LA CONFESSIONE

5.5K 207 3
                                    

<<Ecco>> iniziai titubante << quando ero in Italia è successa una cosa>>

<<Che genere di cosa?>>

<<Ho conosciuto un ragazzo davvero molto speciale, l'unico con il quale mi sentivo libera di parlare... così abbiamo iniziato a passare del tempo insieme e... insomma... sono incinta>>

L'ultima parola quasì mi morì in gola.
Sapevo che nulla sarebbe più stato come prima.
Gli occhi di Margareth e Brian erano fissi su di me, mi guardavano allibiti.
Ecco, i miei genitori adottivi avevano fatto di tutto per indirizzarmi sulla buona strada ed ora mi ritrovavano incinta senza nemmeno il padre dei miei bambini.

Inaspettatamente mia madre mi abbracciò, non disse nulla. Si limitò a stringermi tra le sue braccia.

<<Raccontami tutto, tesoro>> disse al termine di quell'abbraccio.

Spiegai loro tutto ciò che era successo, i miei sentimenti verso Alessandro, la mia incapacità di dirgli che ero incinta, gli raccontai di quando avevo scoperto di aspettare due gemelli e della mia paura di diventare come mia madre.

<<Bea, tu non diventerai come tua madre>> mi consolò Brian << Noi ci saremo sempre ad aiutarti. Quì non sei sola>>

<<Grazie>> dissi singhiozzando.
<<Non volevo che andasse a finire così, non volevo deludervi>>

<<Ma tesoro,tu non ci hai deluso>> mi assicurò mia madre abbozzando un sorriso << Sei una bellissima ragazza, sia esteriormente che interiormente e diventerai  sicuramente un'ottima madre>>

Mi sentivo più leggera e meno sola.
Finalmente sapevo di poter contare su qualcuno.

Brian mi aiutò a portare le valigie al piano superiore dove la mia camera era rimasta intatta.

<<Dove vuoi che le appoggi?>> Mi chiese indicando le valigie.

<<Mettile pure sul letto, grazie>>

Notai che ora mio fratello mi osservava con occhi diversi, quasi come uno scienziato che sta studiando un processo a lui sconosciuto.
Uscito dal suo pseudo stato di trans si offrì di aiutarmi a sistemare i bagagli.

<<Guarda che non sono invalida, sono solo incinta>> dissi ridendo di quel suo atteggiamento stranamente premuroso.

<<Scusa, è che mi sembra tutto così strano>>

<<Non dirlo a me>>

<<Mi sembra ieri che giocavamo a nasconderci dai nostri genitori e tra poco tu diventerai madre>>

<<Già>> dissi sospirando,con la profonda consapelvolezza che qualcosa sarebbe cambiato per sempre <<E tu diventerai zio>> aggiusi dandogli una pacca sulla schiena.

<<Beh, solo per questo saranno i bambini più fortunati del mondo!>> esclamò tutto orgoglioso << Ah, poi se ti va possiamo andare a fare un giro al  Johnson's Bar>>

<<Volentieri, non si sa mai che riesca a mangiare qualcosa>>

Il Johnson's Bar ovviamente era il locale gestito dalla mia famiglia nel quale, da piccoli, io e Brian trascorrevamo la maggior parte dei nostri pomeriggi insieme ai nostri amici.
Non vedevo l'ora di abbracciare tutti quelli che erano stati i miei compagni di avventura, Chelsea e Megan in primis.
Sistemai frettolosamente i miei effetti personali, rimanendo ovviamente fedele alla mia fama di persona estremamente ordinata, e corsi al piano di sotto per dirigermi verso il pub con Brian.

Passeggiare per le vie di Palm Beach era estremamente rilassante, il vento mi scompigliava leggermente i capelli mentre i raggi del sole si riflettevano sulla mia pelle.
Tutto aveva il sapore dell'estate  ( un tempo avrei aggiunto anche della spensieratezza).
Man mano che ci avvicinavamo al centro della città le persone aumentavano: si potevano vedere gruppetti di ragazze intente a confabulare tra loro, surfisti pronti a cavalcare le onde dell'oceano e turisti intenti a studiare la cartina geografica della città.

<<Quì non cambia mai niente>> commentai allegra.

Quando arrivammo davanti al pub Brian mi mise una mano sulla spalla.

<<Prima che ti arrabbi voglio precisare che non è stata una mia idea>>

Che cosa diavolo avevano combinato?!

9 MESI PER CRESCEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora