Le ore dopo la ricreazione passarono velocemente, una volta che Azalee ebbe chiarito con la mia protetta. Dopo quei interminabili minuti di attesa, la mia ragazza mi raccontò com'era andata con un bel sorriso soddisfatto: Sarah l'aveva ascoltata con attenzione nonostante la diffidenza e sembrava aver finalmente compreso la situazione.
Azalee mi parlò anche della sua impressione di lei, che le era sembrata fragile e dolce, perfetta per stare con un angelo come me. Da come ne parlava sembrava che Sarah le piacesse molto, e in fondo non mi sarei stupito se col passare del tempo fossero diventate amiche. La loro affinità era innegabile.
Quel giorno iniziammo quella che in poco tempo sarebbe diventata una routine: durante le lezioni, Azalee ed io attendevamo i nostri protetti come una qualunque coppia del mondo angelico, per poi tornare indietro in quattro, almeno fino alla casa di Chris che era di strada per quella di Sarah.
Quel primo giorno fu davvero strano passare del tempo in compagnia di tutti e tre, anche se di fatto non parlammo d'altro che di scuola; Chris raccontava molti aneddoti ad Azalee, chiedendo aiuto a Sarah per ricordare i nomi dei suoi nuovi compagni, e Azalee rispondeva con entusiasmo ed allegria, mentre Sarah ed io eravamo più silenziosi, ma stavamo sempre l'uno accanto all'altra. Per il momento ci bastava: a differenza di loro, noi avremmo avuto tutto il giorno per chiarirci e poter parlare tra di noi.
Sarah, però, stavolta non perse tempo. Si fermò con un sospiro non appena restammo soli.
«Azalee mi ha detto tutto» iniziò subito. La strada che ci portava a casa era poco frequentata e nessuno poteva vederla parlare al vento.
«Lo so. Lei è sempre stata brava in queste cose, perciò mi sono fidato e l'ho lasciata fare». E ora, finalmente, avremmo potuto chiarirci del tutto.
«Hai fatto bene, finalmente ho compreso la situazione».
Non mi guardava, ma sorrideva. Sembrava aver finalmente ritrovato la serenità.
«Quindi sono perdonato?».
Mi sforzai di sorridere anch'io. Volevo fingere di scherzare, ma temevo davvero che una parte di lei mi avrebbe portato il fantomatico "rancore umano" per chissà quanto tempo. Invece nel suo sguardo di risposta trovai solo rimorso. Si avvicinò a me e posò la fronte sul mio petto, con le braccia conserte come se ancora si vergognasse.
«Certo. E scusami» sussurrò.
Mi guardai intorno per assicurarmi che ancora nessuno potesse vederla e, trovando la strada libera, la avvolsi tra le mie braccia.
«No, scusami tu. Sono stato io a creare tutti questi problemi».
Solo a quel punto la sentii rilassarsi e abbandonare la sua postura rigida. «Dimentichiamo questa storia, ok?» concluse.
Annuii, sapendo che poteva sentire i movimenti del mio viso sul suo. Non desideravo altro che vederla di nuovo serena.
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My Only Reason
FantasyAbel è un giovane angelo come tutti gli altri nel suo mondo, che a 18 anni ha già dovuto affrontare diversi ostacoli. Ha sempre vissuto accanto alla ragazza che amava, trovandosi a dover accettare di non essere l'angelo giusto per lei a causa del su...