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Erano due giorni che Sabine evitava Zara e la sua ragazza come la peste. Certo, lei non si sarebbe mai ammalata di peste, ma dettagli.
Xavier e Thomas avevano notato l'umore della ragazza, ma quella non aveva voluto rispondere a nessuna delle loro domande. Non voleva che il suo migliore amico, e tantomeno il suo fidanzato, sapessero che stava male a causa di Zara. Il primo si sarebbe di sicuro arrabbiato nero con il licantropo e il secondo si sarebbe ingelosito inutilmente... sì, assolutamente inutile fare ciò.

Sabine scese dall'autobus a testa bassa, cercando di non incrociare lo sguardo con nessuno. Stava per inviare un messaggio a Thomas, quando sentì l'odore famigliare della sua compagna di branco. Zara era vicina.

Per un momento di debolezza Sabine alzò lo sguardo, incrociandolo con quello verde di Zara, che la guardava quasi implorante. Era tristezza quell'odore che sentiva?

La maggiore socchiuse le labbra, probabilmente con l'intenzione di sussurrare qualcosa che solo lei potesse sentire, quando arrivò Brittany, interrompendo lo scambio di sguardi tra le due.

"Amore, ciao" Esclamò la bionda, saltando alle spalle della more e dandole un bacio sulla guancia

"Bellissima, ciao" rispose in cambio Zara, sorridendo quasi forzatamente alla ragazza. I suoi occhi erano tristi, si vedeva, ma Brittany sembrò non accorgersene

"Chi stavi fissando così insistentemente?" Chiese la sirena, puntando gli occhi nella direzione in cui precedentemente Zara stava guardando, non trovando niente "allora?"

Zara tirò un sospiro di sollievo quando non vide la sua compagna di branco nel punto in cui si trovava prima, ringraziandola mentalmente. Lei la capiva sempre.

"Niente, stavo solo pensando. Andiamo dentro?" Chiese allora la maggiore, sorridendo alla ragazza, che annuì e le bacio delicatamente le labbra

"Facciamo vedere a questa scuola come siamo belle" rispose Brittany, prendendola per mano e trascinandola dentro l'edificio, sotto lo sguardo rassegnato di Sabine. Ormai le aveva perse entrambe.


Sabine e Thomas si trovavano a lezione di letteratura. Il professor Cyrus stava spiegando una tragedia con una passione che sapeva travolgere chiunque. Tranne Sabine, che in quel momento aveva troppi pensieri per la testa per poter pensare alla lezione.

Thomas aveva cercato in tutti i modi di estorcerle delle informazioni sul suo attuale stato emotivo, ma lei non aveva accennato a rispondergli. Era preoccupato e molto.

Quando la campanella suonò tutti gli studenti si alzarono dai propri posti, uscendo dall'aula, anche Sabine e Thomas stavano per uscire, quando il professore chiese alla ragazza di parlare.

"Ti aspetto" mormorò Thomas, ma Sabine scosse la testa

"Vai alla tua prossima lezione, tanto siamo in classi diverse" gli disse la castana, sorridendogli appena e voltandosi poi verso il professore, mentre il ragazzo, seppur titubante, uscì dall'aula

"Allora, che succede?" Chiese il professore, non appena Thomas chiuse la porta dietro di sé. Si alzò dalla sedia e camminò fino ad arrivare di fronte a Sabine, sedendosi poi sul bordo della cattedra e guardando la ragazza negli occhi.

Sabine sgranò gli occhi e si morse il labbro inferiore, chiaramente nervosa, pensando a cosa rispondere.

"Assolutamente niente, posso andare?"

"No. Ti dirò il perché della mia domanda. Allora ultimamente hai saltato parecchie delle mie lezioni, cosa mai successa prima. Oggi ritorni e stai tutto il tempo zitta, guardando il vuoto e pensando a tutt'altro tranne che a cosa stavo dicendo. Quindi ti ripeto, che succede?" Chiese nuovamente il professore, dicendo tutto con tono gentile. Cyrus era un brav'uomo, non era uno di quegli insegnanti che vogliono incutere timore ai propri studenti, lui voleva essere un loro consulente e mentore.

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