58 (prima parte)

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Il giorno seguente Pandora tornò da loro con un gran sorriso soddisfatto. Aveva appena innalzato le barriere protettive per tutto il globo e molte delle sue fate erano sparpagliate in giro per il mondo per assicurarsi che non si creassero crepe.

Ormai gli umani erano tutti, nessuno escluso, circondati da una specie di campana di vetro. Era trasparente e magica, perciò per loro era come non esistesse. Anche Thomas ne aveva una, il branco poteva vederla grazie alle loro qualità speciali e ne erano tutti sollevati.

Xavier, al contrario di quanto si sarebbero aspettati, non aveva alcuna barriera protettiva e Pandora li spiegò che essendo un cacciatore di creature fantastiche, non era classificato come "vero umano". Anche perché nel sangue di ogni cacciatore scorreva una sostanza non presente nel sangue umano e non visibile attraverso gli esami del sangue.

"Tranquilla, so proteggermi da solo" rassicurò Xavier la sua fidanzata, la quale era entrata in ansia quando non aveva visto alcuna protezione intorno a lui.

Quelle poche parole sembrarono risollevarla e sorrise, annuendo e prendendo Xavier per mano, stringendola forte, come per darsi coraggio.

Il giorno dopo gli angeli non diedero ancora alcun segno. Sapevano solo che, grazie alle fate, gli angeli stavano iniziando a scontrarsi con la barriera, probabilmente perché voleva trovare altre anime con cui sfamarsi, ma la barriera teneva ancora bene. Almeno così speravano.

Il quarto giorno Pandora arrivò da loro parecchio agitata, portando notizie non molto positive. Gli angeli avevano iniziato a colpire la barriera con le loro armi, procurando delle crepe, non erano ancora profonde, ma non ci voleva molto ad aprirle del tutto. Così Marcus diede l'ordine alla regina delle fate di farli individuare da Dmitry, il quale aveva perso le loro tracce. Pandora annuì e tornò alla radura.

Appena arrivata fece in modo che gli alberi sopra di loro scomparissero e che Dmitry, dal luogo alto in cui si trovava, potesse vederli. E così fu. Il re del male sorrise soddisfatto nel averli finalmente individuati e chiamò il suo esercito di angeli. Presto avrebbero sconfitto quel branco di ragazzini. Avrebbe goduto delle loro morti, ma non di tutti. Due di loro le voleva vive.

Pandora sentì delle vibrazioni negative e capì che il piano aveva funzionato, il suo ex compagno stava arrivando. Chiuse gli occhi e individuò Ashlee tra tutte le sue fate, collegandosi mentalmente con lei.

"È qui" disse soltanto, per poi scollegarsi e avvisare una delle guardie del suo regno, dicendogli di portare tutte le fate al sicuro. Nessuna di loro doveva ferirsi, non ancora...

"Sta arrivando, Pandora lo ha individuato" disse seria Ashlee e i suoi compagni annuirono. Marcus guardò preoccupato Thomas, il quale gli sorrise rassicurante. "Thomas, dobbiamo andare"

"Stai attento" mormorò solo il licantropo, afferrandolo per un polso e guardandolo supplicante

"Anche tu" rispose soltanto il biondo, alzandosi sulle punte e dandogli un bacio sulla guancia, facendolo sorridere ampiamente.

Il ragazzo e la fata sparirono in poco tempo dalla loro vista, portando con sé anche la pozione. Ormai non c'era più tempo.

I sei rimasti si guardarono negli occhi, impazienti e indecisi sul da farsi, quando varie urla squarciarono il cielo. Sentirono intorno a loro tutti gli animali scappare terrorizzati e loro deglutirono, avvicinandosi e unendo le loro schiene, come fosse una posa dei supereroi dei film.

"Non allontanatevi da qui, finché non smettono di volare" mormorò loro Marcus, prima di fermare una freccia che gli stava per bucare il cranio sopra di sé.

Alzarono lo sguardo e videro una folla di angeli precipitarsi a gran velocità verso la terra. Xavier prese le sue armi e tutti gli altri si prepararono all'azione, chi sfoderando i denti appuntiti e chi gli artigli. Non li avrebbero fatti vincere.

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