39 - L'ora della verità

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Osservai Sarah e David da lontano, mentre si scambiavano qualche frase ai due lati della rete, poi la mia protetta uscì dal nostro giardino e andò a casa sua, dove avrebbe potuto parlargli con più calma.

Mentre si allontanava, costretta ad ignorarmi, mi avvicinai alla rete di confine, osservandola mentre attraversava il vialetto di David e si chiudeva in casa con lui. Che strano... sembrava essere già tornato il ragazzo dolce e affabile di sempre.

Io, invece, mi sentivo più teso che mai; non riuscivo a smettere di chiedermi cosa potesse volere David da lei. Beh, non c'era un momento migliore di questo per rifletterci a fondo.

Mi appoggiai alla recinzione, alzando lo sguardo verso le stelle per cercare calma e concentrazione.

Era molto probabile che lui l'avesse vista interagire con me, creatura che non vedeva, ma questo, ad esempio, non giustificava la sua avversione improvvisa per l'Abel che conosceva. Piuttosto, in questo caso avrebbe dovuto essere intimorito dalle strane azioni di Sarah degli ultimi mesi, invece sembrava tutt'altro che spaventato.

Inoltre, il suo comportamento era cambiato solo di recente. Cosa c'era, ora, di diverso da prima? C'era la nostra storia proibita, certo, ma se lui non mi vedeva non avrebbe potuto collegare l'Abel che conosceva agli strani comportamenti di Sarah.

Qualcosa non tornava. Doveva esserci un errore nel mio ragionamento, ma cosa? Che David facesse solo finta di non vedermi? Mi sembrava impossibile che un essere umano fosse riuscito a non farsi mai distrarre dalle mie parole, a non mettere mai a fuoco lo sguardo su di me nemmeno quando lo avevo appositamente messo alla prova, ma... non trovavo nessun'altra spiegazione.

Affondai il viso nei palmi delle mani, cercando di non desistere. Dovevo considerare l'eventualità che David potesse vedermi, anche se mi sembrava impossibile.

Questo apriva un'infinità di altre possibilità.

Provai a mettere insieme tutte le informazioni che avevo, come tanti pezzi di un puzzle che non combaciavano:

Primo, David era il prototipo del ragazzo ideale di Sarah.

Secondo, aveva conquistato il suo cuore da molto, ma era sempre rimasto nell'ombra.

Terzo, il suo comportamento era cambiato all'improvviso, nello stesso periodo in cui Sarah ed io ci eravamo innamorati.

Poteva essere stato davvero il nostro legame, a farlo cambiare? Ripercorrendo gli ultimi mesi a ritroso, riuscii ad individuare il giorno in cui lui aveva visto quel nostro legame la prima volta: la notte di Natale. Lei lo aveva lasciato da solo per correre da me.

In fondo non era la stessa azione che aveva spaventato Azalee e Chris? Se mi sforzavo di ricordare, in effetti, il suo atteggiamento aveva già iniziato a modificarsi da allora, con piccoli gesti che subito avevano mandato la mia protetta in confusione.

Quindi... David era cambiato fin dalle prime azioni anomale di Sarah nei miei confronti. Significava che era sempre stato contro la nostra potenziale storia. Beh, perché no? Se mi vedeva, non aveva certo bisogno di ottenere informazioni da Sarah per sapere degli angeli e di quanto fosse sbagliata una relazione tra noi. Così tutto aveva senso: le sue domande insistenti non miravano a conoscere il suo segreto, ma il rapporto che lei aveva con me.

Mi accorsi che le mani mi stavano tremando. Se David sapeva già tutto, voleva dire che nascondeva qualcosa già da prima del mio arrivo, eppure lui abitava accanto a Sarah da qualche anno prima di me. Possibile che fosse un caso? No, era praticamente impossibile, esisteva un solo angelo per ogni milione di esseri umani, restavamo in questo mondo solamente per uno o due anni e lui... era capitato proprio accanto a Sarah e proprio in questo periodo? Qui, dove c'era già l'incredibile coincidenza di Azalee e me?

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