" Mi prenderei una pallottala per te" quella frase girava vorticosamente nella mente di Claudio che quasi ebbe un mancamente ad ascoltarla.
Ma come ci erano arrivati a quel punto? Quando era successo che uno avrebbe rischiato la propria vita per l'altro?
Claudio continuava a fissare Mario con volto decisamente sconvolto, allora Mario cercò di precisare quello che intendeva.
" Ok mi è uscita male. Detta così può sembrare che tu conti qualcosa per me. Decisamente non era quello che intendevo".
Ecco il sogno era svanito in un secondo, Claudio era tornato a respirare ma un po' ci era rimasto male.
Ma infondo non si conoscevano neanche, Mario come avrebbe potuto tenerci talmente tanto da rischiare la vita per lui? No decisamente non poteva.
Claudio continuava a restare in silenzio, era confuso, non sapeva cosa pensare, Mario era una persona decisamente bipolare, era tutto e il contrario di tutto.
Quest'ultimo cercò di spiegarsi continuando a vedere che l'altro non proferiva parola.
" Claudio possiamo sederci un attimo?" quest'ultimo gli fece cenno di si, si diresse verso il divano e si accomodò " siediti pure" disse a Mario indicandoglielo.
Il moro si sedette all'altra estremità, ben lontano da lui.
" Ok so che la mia frase poteva essere fraintesa. Non illuderti che tu conti qualcosa per me. Nella mia vita conto solo io" beh questa fece decisamente male, ecco il Mario stronzo che si palesava.
Claudio continuò a restare in silenzio cercando di restare il più impassibile possibile e aspettò che l'altro continuasse.
" Quando ho detto che mi prenderei una pallottola per te intendevo che è il mio lavoro, quello per cui sono stato assunto e per cui vengo pagato. Quindi sì se servirebbe a proteggerti mi prendere quella pallottola. Io Mario Serpa sono ligio al dovere".
Quando Claudio sentì il cognome di Mario cambiò espressione, il moro se ne accorse e rise affranto.
" Il tuo amico neanche questo ti aveva detto?" Claudio negò con la testa " sì sono il figlio del suo capo."
Claudio, che fino ad allora non aveva proferito parola disse " Non ne sapevo niente".
" Ci sono tante cose che non sai?"
Allora Claudio rispose d'istinto, senza rendersene conto " Quanto mi piacerebbe saperle" quando si rese conto di averle dette a voce alta si imbarazzò, abbassò lo sguardo mentre le guance gli divennero un po' più rosse.
Mario invece a quelle parole si irrigidì e si mise sulla difensiva " Invece tu non saprai un cazzo ok? Già mi sono rotto di stare qui. Non ho tempo da perdere quindi ora alzi quel culo e andiamo che non ho intenzione di fare mezzanotte" Claudio rimase davvero male alle parole di Mario, uscì dall'imbarazzo ed entrò in un'emozione completamente diversa, la rabbia.
" Ma chi cazzo ti credi di essere a parlarmi così?" sbottò e il moro non gli diede tempo di continuare.
" Quello che ti aiuterà a difenderti da quel pazzo criminale. Quindi finché non sarai in grado di farlo da solo io sarò alle tue costole. Discussione finita." raccolse il borsone di Claudio ai piedi del divano, lo afferrò per un polso e lo trascinò verso la porta d'ingresso.
Quando Claudio tentò di dire qualcosa la porta di casa si aprì mostrando un Paolo decisamente stanco e stupito "Che ci fate voi qui?" chiese ai due.
Claudio stava per rispondere ma Mario non gliene diede modo precedendolo " Stavamo andando in palestra. Che ce paparino stasera vi ha tenuti chiusi in ufficio fino a tardi? Salutamelo quando lo rivedi".
Claudio a quelle parole guardò Paolo che era decisamente nel panico, non aveva assolutamente mai accennato al fatto di lavorare per il padre di Mario all'amico, che gli mimò un " dobbiamo parlare" e si decise a seguire Mario senza ulteriori discussioni.
