La mattina dopo presero il primo treno disponibile.
Claudio passò tutte le tre ore di viaggio a guardare fuori dal finestrino mentre Mario dormiva con la testa sulla sua spalla.
Claudio aveva un mix di emozioni che gli albergavano dentro, era triste nel dover andare a trovare i suoi genitori in quel posto e felice perché finalmente tornava nei luoghi dove era stato felice con loro.
" Mario. Mario svegliati alla prossima dobbiamo scendere" il moro fece uno sbadiglio e si strofinò gli occhi.
" Siamo già arrivati?"
" Già Mario? Sono 3 ore che dormi. Il prossimo viaggio con te mi ricorderò di portarmi un libro. Non sei per niente di compagnia " panda dormiglione" il moro gli diede un cazzotto sul braccio.
" È colpa tua mi hai svegliato all'alba"
" Scusa se domani apre il nostro bar e voglio rientrare in tempo"
" Nostro?"
" Certo Mario quella è la nostra creatura. Lo abbiamo realizzato insieme. Ci siamo noi due in quel bar. Quindi è mio quanto tuo e poi mi dovrai aiutare con i turni serali" gli fece l'occhiolino.
" E naturalmente è anche mio perché non verrò pagato giusto?"
" Ovvio"
" Sfruttatore" sorrisero.
L'atmosfera si era alleggerita di molto, Claudio sembrava più tranquillo rispetto alla sera prima.
Erano diretti al cimitero dove c'era la cappella che ospitava i corpi dei genitori di Claudio.
Avevano camminato uno di fianco all'altro restando in silenzio, quando furono all'ingresso Mario mise una mano sulla spalla di Claudio per bloccarlo " Cla devo fare una cosa. Aspettami qui"
" Ma Mario" il moro si allontanava velocemente gridando un " torno subito".
Claudio si accese una sigaretta nell'attesa, perdendosi nei ricordi.
Quando era piccolo era un bambino pestifero, faceva sempre preoccupare i genitori, una volta quando aveva due anni scappò di casa, una signora in fondo al paese chiese a sua madre " vi siete persi un bambino?" era lui.
Claudio sorrise al ricordo di quando la mamma glielo raccontò, era talmente assorto che non si era accorto della presenza di Mario al suo fianco.
" A cosa pensi?" Claudio saltò per lo spavento.
" Cazzo Mario mi hai fatto prendere un colpo" si girò per guardarlo e Mario aveva tra le mani un mazzo di rose rosse.
" E quelle? Sono per me?"
" No idiota le ho prese per tua mamma. Erano le sue preferite no? " Claudio sorrise e lo abbracciò " grazie è un gesto dolcissimo" gli sussurrò lasciandogli un bacio sulla guancia.
" Sai saresti piaciuto a mia mamma. Un duro dal cuore tenero proprio come mio padre. Andavo molto d'accordo con lui eravamo molto complici" il moro incrociò le loro mani mentre camminavano.
Era la prima volta che Claudio parlava dei suoi genitori, che gli raccontava del loro rapporto.
" Ridevamo molto insieme. Era uno con la battuta sempre pronta. Timido ma chiacchierone. Dall'aspetto burbero ma dal sorriso dolce proprio come te. Aveva il cuore grande il mio papà. Ecco siamo arrivati. È la prima volta che porto qualcuno qui."
Mise una mano in tasca e recuperò la chiave, fece un lungo sospiro e la aprì.
" Vuoi un momento da solo con loro?" chiese il moro.
" Apprezzo la tua sensibilità ma vorrei entrassi con me" gli strinse la mano e varcarono la porta.
" Ciao mamma, ciao papà scusate se è da un po' che non vengo ma da quando sto a Roma è sempre più difficile venire qui ma vi penso sempre" fece una piccola pausa.
Recuperò le due sedie che erano nella cappella e le posizionò davanti alle loro foto, mentre Mario poggiò il mazzo di rose ai piedi della nicchia.
" Vieni siediti vicino a me. Lui è Mario il mio ragazzo. Sono cambiate tante cose nella mia vita nell'ultimo periodo. Sapete domani realizzo il mio sogno, apro il mio bar. Ce l'ho fatta finalmente e devo ringraziare questo meraviglioso uomo che è seduto di fianco a me" strinse la mano di Mario e asciugò qualche lacrima " hai visto mamma? Ti ha portato i tuoi fiori preferiti. È stata una sua idea. Quanto ti sarebbe piaciuto. Mi rende molto felice anche se è un testone. Io e Paolo non viviamo più insieme. Lui ha conosciuto un ragazzo, si chiama Gianluca e qualche mese fa sono andati a convivere. Io sono rimasto per un pò da solo poi Mario mi ha chiesto di andare a vivere con lui. Ora sono quasi due mesi che conviviamo. Non sempre andiamo d'accordo ma si litiga e si fa pace come in tutte le famiglie. Papà sai il mio ragazzo è un pugile, è stato campione italiano è bravo, mi ha anche insegnato a boxare. Non sono bravo come lui ma me la cavo. Mario è un duro dal cuore tenero proprio come te. So che non dovrei piangere perché ora la mia vita è bella ma mi mancate così tanto".
Le lacrime scendevano copiose sui volti di entrambi, si guardarono per un attimo e poi Claudio continuò "Ci amiamo tanto io e Mario e spero siate felici per me e orgogliosi di quello che sono diventato. La persona che sono oggi lo sono diventata grazie ai vostri insegnamenti. Ho deciso che resterò a Roma, sapete ora ce questo testone non posso lasciarlo solo mi combina solo guai però vi prometto che presto tornerò a trovarvi. Vi porto sempre con me."
Si alzò, Mario fece lo stesso, misero le sedie a posto baciarono una mano per poi accarezzare le foto e uscirono.
Claudio prima di chiudere la porta della cappella guardò per l'ultima volta le foto dei genitori " Ciao mamma ciao papà vi voglio bene" e chiuse ancora una volta la porta di quel passato doloroso.

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Boxing
RomanceMario ex pugile professionista, dopo un infortunio che gli era quasi costato la vita, fu costretto a lasciare il ring, ma decise di continuare a fare comunque del ring la sua vita. Claudio, ragazzo sensibile ma sfiduciato, con un ex ancora troppo p...