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Claudio era felice di vedere Mario al di fuori degli allenamenti, aveva provato ad instaurare un rapporto con lui ma il moro lo aveva evitato in ogni modo.

Ora non si spiegava perché l'altro gli avesse chiesto di parlare durante un turno di lavoro, alle 3 di notte, in un vicolo buio.

Claudio era lì intento ad accendersi una sigaretta quando Mario lo raggiunse.

" Me ne offri una le ho finite?"

" Hey" gli sorrise Claudio, aveva il volto stanco, le occhiaie marcate segno che dormiva male " le ho lasciate dentro se vuoi ce la smezziamo" e passò la sigaretta a Mario che la afferrò fece due tiri, giusto per calmare i nervi e gliela restituì.

" Che succede Mario? Perché siamo qui?" disse indicando il vicolo buio in cui erano.

" Scusa è che lì dentro è un inferno non sento nemmeno la mia voce. Mi ha chiamato Paolo"

" E?"

" E niente è dovuto andare fuori per il week- end" Claudio sembrò particolarmente scosso da quella notizia, iniziò visibilmente a tremare e il sorriso scomparve dalle sue labbra.

" C-cosa? E perché non mi ha avvisato lui? Io sarei tornato a Verona piuttosto di restare da solo. Io non voglio restare da solo. Io non posso restare da solo" Mario rimase interdetto dalla reazione di Claudio sembrava come impazzito.

Gli si avvicinò gli afferrò le spalle e lo scosse " Cla guardami" e Claudio guardò dritto nei suoi occhi, il moro gli sorrise dolcemente " tranquillo ok? Resterò io con te. Non devi aver paura".

Claudio era sorpreso, certo non se lo aspettava, lui che non gli rivolgeva neanche la parola, lui che lo evitava in ogni modo aveva accettato di trascorrere quei due giorni con lui " Tu? Perché?"

" Me lo ha chiesto Paolo non voleva che restassi solo" doveva aspettarselo insomma, chi se non il suo migliore amico aveva potuto convincerlo magari pagandolo anche bene.

" Non ho bisogno della baby-sitter. Posso cavarmela da solo".

" Mi dispiace per te ma ho preso un impegno con Paolo e ho intenzione di rispettarlo"

" Tranquillo se è perché hai paura di perdere i tuoi soldi non dirò niente a Paolo" il moro lo guardò indignato lui non si era neanche fatto pagare.

" Avete rotto voi e i soldi. Non mi sono neanche fatto pagare. Fanculo potevo farmi i cazzi miei io e che mi sono lasciato coinvolgere. Ma cosa credete che io mi muova solo per il Dio denaro? Se fosse stato così ora sarei ancora attaccato al culo di paparino e vivrei in una villa con piscina e non mi ammazzerei di lavoro per portare avanti quella palestra del cazzo. "

Mario era stanco di tutte le persone che lo giudicavano con superficialità, senza neanche provare a conoscerlo, senza riuscire a capire che dietro a quell'uomo forte c'era un ragazzo abbandonato al suo destino, costretto a dormire per strada e a rischiare la vita per mettere un piatto in tavola.

Nessuno lo giudicava per essere Mario Serpa ma solo perché era Mario Serpa il figlio ingrato di Pietro Serpa.

Claudio non si aspettava quel tipo di reazione dal moro, fu dispiaciuto delle sue parole, ma infondo lui aveva cercato di avvicinarsi, di conoscerlo ma era stato sempre allontanato, rifiutato.

" Senti a me dispiace però anche tu cazzo non lasci avvicinarti da nessuno. Ho provato in tutti i modi a parlare a conoscerti. Ora non ti incazzare se penso che ti freghi solo dei soldi perché è quello che dimostri. Non cerchi di instaurare un rapporto con nessuno, sei sfuggente, sei permaloso, sei arrogante sei sei cazzo non so manco dirti cosa sei ti conosco così poco."

Mario si rese conto della veridicità delle parole di Claudio e cercò di spiegarsi.

" È che nessuno insomma nessuno si è mai interessato a me e e quando qualcuno lo fa ecco io io non so come comportarmi. Non ne vale la pena Cla conoscermi non vale la pena, io non valgo la pena".

Claudio sentì tutto il dolore di Mario in quelle parole, aveva la sensazione che fosse qualcosa che riguardasse il suo passato, il rapporto con il padre, ma notò il disagio di Mario ad affrontare quell'argomento.

Claudio aveva avuto sempre il dono di capire le persone, voleva spingere Mario oltre il limite per farlo aprire ma quello non era il luogo né il momento adatto.

Si avvicinò pericolosamente a lui, gli si mise proprio di fronte e gli accarezzò una guancia mentre lo guardava dritto negli occhi, non si erano guardati mai da così vicino, il verde mare ora si perdeva nel nero petrolio.

Mario si lasciò accarezzare il viso senza mai distogliere lo sguardo, si stava godendo quella carezza e Claudio ebbe la sensazione che era tanto che qualcuno non gliene facesse una.

" Mario ogni essere umano ne vale la pena. Tu ne vali la pena" erano sempre più vicini Mario aveva poggiato la sua mano su quella di Claudio e quando erano talmente vicini da respirare uno l'aria dell'altro il rumore della porta del locale li fece saltare.

Si allontanarono immediatamente " Claudio scusa ma ce bisogno di te dentro" era Sergio il suo collega che lo richiamava al dovere.

Claudio allora guardò Mario che era lì fermo a fissarlo.

" Scusa devo tornare dentro. Se ti va ne riparliamo dopo ok?" il moro acconsentì con un leggero movimento del capo.

Claudio si girò per rientrare quando il suo polso venne afferrato dalla mano di Mario " ti aspetto all'ingresso quando finisci il turno " Claudio gli sorrise gli lasciò un leggero e dolce bacio sulla guancia sussurandogli un " grazie" girò le spalle e rientrò nel locale.

Mario sospirò pesantemente e disse a voce alta, accarezzando con due dita la guancia proprio nel punto dove l'altro lo aveva baciato " Sono ufficialmente fottuto" quello che non poteva immaginare il moro era che Claudio fosse ancora dietro la porta e lo aveva sentito.

Un sorriso gli si stampò sul volto e lo accompagnò per il resto della serata perché ora sapeva che in tutta quella storia finalmente non era da solo ma erano in DUE.

MARIO E CLAUDIO
CLAUDIO E MARIO

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