Voleva continuare a parlarci con calma e in quella situazione, con l'amico presente, non avrebbe di certo potuto farlo.
Quando furono in strada di nuovo soli decise di parlare lui stavolta.
" Ci sono troppe cose che non capisco. Cazzo mi sento un deficiente. Ma perché tutto quello che gira in torno a te mi sembra un gran segreto?" Mario non sapeva Claudio a cosa si riferisse precisamente.
" Non so a cosa ti riferisca onestamente. Io non ho segreti. Paolo lavora per mio padre ma io e lui non ci parliamo da più di dieci anni e il tuo amico ha una pessima opinione di me perché si fa condizionare da quel bigotto del cazzo senza neanche provare a conoscermi. Se poi ti stai chiedendo perché Pini non te ne ha parlato, questo devi chiederlo a lui" erano arrivati in palestra, si erano chiusi la porta a chiave alle spalle e si erano diretti allo spogliatoio.
" Ora pensiamo ad allenarci che abbiamo perso fin troppo tempo" aprì uno degli armadietti recuperò una canotta ed il pantaloncino di una tuta e cominciò a spogliarsi lì davanti a Claudio senza problemi.
Claudio vedendo Mario a torso nudo restò imbambolato.
Mario non aveva un fisico possente ma era sicuramente muscoloso e ben piazzato.
Ventre piatto con addominali leggermente accennati, spalle larghe, braccia muscolose, schiena perfetta che terminava con le fossette di Venere, Claudio era rimasto lì fermo a fissarlo senza accennare a nessun movimento.
Quando Mario si apprestò a sbottonarsi i pantaloni per indossare quelli più comodi della tuta si voltò verso Claudio e si accorse che era rimasto a fissarlo e vide che era in imbarazzo, allora per farlo sentire ancora più a disagio si leccò le labbra carnose tenendo lo sguardo fisso su di lui, Claudio deglutì a fatica senza muoversi di un millimetro, era come rapito da quella visione.
Mario si abbassò senza alcun pudore i pantaloni restando in mutande.
A quel punto Claudio abbassò lo sguardo puntando il viso, che nel frattempo era diventato bordeaux, al pavimento.
Mario che era una persona a cui le provocazioni erano sempre piaciute e mettere i ragazzi in imbarazzo ancora di più, fu compiaciuto dalla reazione di Claudio e cercò di rincarare la dose.
Si avvicinò a lui ancora in mutande e lo sfiorò con un dito dietro le spalle girandogli intorno.
" Ti mbarazzo Claudio?" quest'ultimo alzò lo sguardo per guardarlo negli occhi ma non proferì parola, il rossore ancora presente sulle sue guance davano al moro tutte le conferme di quello che pensava.
" Ti piace quello che vedi?" continuò imperterrito " beh se fai il bravo potrei decidere di farti stare sotto di me ansimante un giorno. Ma non oggi. Abbiamo altro da fare ora."
Claudio decretò che Paolo avesse ragione Mario Serpa era decisamente uno STRONZO.
Mario nel frattempo aveva indossato la tuta si voltò verso Claudio cercando di metterlo ancora più in imbarazzo, quella situazione gli piaceva sempre di più, e sbuffò sonoramente
" Quando avrai smesso di sognare di avermi nudo sopra di te datti na mossa ti aspetto sul ring".
Girò le spalle uscì dallo spogliatoio e lo lasciò lì.
Claudio non era stato in grado di dire una parola che fosse una.
Si destò da quello stato di ipnosi che il corpo nudo di Mario gli aveva provocato e disse tra se se " Quando mi hai ridotto così Mario? Tu mi farai morire"
Si lasciò lo spogliatoio alle spalle, dopo essersi cambiato, andando in contro ad una dolce morte che portava il nome di MARIO SERPA.
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Boxing
RomanceMario ex pugile professionista, dopo un infortunio che gli era quasi costato la vita, fu costretto a lasciare il ring, ma decise di continuare a fare comunque del ring la sua vita. Claudio, ragazzo sensibile ma sfiduciato, con un ex ancora troppo p...