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Con il passare delle settimane il rapporto di Mario con la sua famiglia cambiò notevolmente.

Ogni giorno si sentivano al telefono, per raccontarsi le proprie giornate e quando non ci riuscivano il giorno dopo, qualcuno era già al bar o in palestra per informarsi del moro.

Simone, il fratello più piccolo, decise di iscriversi in palestra da Mario " voglio imparare a boxare dal migliore" gli aveva detto e a quelle parole il petto del moro si gonfiò.

Il ragazzo andava da lui 3 volte a settimana e quando non si allenava, passava sempre al bar per un caffè.

Il rapporto tra Claudio e la famiglia del moro era qualcosa di inaspettato, in fondo Mario era stato allontanato per la propria sessualità, ma non glielo fecero mai pesare, anzi lo avevano accettato come un membro a tutti gli effetti.

Lo coinvolgevano in tutto, con i bambini, nelle serate tra fratelli, nelle confidenze di Simone sulle ragazze e i nipoti lo chiamavano zio.

A Claudio gli si riempiva il cuore, si sentiva parte di quella famiglia, di una famiglia che gli era sempre mancata tanto.

Certo aveva avuto i genitori di Paolo, ma era stato diverso, loro gli volevano bene invece con i Serpa si sentiva amato, si sentiva parte integrante di un amore che una mamma poteva avere per un figlio e Delia lo riteneva tale, lo chiamava per sapere come stava, come era trascorsa la sua giornata, se aveva bisogno di qualcosa, a prescindere da Mario e dal loro rapporto.

Anche con i fratelli e i nipoti si sentiva così, Ginevra aveva preso l'abitudine, quando usciva da scuola, di passare dal bar e poi in palestra " devo dare un bacio agli zii" diceva.

A volte si fermava a pranzare lì con Delia e passava tutto il tempo a raccontare episodi di una vita trascorsa senza di loro ma di cui voleva che i due facessero parte.

Qualche volta fecero anche da babysitter al piccolo Mario, quando Ilenia con la scusa del parrucchiere e del troppo rumore, lo lasciava al bar e lo faceva spupazzare dagli zii, che con due attività avevano sempre poco tempo da passare con lui.

I due erano al bar, una serata a tema per una festa di laurea, quando sentirono la porta aprirsi.

Il moro, senza voltarsi, " È una festa privata" disse e la donna alla porta rispose " allora mio figlio non può farmelo un caffè" il ragazzo quando riconobbe la voce della madre si voltò e le sorrise.

" Che ci fai qui a quest'ora?" chiese con tono sorpreso.

" Oggi non ti sei fatto sentire e sono venuta a vedere se era tutto in ordine" Claudio appena la vide la raggiunse dandole un bacio sulla guancia " Eccola l'accoglienza che volevo. Tu sei il mio figlio preferito" Claudio arrossì ma fu felice mentre il moro mise un finto broncio.

" Vedo che mi hai già sostituito" la madre sorrise e si tirò il figlio in un abbraccio " Vieni qui testone" e gli diede un bacio.

" Comunque non sono venuta qui da sola" precisò la donna e dalla porta comparvero Ginevra e Valentina.

La bambina quando vide gli zii gli corse incontro " È figa sta festa. Se sapevo mettevo qualcosa di più adatto" il moro la guardò sorridente " ma quanti anni hai tu 30?" e scoppiarono a ridere.

Era una serata movimentata e i ragazzi non ebbero molto tempo da dedicare alle 3 donne così ad un certo punto della serata decisero di congedarsi.

Prima però Delia chiamò in disparte il figlio, il ragazzo sembrò agitarsi per lo sguardo serio che aveva assunto la madre.

Infatti quando furono nell'ufficio di Claudio le chiese subito se stesse bene, la donna gli assicurò che stava benissimo, ma ormai il moro aveva imparato a riconoscere le sue espressioni e sapeva che c'era qualcosa che la turbava.

" Senti Mà se hai qualcosa da dirmi, dimmela e basta me stai a mette ansia" confessò il ragazzo decisamente teso.

" Mario tu vivi di ansia a mamma" e i due sorrisero, un sorriso complice proprio come quando Mario era bambino.

" Comunque c'è davvero qualcosa che vorrei dirti" tornò seria la donna.

" Non l'ho fatto prima perché volevo che il nostro rapporto, ecco si rafforzasse. Volevo che tu sapessi che ti volevamo nella nostra vita prima" il ragazzo sentendo quel "volevamo" per un attimo si rabbuiò la madre lo capì e si corresse subito " vogliamo volevo dire ti vogliamo" disse e il moro tirò un sospiro di sollievo.

" Ma"

" Ce sempre un ma" sospirò Mario che le diede le spalle.

" Non fare come la prima volta, dammi modo di spiegarmi" la donna si riferiva all'atteggiamento immediato di chiusura che aveva assunto il figlio.

Allora il moro si voltò di nuovo e la guardò dritto negli occhi, non voleva ci fossero fraintesi.

"Parla ti ascolto" le disse con un tono un po' più rilassato.

" Vedi Mario io e te abbiamo un discorso in sospeso e vorrei affrontarlo ora che il nostro rapporto è un po' più solido"

" Ora Mà? Ora che le cose stanno andando così bene? Perché? Perché ritornare su un passato che oramai è solo passato?"

"Perché ci sono cose che vorrei tu sapessi"

" E se io non volessi più saperle?"

" Questa è una tua scelta Mario. Io non ti costringerò ad ascoltarmi se non vuoi. Ma vorrei che tu sapessi che" la donna si bloccò per ponderare per bene le parole " che io non ti ho mai davvero abbandonato".

Lo aveva detto, finalmente aveva detto quello che la stava tormentando da quando il figlio era rientrato nella sua vita.

" Cosa vuol dire che non mi hai davvero abbandonato?"

"Ci sono tante cose che devo dirti" sospirò la donna.

" Mà ora c'è casino di la e Claudio è da solo. Facciamo così ti invito a pranzo fuori domani e ne riparliamo ok?"

" Ok"

" Ora andiamo va prima che il capo me licenzi"

" È un bravo ragazzo Claudio"

" Lo so" disse fiero e orgoglioso del suo uomo.

" Non fartelo scappare"

" Non lo farò"

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