrapparmi al tavolo.
<<Credo che dovremmo andare in ospedale>>
<< No, credo che manchi ancora un bel po'... Non mi terranno dentro>>
<<Meglio esserne certe però>> ribatté lei.
Alla fine accettai di andare in ospedale dove un'infermiera assonnata mi condusse nel reparto di ginecologia.
Erano le tre di notte.<<Mmm>> disse la ginecologa mentre mi visitava <<Le bambine stanno bene e ormai credo che siano pronte per nascere anche se lei non è ancora abbastanza dilatata>>
<<Quindi?>>
<<Quindi credo che la terremo in osservazione per questa notte e domani mattina, a seconda della sua dilatazione, decideremo se ricoverarla o dimetterla>>
Mi lasciai sprofondare sul lettino.
Non avrei resistito tutta la notte con quei dolori anche perché sapevo che il peggio doveva ancora venire.
In più non avevo ancora finito di preparare la mia valigia per il ricovero.
Dio, era la persona più disorganizzata del mondo.
Pregai Megan di infilarci dentro gli indumenti mancanti e portarmi la valigia in ospedale; nel frattempo io fui collocata in una stanza con altri due letti che fortunatamente non erano occupati.Le ore successive passarono molto lentamente, mi sentivo tremendamente sola ma nonostante tutto non vedevo l'ora di conoscere le mie bambine.
La mattina i dottori videro che mi ero dilatata abbastanza per rimanere in ospedale e mi consigliarono di iniziare a passeggiare.
Bastarono due giri per le corsie dell'ospedale perché mi si rompessero le acque.
Dei dolori lancinanti mi fecero quasi cadere a terra così le infermiere furono obbligate a mettermi su una carrozzina nell'attesa che venisse preparata la sala parto.<<Vuole chiamare qualcuno?>> Mi domandò una ragazza con fare gentile .
<<Sì>> risposi e, senza pensare digitai il numero di Alessandro.
Non rispose nessuno.
Mi stava ignorando.Senza pensare digitai il numero di Brian.
<<Pronto>> rispose dopo un po' con una voce assonnata.
<<Brian sono Bea>> cercai di dire tra un dolore e l'altro.
<<Bea? Che c'è? Stai male?>>
<<Stò per partorire Brian, ti prego vieni in ospedale>>
Stavo singhiozzando e avevo paura.
Ero completamente pervasa dal dolore.<<Stai calma, arrivo subito>>
<<Signorina, la sala parto è pronta>>
Mi informò l'infermiera mentre spingeva la carrozzina in una stanza che sembrava simile alle sale operatorie.
<<Ciao, io sono Paula e sarò la tua osterita>>
Si presentò esattamente come si presentano le cameriere nei ristoranti americani: "Ciao io sono Paula e questa sera sarò la vostra cameriera".
Chissà magari per arrotondare faceva la cameriera. Mi sarebbe piaciuto chiederglielo se non fossi stata già abbastanza impegnata a tentare di sopravvivere a quei dolori.
E di sicuro in quel momento avrei preferito stare in un ristorante.
In un occasione normale avrei anche potuto ridere di quei miei pensieri insensati.<<Come ti senti?>>
<<Come se mi stessero spezzando le ossa. Ripetutamente>> risposi d'un fiato prima di urlare dal dolore.
<<Ok, è normale>> mi rassicurò lei <<Sei già parecchio dilatata quindi non dovrebbe durare molto>>
Intanto io avevo inziato a contorcermi sul letto e a stringere le lenzuola.
Niente sembrava potermi calmare.<<C'è un ragazzo che vorrebbe entrare, dice di chiamarsi Brian>>
Mi disse dopo un po' di tempo.<<Sì! Sì!>> esultai con la poca voce che mi era rimasta <<Fatelo entrare, vi prego>>
Tempo qualche secondo e Brian fu accanto al mio letto.
<<Mi dispiace tanto>> singhiozzai <<Mi sono comportata in maniera orribile>>
<<Va tutto bene. Adesso pensa solo a partorire>> disse dandomi un bacio sulla fronte.
Le contrazioni ormai erano sempre più intense e vicine tra loro.
Il medico e l'ostetrica mi esortarono a spingere per un tempo che mi sembrò interminabile.<<Forza!Vedo la testa della prima bambina>>
Diedi la spinta decisiva e vidi un batuffolo rosso scivolare nelle mani del dottore.
Non appena la vidi scoppiai a piangere esattamente come la bambina appena nata.
<<Bea, coraggio un ultimo sforzo>>
Spinsi per l'ultima volta e immediatamente venne estratta la bambina. Mia figlia.
Me le misero entrambe in braccio e in quel momento scomparve tutto.
Non esistevano più i problemi e il dolore sembrava scomparsa.
C'eravamo solo noi tre.Non riuscivo a credere che stavo stringendo le mie figlie.
Erano bellissime.
Avevano entrambe gli occhi azzurri ma una era quasi del tutto pelata mentre l'altra aveva un ciuffo di capelli rossi.<<Sono stupende>> mi assicurò l'ostetrica <<Adesso la riportiamo in camera e facciamo loro il bagnetto>>
Quando fui nella mia stanza chiusi gli occhi incredula e ripensai ai momenti che avevo vissuto.
Li avrei sicuramente ricordati per il resto della mia vita.<<Hai visto come sono belle le tue nipotine,Brian?>>
Chiesi quando mi riportarono le bambine.<<Certo>> rispose commosso.
<< Vuoi prenderne in braccio una?>>
<<Va bene>> accettò predendo tra le braccia la bimba con i capelli rossi.
<<Hai già pensato ai loro nomi>>
Le osservai per un momento entrambe.
<<Sì>>
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9 MESI PER CRESCERE
Teen FictionLEGGI, NON TE NE PENTIRAI! Beatrice ha trascorso un'indimenticabile notte di passione con un ragazzo più grande di lei e ora è alle prese con le conseguenze di quella notte: è incinta. Non può contare su sua madre, il padre non l'ha conosciuto e non...