Al termine di quel dolcissimo bacio, i nostri visi si posarono delicatamente l'uno sull'altro come l'ultima volta in cui le avevo confessato i miei sentimenti. Stavolta, però, non c'era nulla di sbagliato in quel gesto. Mi sembrava di scoppiare dalla gioia.
Finalmente potevo stringerla tra le mie braccia e manifestare il mio amore per lei, senza alcuna limitazione. Quel mondo mi sembrò essersi improvvisamente trasformato nel paradiso, quello vero.
Da quel momento la stanza cominciò a starmi stretta; fuori c'era un meraviglioso mondo di sole e di fiori primaverili che fino ad allora avevo potuto solo guardare in solitudine, ma d'ora in poi sarebbe stato tutto diverso.
«Usciamo» le proposi di punto in bianco. Non ce la facevo ad aspettare ancora.
Sarah era ancora imbarazzatissima, a malapena riusciva a guardarmi. «Come?».
«Andiamo fuori da qui. Ormai quelle odiose regole non hanno più senso, e poi sono troppo felice per restare chiuso in casa».
Accettò la mia proposta con un bellissimo sorriso allegro che mi scaldò il cuore.
Non appena uscimmo, visto che nei paraggi non c'era nessuno, appoggiai il braccio intorno alle sue spalle proprio come se fossimo una comunissima coppia umana. L'avrei voluta accanto a me in quel modo per sempre, a qualunque costo. Anche se era inutile, sapevo già che avrei lottato con tutte le mie forze per restare con lei. Ciò che provavo in quel momento era troppo bello per poterci rinunciare.
Passeggiammo con tranquillità nel bel parco vicino alla scuola, abbracciati in quel modo per tutto il tempo, fino a che non arrivammo nella solita piazzola con la fontana e i pesci rossi. Sarah si andò a sedere sul muretto della vasca e io subito le fui accanto.
«Vorrei rimanere così per sempre» sussurrò quasi sovrappensiero, mentre giocava con le mie mani intrecciate alle sue.
«Già, anche io». Se solo fosse stato possibile...
La sentii irrigidirsi. Non doveva essersi accorta del tasto dolente che aveva toccato. «Tu hai idea... di quanto tempo abbiamo?».
Quasi mi stupii di sentirglielo chiedere. Mi aspettavo che si sarebbe rifiutata anche solo di pensarci, almeno per oggi.
«Non so, qualche giorno» supposi. Probabilmente agli arcangeli sarebbe servito un po' di tempo per decidere il da farsi.
«Credi che dovremmo nasconderci? Forse non è prudente stare all'aperto».
I suoi bellissimi occhi, ora, mi guardavano attenti. Sarah non sapeva nulla degli arcangeli e mi resi conto che doveva essersi fatta un'idea tutta sua di chi sarebbe venuto a prendermi, sicuramente molto più umana di quanto non fosse realmente. Nascondersi o fingere non sarebbe servito a nulla, purtroppo. Non si potevano contrastare gli arcangeli, ma non ero sicuro di riuscire a farlo capire a Sarah, che ora stava tirando fuori tutto il suo coraggio e la sua determinazione pur di difendere la nostra storia.
In realtà Uriel poteva benissimo occuparsi di queste cose da solo e senza difficoltà, anche se prima di arrendersi all'evidenza avrebbe sicuramente cercato di rimediare in qualche modo, di questo non dubitavo. Magari per una cosa così grave si sarebbe fatto consigliare dall'arcangelo Raphael, suo mentore, se non perfino... dai due arcangeli più anziani.
Sussultai, mentre Sarah era ancora persa nei suoi pensieri. Come avevo fatto a non pensarci? Gli arcangeli maggiori erano abbastanza anziani da intuire il futuro con ottime probabilità di successo, e se Sarah ed io non potevamo fare a meno di amarci, loro dovevano averlo capito già da tempo. Di sicuro avevano subito allertato Uriel, per cui... lui lo sapeva già.
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My Only Reason
FantasyAbel è un giovane angelo come tutti gli altri nel suo mondo, che a 18 anni ha già dovuto affrontare diversi ostacoli. Ha sempre vissuto accanto alla ragazza che amava, trovandosi a dover accettare di non essere l'angelo giusto per lei a causa del su...