Dopo aver salutato Pandora e Ashlee i Roberts se ne andarono con la loro macchina, mentre il resto del branco, meno i Davis, prese il pick-up di Alfred.

Il licantropo accompagnò ognuno a casa propria, lasciando per ultimi suo nipote e il suo fidanzato.

"Siamo arrivati" disse l'uomo, girandosi verso i due seduti sui sedili posteriori. Thomas era abbastanza teso e agitato, mentre Marcus gli teneva la mano, cercando in tutti i modi di tranquillizzarlo "che gli prende?"

"Vuole farmi conoscere i suoi genitori, ma è in ansia" rispose Marcus, per poi sorridere dolcemente al suo ragazzo, il quale gli aveva lanciato un'occhiata omicida

"Questo perché hai otto anni in più di me e, cavolo, mi ammazzeranno" borbottò Thomas, per poi guardare la sua casa fuori dal finestrino "torniamo a casa tua, per favore"

"Io non vi ci porto di certo, scendete qui" borbottò Alfred, facendo un cenno con il capo alla portiera. Il biondo guardò sconvolto l'uomo, per poi mormorare qualche insulto e scendere dall'auto, seguito dal suo ragazzo, che prima ringraziò lo zio del passaggio.

Appena scese Marcus si affiancò subito al più piccolo, stringendogli ancora la mano, infondendogli un po' di coraggio.

"Pronto?" Chiese il licantropo e Thomas sospirò pesantemente, per poi girarsi verso di lui e annuire

"Rimandare non servirà a niente, giusto?" Chiese l'umano e l'altro scosse la testa, ridacchiando leggermente divertito dalla situazione "allora andiamo" e detto ciò si incamminarono verso la porta di casa Wright, suonando il campanello e attendendo che qualcuno venisse ad aprirli.


Sabine sorrise non appena fu sul vialetto di casa sua. Sembrava passata un'eternità da quando se n'era andata. Camminò velocemente verso la porta e suonò il campanello, aspettando che qualcuno la aprisse.

Ad aprire la porta fu Rosalie, con il viso stanco e preoccupato. Aveva delle occhiaie profonde ed era vestita trasandata, non dormiva da giorni. Sabine si sentì in colpa per quello, era colpa sua se sua madre si era preoccupata.

"Oddio, Sabine!" Urlò felice la donna, abbracciando la figlia di slancio e stringendola a sé come non aveva mai fatto prima "Dio, sei viva. Eravamo così in pensiero per te" mormorò la madre, iniziando a riempire il suo viso di baci

"Mamma" borbottò Sabine fintamente infastidita, ridacchiando anche quando la donna si staccò e le chiese scusa "andiamo dentro?"

"Oh sì, scusami tanto. Sarai sicuramente stanca. Cielo, devi raccontarmi tutto. Garett, Alex, Sabine è tornata!" Gridò Rosalie e immediatamente suo fratello corse giù dalle scale, buttandosi, letteralmente, su di lei e facendoli così finire entrambi sul pavimento

"Finalmente sei qui, non sono mai stato così preoccupato per te. A parte quando hai fatto l'incidente, vabbè comunque hai capito" borbottò frasi a caso Alex, rotolando sul pavimento insieme alla sorella, la quale rise divertita

"Mi sei mancato anche tu, rompiscatole" rise lei, per poi alzarlo dal suo corpo e tirarsi su insieme a lui "sono felice di essere qui"

"Siamo felici noi di riaverti qui" disse allora Garett, apparendo dal salotto e mettendosi accanto alla moglie con un gran sorriso

"Papà!" Esclamò felice Sabine, correndo verso il genitore e stringendolo forte "ti voglio bene"

"Anche noi, principessa" mormorò lui, accarezzandole i capelli e poi staccandola da sé, guardandola dritta negli occhi "allora, come è andata la battaglia?"

"Benissimo, stavamo per perdere, ma poi io e Zara abbiamo emesso un'onda di luce e li abbiamo sterminati tutti" raccontò lei emozionata, lasciando interdetti i suoi genitori, che la guardarono tra il confuso e il felice.

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