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Ogni giorno che passava Mario riprendeva sempre più in mano la sua vita.

Era tornato al lavoro anche se preferiva più restare al bar in compagnia di Claudio che da solo in palestra.

Era quasi mezzogiorno, quando entrò nel bar quella mattina, al bancone c'erano Claudio e Marco e in sala Ester che rassettava i tavoli.

" Che fate?" chiese entrando sorridente.

" Hey come siamo allegri stamattina" gli disse Claudio uscendo dal bancone e sfiorandogli le labbra con un leggero bacio.

Il telefono del moro cominciò a squillare Mario guardò il display e poi lo ripose di nuovo in tasca senza rispondere.

" Prima o poi dovrai parlarle"

" Ancora non me la sento"

" Mario sono passate 3 settimane"

" Cla nun c'ho voglia de litigà quindi o cambi discorso o me ne vado"

"Ok ok, cambiamo discorso. Come va in palestra? Hai ripreso ad allenare i ragazzi?" Mario fece segno di no con la testa si girò dando le spalle al bancone e guardando Claudio muoversi tra i tavoli, ad apparecchiare per il pranzo.

" Quante prenotazioni hai per oggi?"

" Troppe ho dovuto dividerle in 3 turni"

" Dovresti chiedere il permesso per poter mettere qualche tavolo fuori"

" Ci avevo pensato ma non sarà facile ottenerlo. Siamo a Roma Mario. Questa città è già caotica di suo e mettere dei tavolini al confine con il marciapiede creerebbe disappunto nei passanti. Comunque ho fatto domanda ieri e vediamo cosa mi rispondono"

" Sei sempre un passo avanti Sona" Claudio gli sorrise.

Stava per avvicinarsi al moro quando l'arrivo di un messaggio lo distrasse.

Prese il cellulare e lo aprì

Da Vale❤:
Ho provato a chiamarlo anche oggi ma come al solito non mi ha risposto.
Come sta?

Claudio stava per rispondere quando il moro gli domandò " con chi ti scambi messaggi?" e alzò un sopracciglio, Claudio lo guardò divertito pensando a quanta gelosia si nascondesse dietro quella semplice domanda, alzò le spalle e rispose "un'amica" mentre digitava la risposta.

A Vale❤:
Lo so è qui con me. Dagli tempo gli passerà. Comunque sta molto meglio.

" Cla guardami" ma Claudio cercò di evitare il suo sguardo allora il moro si alzò dallo sgabello si avvicinò al suo ragazzo e lo trascinò nel retro del locale.

" Che cazzo mi stai nascondendo?"

" Niente Mario. Non ti nascondo niente"

" E allora perché non mi guardi?" Claudio continuò a guardare il pavimento tormentandosi le mani non sapeva cosa fare, aveva paura della reazione del moro se avesse saputo che era Valentina la destinataria di quei messaggi, ma sapeva che se non gli avesse detto la verità avrebbero finito per litigare.

" Cla me sto a ncazzà davvero. Damme sto telefono"

" Dai Mario fammi spiegare prima" allora il moro si infuriò ancora di più constatando che il ragazzo gli stava davvero nascondendo qualcosa.

" Dammi quel cazzo di telefono ti ho detto"

" No " rispose deciso Claudio " te lo dirò ma il mio telefono non si tocca"

" Claudio che vuol dire " il mio telefono non si tocca?"

" Quello che hai sentito. Ci sono dei limiti che non vanno superati Mario neanche tra due persone che stanno assieme. Ce una cosa chiamata fiducia che o hai o non hai. Se ti fidi ti racconto quello che sta succedendo se non lo fai non saprai niente e morirai nel dubbio" il moro sembrò riflettere su quelle parole e poi disse convinto " mi fido ora però racconta"

Claudio fece un lungo respiro e poi disse " Era Vale. Il messaggio intendo" gli rilevò ad occhi bassi.

" Da quanto? Da quanto la senti alle mie spalle."

" Dai Mario non dire queste cose. Vedi perché non te l'ho detto?"

" Ti ho chiesto da quanto?"

" Da quella sera. Era preoccupata per te. Tu non le rispondevi"

" Cazzo Claudio ha ucciso mio padre"

" Si ma lo capisci che lo ha fatto per salvarti la vita? Quell'uomo voleva ucciderti"

" Non sappiamo se lo avrebbe fatto davvero" allora Claudio gli si avvicinò e lo afferrò per le spalle " Senti Mario io capisco che sia una verità dura da accettare ma quell'uomo stava aiutando Juan ad evadere. Pensi davvero che non ti avrebbe ucciso? Forse non con le sue mani. Lo avrebbe fatto fare a Juan ma fidati che sarebbe rimasto lì a guardarti morire" Mario lo abbracciò forte e gli sussurrò tutto il suo dolore " era mio padre" e cominciò a piangere.

Claudio gli accarezzò la schiena " Era accecato dall'odio Mario e Vale non ha nessuna colpa per questo"

" Lo so. Forse dovrei chiamarla" e si asciugò le lacrime passandosi le mani sul viso, prese il cellulare e Claudio lo guardò sorpreso " Vuoi farlo ora?" Mario fece cenno di si con la testa " Prima che cambio idea" disse con tutta la sincerità che lo contraddistingueva.

La ragazza rispose al primo squillo, come se non aspettasse altro.

" Mario"

" Hey. Ti andrebbe un caffè. Magari facciamo due chiacchiere?"

" Certo"

" Quando puoi?"

"Quando vuoi Mario"

"Non devi lavorare?"

" No mi hanno sospesa. Indagini in corso"

" Allora vieni quando vuoi sono al bar di Claudio. Ti aspetto" e mise giù.

" Hai fatto la cosa giusta" gli sorrise dolcemente dandogli un bacio a fior di labbra.

" Tu lo sapevi che era stata sospesa?"

" Si me lo aveva detto"

" E conosci anche il motivo?"

" Sembra perché ha agito da sola senza riferire a nessuno"

" Ma lo ha fatto per salvarmi la vita"

" Lo so ma ci sono delle regole da rispettare in polizia e sembra che lei ne abbia infranta più di una."

" Ci sono delle regole da rispettare anche nella vita. E che gli amici vanno sempre protetti è una di queste. E lei mi ha protetto ancora una volta."

" Lei ti proteggerà sempre proprio come me. Vieni voglio farti vedere una cosa"

Lo trascinò in ufficio e chiuse la porta a chiave.

" Perché hai chiuso a chiave?" chiese curioso.

" Perché ho una sorpresa per te che va festeggiata come si deve"

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