Prologo

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 - Angolo Autrice -

Ciao a tutti! :D Innanzitutto, grazie di essere qui con me, sia ai nuovi lettori che a quelli che mi seguono dalla prima parte della storia. Finalmente si comincia, non vedevo l'ora :3.
Il prologo vi sembrerà un po' ripetitivo, ma già dai prossimi due capitoli vedrete molte differenze con la versione di Sarah. Mi raccomando, lasciate commenti, pareri, consigli... tutto ciò che pensate sia opportuno. Spero che questo libro riesca ad emozionarvi anche più del primo, così come è accaduto a me. <3

*****

Era il momento, lo sentivo.

Mi avevano descritto centinaia di volte ciò che si provava prima di intraprendere il Viaggio, ma nessun angelo era mai riuscito a rendere l'intensità e la conflittualità delle emozioni che stavo provando in quel momento. Ero terribilmente spaventato, eppure... all'idea di incontrarlo, l'eccitazione attraversava il mio corpo come elettricità. Stavo per conoscere il mio protetto, il motivo per cui ero al mondo; dopo ben diciotto anni di attesa, avrei finalmente potuto vedere il suo volto, avrei potuto fargli sapere della mia esistenza e avrei potuto perfino vedere con i miei stessi occhi il fantomatico mondo degli umani.

Un mondo popolato da esseri privi di ali, dove la Natura aveva dovuto soccombere per le loro innumerevoli necessità e il loro innato egoismo.

Proprio mentre mi perdevo in questi pensieri, le mie mani iniziarono lentamente a brillare di luce propria, confermando le mie supposizioni e gettandomi in un miscuglio di emozioni sempre più forti e discordanti. Le più negative probabilmente venivano dalla mia empatia con lui, o meglio dal dolore che stava provando a causa della sua perdita. Già, perché se io stavo partendo, significava che il mio protetto aveva appena perso tutto ciò che aveva di importante.

Poi, oltre al suo dolore, sentivo crescere l'ansia per l'inizio di quello che noi angeli chiamavano semplicemente "il Viaggio": stavo per essere trasportato in un mondo estraneo per un periodo di tempo indefinito, senza nessun altro con cui poter interagire al di fuori del mio ignaro protetto e, soprattutto, senza Azalee per la prima volta in tutta la mia vita.

D'altra parte non avremmo più potuto stare insieme come prima, ora che l'avevo lasciata. Dopo un'intera vita a desiderarla... non sarei mai voluto arrivare a tanto, ma era chiaro, ormai, che non ero io l'angelo giusto per lei. Non ero riuscito a renderla felice come meritava e così – non riuscivo nemmeno a pensarci – avevo tradito la fiducia che entrambi avevano riposto in me.

Azalee e Uriel, le due persone più importanti della mia vita.

Almeno fino ad ora.

Una strana sensazione di vuoto mi colpì allo stomaco, diramandosi lentamente in ogni parte del mio corpo. Capii che stavo per essere trascinato via e, col fiato ormai corto, guardai per un'ultima volta il paesaggio innanzi a me: le grandi rocce su cui avevo passato momenti indimenticabili con i miei amici, il fiumiciattolo che più di qualunque altro avevo usato per nutrirmi, le chiome illuminate dal sole e infine le distese di soffice erba a perdita d'occhio. Sarei tornato, prima o poi, ma stavo già perdendo interesse per quel luogo. 

Iniziai a non sentire più il peso del mio corpo e chiusi gli occhi per proteggerli dalla luce accecante che mi avvolse all'improvviso

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Iniziai a non sentire più il peso del mio corpo e chiusi gli occhi per proteggerli dalla luce accecante che mi avvolse all'improvviso. Accanto a me non avevo voluto nessuno - mi ero allontanato dal mio gruppo per permettere ad Azalee di stare con loro in serenità - ma ora ne ero pentito: in quel momento avrei voluto i miei amici con me, perché ero letteralmente terrorizzato.

Cosa avrei fatto se il mio protetto non mi avesse accettato? O se non fossi riuscito ad aiutarlo, o... se alla fine avessi deluso anche lui? Stavolta non avrei potuto contare sull'aiuto di nessuno.

Tornai a sentire il peso del mio corpo una manciata di secondi dopo, insieme a una leggera nausea. La prima sensazione che percepii dal nuovo mondo fu la strana stabilità del terreno sotto i miei piedi; era come trovarsi nella terra spoglia degli altipiani del Nord che mi aveva descritto Uriel, nulla a che vedere con le distese di morbida erba tipiche dell'Ovest, tra le quali ero cresciuto. Anche questa sensazione mi era già stata raccontata: ero in un luogo artificiale, probabilmente la casa del mio protetto.

Non appena la luce si dissolse, aprii gli occhi e vidi ammassarsi intorno a me un'enorme quantità di piccoli oggetti mai visti prima. Respirai a fondo, cercando di calmarmi. Lui sarebbe stato già abbastanza spaventato senza bisogno della mia ansia empatica, dovevo farlo per lui. Ma quello non era un problema, già sentivo che avrei fatto qualunque cosa per il mio protetto.

Ignorai la testa che iniziava a girarmi e la nausea sempre più forte, ostentando una finta sicurezza non appena iniziai a distinguere la figura senza ali di fronte a me, che sentii diventare improvvisamente tutto il mio mondo.

Quello che vidi, però, mi lasciò senza fiato.

Lineamenti dolci, contornati da lunghi capelli.

Mi sentii assalire da un'ondata di panico. Non mi stavo sbagliando, il suo aspetto era inconfondibile. Il mio protetto era... una ragazza?

E ora... cosa avrei dovuto fare? Occuparmi di una ragazza sarebbe stato completamente diverso dall'affiancare un maschio, e per giunta lei sembrava estremamente fragile e... di una bellezza disarmante.

Fantastico. Cinque secondi nel mondo umano e mi trovavo già a combattere contro il panico e la confusione più totali: il protetto che avevo sempre immaginato sfacciato, scherzoso e forte, in realtà era una ragazza fragile e... incredibilmente bella

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