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C'era un tiepido sole che illuminava la piccola contea di BlueWood quel giorno. Mancava poco all'inizio della scuola, circa una settimana, e tutti gli abitanti stavano tornando dalle loro vacanze.

Sabine e Thomas, amici inseparabili fin dall'asilo, erano stesi sull'erba, in cima ad una delle tante colline che si trovavano nei pressi del bosco.

"Vorrei che tutto questo non finisse mai" sospirò la ragazza, godendosi la leggera brezza che accarezzava loro la pelle

"Già, ma finirà grazie a qualcosa chiamata scuola. Hai già in mente come vestirti?" Chiese l'amico, girandosi su un fianco e fissandola.

Sabine aprì un occhio, per vedere il biondo, e quando lo notò fissarla sospirò, facendo leva sulle braccia e mettendosi seduta.

"Per ora l'unico mio pensiero è come farò a svegliarmi di nuovo presto per entrare lì dentro, i vestiti li sceglierò quella mattina" rispose lei, alzando le spalle con fare indifferente.

Sabine era una ragazza piuttosto semplice, non le piaceva esagerare o strafare, lei preferiva fare tutto al momento, vivere la vita senza programmazioni, e molte volte tutto questo giocava a suo sfavore.

"Quindi verrai vestita come una barbona" constatò Thomas, scuotendo la testa rassegnato. La sua amica era la pigrizia fatta a persona, si chiedeva come potesse mantenere quel fisico slanciato non facendo niente. Sicuramente sarà qualche forma di magia nera...

"Io non ho vestiti da barbona nel mio armadio, solo che non mi piace prepararmi i vestiti una settimana prima. Tra l'altro è solo il primo giorno di scuola del nostro terzo anno di superiori. Nè abbiamo avuti di primi giorni, perché ogni anno sei ossessionato dall'apparire un ragazzo perfetto? A scuola ti conoscono tutti!" Borbottò lei, passandosi una mano tra i capelli corti. Aveva sempre avuto i capelli lunghi, anche fino al sedere, ma quell'estate aveva deciso di cambiare, dando un taglio netto ai capelli e facendosi un taglio scalato, che le arrivava alle spalle. Le piaceva e le stava anche bene.

"Perché possono sempre esserci studenti nuovi e vorrei essere notato da qualcuno di carino" rispose lui, facendole la linguaccia e alzandosi da terra "forza, torniamo a casa" e le porse una mano.

Sabine spostò lo sguardo dall'erba alla mano del suo migliore amico, sbuffò sonoramente e la afferrò, facendosi tirare su.

"Stavo così comoda per terra"

"Tu stai comoda ovunque, basta che il tuo sedere sia appoggiato da qualche parte" alzò gli occhi al cielo lui, prendendole la mano e trascinandola giù dalla collina.

Tornarono poco dopo davanti casa del ragazzo e i due si salutarono, promettendosi di vedersi anche il giorno seguente.

Sabine entrò in macchina e iniziò a guidare verso casa sua. Entrambi i suoi genitori quella sera sarebbero stati al lavoro, quindi lei sarebbe stata da sola con suo fratello maggiore, e il loro cane ovviamente. Sbuffò al solo pensiero di un'intera serata con Alex, che non faceva altro che farle scherzi. Gli voleva un bene dell'anima, ma insomma, i fratelli maggiori sanno davvero come farsi odiare a volte.

Le squillò il telefono, che aveva posizionato sul sedile del passeggero, e girò la testa per vedere chi fosse. Era un messaggio da Alex.

Da Rompiscatole: oggi resto a casa dei miei amici, ordina qualcosa da mangiare. Mamma ha lasciato i soldi sul tavolo.

Sbuffò sonoramente, mentre digitava una risposta al fratello, ma non fece in tempo ad inviare il messaggio che il rumore di un clacson la assordò e i fari la accecarono. Perse il controllo del volante e la sua macchina si scontrò frontalmente con il camion che le venne contro.

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