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" Tu cosa? E perché?"

Flashback

Juan quella sera aveva deciso di portarsi via Claudio.

Voleva rapirlo e portarselo magari in Spagna, costringerlo a stare al suo fianco, non sapeva ancora bene in che modo.

La comparsa di Mario, che intervenne per difenderlo e lo picchiò, aveva scombussolato i suoi piani, doveva capire chi fosse quel ragazzo e che cosa avesse a che fare con Claudio.

Fu sollevato di sapere che fosse solo la sua guardia del corpo, ma continuando a seguire Claudio si rese conto che la vita dei due si intrecciava sempre più.

Reperì più informazioni possibili sul ragazzo in caso di bisogno.

Quando fu arrestato pensò a come vendicarsi ma da lì dentro non trovava soluzione.

Prima pensò di chiedere che Claudio lo andasse a trovare per aggredirlo e magari ucciderlo ma quando si presentò in carcere con Mario si convinse che l'unico modo per farlo soffrire era colpirlo nel suo punto debole, il suo compagno che gli aveva confessato di amare, lo stesso amore che non era mai riuscito a provare per lui.

Si ricordò del passato del ragazzo e del rapporto turbolento con il padre e tramite il suo avvocato si mise in contatto con Pietro Serpa.

Prima non disse i motivi, cercò di sondare in terreno e di capire quali sentimenti albergavano nell'uomo nei confronti del figlio e quando capì che provava odio puro tentò il tutto per tutto.

Si videro un altro paio di volte per parlare dei dettagli, avrebbero dovuto uccidere Mario, lui si sarebbe liberato di quel figlio indegno e Juan avrebbe fatto soffrire Claudio, restava da capire solo come fare.

Ma le visite in carcere di Serpa senior non passarono inosservate visto che lo spagnolo non vedeva nessuno a parte il suo avvocato.

Valentina, che monitorava la situazione, visto che lo spagnolo non gli aveva mai ispirato fiducia, venne a conoscenza di queste visite tramite il suo compagno che faceva la guardia carceraria.

Fece dei controlli e scoprì che chi faceva visita a Juan era proprio il padre del suo amico.

Gli mise un uomo di fiducia alle calcagna che lo seguiva giorno e notte e riferiva personalmente a lei.

Juan pensò che il modo più veloce e semplice per uscire dal carcere era inscenare un finto suicidio.

Fece mettere a conoscenza del suo piano il Serpa dal suo avvocato, il quale disse che lo avrebbe aiutato personalmente ad evadere perché non si fidava di nessuno.

Quella sera il poliziotto che Valentina aveva messo alle calcagne di Pietro Serpa lo seguì fino ad arrivare all'ospedale in cui era ricoverato Juan.

Il poliziotto chiamò subito la sua collega per informarla, la ragazza, che sapeva ci sarebbe stato il suo compagno a guardia della stanza quella notte, lo chiamò per metterlo al corrente e dirgli di stare attento e lo informò che lei sarebbe arrivata a breve.

Quando il Serpa si trovò davanti alla stanza di Juan vide il piantone e pensò di indossare un camice e fingersi un medico, ma il ragazzo sapeva perfettamente chi fosse l'uomo, lo lasciò entrare per cercare di bloccarlo quando avrebbe cercato di lasciare la stanza in compagnia dello spagnolo.

Sperava che nel frattempo sarebbe arrivata anche la poliziotta.

Quello che non aveva messo in preventivo era che i due potessero essere armati.

Giacomo cercò di fermare lo spagnolo che invece riuscì a lasciare l'ospedale, ma quando mise piede fuori dal nosocomio fu immediatamente arrestato dal poliziotto che aveva seguito il padre di Mario.

Sarebbe stato condotto in un carcere di massima sicurezza e ci sarebbe rimasto per molto, moltissimo tempo.

Il Serpa invece era coinvolto in un corpo a corpo con Giacomo, che fu disarmato, estrasse la pistola ed era pronto a spararlo.

Nel frattempo nell'ospedale era sopraggiunta anche Valentina che aveva assistito ancora una volta all'arresto dello spagnolo, ma non vedendo l'altro uomo, pensò che Giacomo fosse in pericolo.

Cominciò a correre per i corridoi dell'ospedale e quando arrivò davanti alla stanza che aveva ospitato lo spagnolo per quell'ultima settimana, si trovò di fronte ad una scelta.

O sparare al padre del suo migliore amico o veder morire il suo compagno.

Non esitò nemmeno per un secondo prese la pistola e sparò colpendolo ad una gamba.

Corse dal fidanzato per vedere se stava bene senza prima pensare di disarmare l'uomo che era steso sul pavimento, sanguinante a causa della ferita alla gamba.

L'uomo alzò la mano che impugnava ancora la pistola pronto a fare fuoco e ancora una volta la ragazza fu più veloce di lui.

Sparò, sparò più volte stavolta uccidendo il padre del suo migliore amico.

Con le mani ancora tremanti aiutò Giacomo a rialzarsi dal pavimento, chiamò in centrale spiegò ciò che era accaduto e attese che i suoi colleghi la raggiungessero.

Nel frattempo un medico li raggiunse per curare le ferite che il suo compagno si era procurato nella colluttazione.

Una volta spiegati i fatti si diresse alla ricerca del suo amico per spiegargli cosa fosse successo, per non farglielo apprendere magari dal telegiornale.

E ora era lì davanti a lui e non sapeva come comportarsi, non riusciva a capire le emozioni che l'amico stava vivendo, ancora avvolto tra le braccia di un Claudio incredulo al pensiero di quanto potesse essere devastante avere un padre che arriverebbe ad uccidere il proprio figlio.

La ragazza lo guardò negli occhi, guardò negli occhi l'amico e ci trovò il vuoto, lo stesso vuoto che aveva la prima volta che lo vide.

" Mi dispiace Mario dovevo scegliere tra la vita di tuo padre e quella di Giacomo ed io non ho avuto dubbi. Tuo padre meritava di morire."

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