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I giorni successivi furono difficili per Claudio, non sapeva come affrontare il dolore di Mario.

Il moro si era chiuso completamente in se stesso, non usciva dalla loro camera, non parlava con nessuno, nemmeno con lui, era diventato un corpo vuoto, sembrava non provare emozioni.

Claudio aveva cercato in tutti i modi di farlo uscire da quella stanza ma non ci era riuscito.

Erano giorni che non dormiva e quando chiudeva gli occhi per qualche secondo sopraggiungevano gli incubi, non toccava cibo da quella sera, si limitava a respirare.

Era l'ennesima sera in cui Claudio, dopo essersi diviso tra la palestra e il bar, tornò a casa e lo trovò nella stessa posizione in cui lo aveva lasciato la mattina.

La finestra chiusa, le tende tirate per non far entrare la luce durante il giorno e lui steso sul letto a fissare il soffitto.

Claudio entrò nella stanza e aprì le finestre per far cambiare l'aria e decisamente insofferente sbottò " Almeno fatti una doccia che puzzi" glielo disse più per spronarlo ad avere una reazione che per aggredirlo realmente.

" Mi dispiace" furono le prime parole che uscirono dalla sua bocca dalla sera della morte del padre e una lacrima gli rigò il viso.

Non era molto ma almeno stava cominciando ad avere una qualche reazione, seppur minima.

" Mario lo capisci che vorrei solo aiutarti e starti vicino ma se tu non me lo permetti io non so come fare ti prego parlami" si era seduto sul letto di fianco a lui.

Mario si voltò per un secondo lo guardò negli occhi e poi tornò a fissare il soffitto per ripetere un altro " mi dispiace".

" Ho capito ti dispiace ma sai anche dire altro? Lo capisci che facendo così non fai altro che mettere distanza tra di noi. Permettimi di starti vicino Mario perché io così non ce la faccio."

" Vu-vuoi lasciarmi?" chiese spaventato il moro, allora Claudio si gettò su di lui e lo abbracciò forte.

" Come ti viene in mente una cosa del genere? No che non voglio lasciarti. Vorrei solo che tu tornassi a vivere, che tornassi il Mario forte di cui mi sono innamorato. Quello che quando è stato abbandonato solo al mondo ha stretto i denti e ha combattuto per trovare il suo posto."

" Sto male Claudio. Ti prego aiutami. Ho solo te" lo strinse ancora più forte e con le braccia dietro la schiena lo tirò su.

Lo prese in braccio e lo portò in bagno " per prima cosa hai bisogno di farti una doccia" lo spogliò, si spogliò e ancora avvinghiato al suo corpo lo portò all'interno della cabina, aprì l'acqua e cominciò a lavarlo, il moro disse solo un "grazie" e Claudio gli rispose con un " sono qui per te."

Prese gli accappatoi per entrambi e aiutò Mario ad indossare il suo.

" Sei bellissimo tutto bagnato" constatò il moro portando una mano tra i capelli ancora bagnati di Claudio.

Claudio gli sorrise con il viso un po' imporporato dall'imbarazzo e gli lasciò una carezza sulla guancia.

Mario si mise seduto sul letto e Claudio recuperò dei vestiti per entrambi glieli passò e chiese se volesse un aiuto per indossarli e il moro scosse il capo, si rivestì e si avvicinò a Claudio che si stava mettendo la maglia.

Gliela tolse di mano e lo abbracciò da dietro sussurrandogli un " ho bisogno di te" all'orecchio e poggiando il suo viso sulla schiena nuda del compagno.

" Chiedimi quello che vuoi e io lo farò"

" Fa l'amore con me" e a Claudio non servì altro si donò completamente a lui anima e corpo.

Mario lo prese dolcemente fino a portarlo al piacere, erano di nuovo nudi e sudati distesi sul loro letto.

" Ho fame" disse il moro facendo sorridere di felicità Claudio.

" Ti cucino subito qualcosa" cercò di alzarsi dal letto ma Mario lo strinse più forte a se.

" No ti prego non mi lasciare. Ordiniamo una pizza" allora Claudio recuperò il cellulare poggiato sul comodino alla parte destra del letto e compose il numero della pizzeria che erano soliti chiamare e ordinò una margherita per il moro e una quattro stagioni per lui.

Posò il telefono di nuovo al suo posto mentre faceva uno sbadiglio.

" Sei stanco?"

" Sono giorni che mi divido tra il bar e la palestra. Che ne dici domani di aiutarmi un po'?"

" Cla non me la sento ancora di vede gente te prego"

" Va bene ma almeno aiutami col bar. Ho le chiusure del mese da fare. Ti chiuderesti in ufficio e non dovresti incontrare nessuno a parte me" il moro sembrò pensarci su per qualche secondo e poi disse un " ok" non troppo convinto.

Suonarono al campanello, Claudio recuperò i pantaloni che erano per terra e li indossò stava per andare ad aprire quando Mario recuperò anche la maglietta e gliela lanciò " Mettila non vorrei che il fattorino ti saltasse addosso" Claudio gli sorrise.

" Eccolo il mio panda gelosone" tornò indietro gli baciò una guancia e poi si diresse alla porta gridando un "arrivo" al ragazzo delle consegne.

Prese le pizze pagò e richiuse la porta, le poggiò sul tavolo, prese due bicchieri, la coca e chiese a Mario " Vuoi mangiare in camera?" ma quando si girò si ritrovò un Mario in boxer seduto al tavolo che lo aspettava.

Claudio allora si sedette sulle sue gambe e prima di mangiare gli disse un "Grazie" il moro fu sorpreso.

" Per cosa?"

" Per essere tornato da me"

" Non sono mai andato via"

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