Capitolo finale - Finalmente insieme

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La casa di David era silenziosa, luminosa e perfettamente ordinata. Uriel vi era già tornato un paio di volte per coprire la scomparsa del suo alterego, preparando nel frattempo tutto ciò che sarebbe servito a me durante la convalescenza: cibo nella dispensa, qualche vestito della mia taglia, tende tirate per non attirare i curiosi e documenti modificati con il mio nome e il mio aspetto. Ufficialmente, in quel momento ci trovavamo in casa mia.

Uriel mi portò nell'unica camera, dove mi chiese di sedermi sul letto e per poi mettersi di fronte a me, su una sedia da scrivania. Riuscì ad assumere un tono rassicurante nonostante fossimo entrambi tesi.

«Tra poco ti chiederò di visibilizzarti. Quella sarà solo una trasformazione provvisoria, dopodiché starà a me renderla definitiva» iniziò a spiegarmi. «Quando ti trasformerò sentirai cambiare la tua struttura interna: perderai la predisposizione alle ali e alcuni organi vitali angelici lasceranno il posto a quelli umani, portandoti dei crampi molto forti; il peggio passerà nel giro di quattro o cinque minuti, ma continuerai a risentirne per diversi giorni o anche per settimane, se come credo non riuscirai a startene a riposo come devi. In ogni caso, sarai in grado di alzarti per piccoli periodi già dopo poche ore. Cerca solo di non strafare».

«D'accordo».

Lo sguardo di Uriel era pieno di preoccupazione...

«Non appena la trasformazione sarà completa smetterai di vedermi» riprese.

Questo in effetti lo avevo immaginato, dato che sarei diventato un umano qualunque. «E tu andrai da Sarah?».

«Non subito. Per sicurezza me ne andrò solo dopo che i crampi più forti saranno finiti, quando lei sarà già nelle vicinanze per tornare a casa dalle lezioni. Dopo il ritorno di Azalee ho dovuto separarla dal mondo degli angeli, per cui non può vedermi; l'attirerò qui senza che ne sappia nulla e mi assicurerò che ti veda, poi dovrai essere tu a spiegarle tutto».

«Va bene, non c'è problema».

Uriel sospirò e venne a sedersi sul letto accanto a me, lasciandomi percepire per un secondo tutta l'ansia che stava reprimendo. Era incredibile come la sua vicinanza mi apparisse così naturale nonostante tutti quegli anni di distanza...

«Quando vi sarete riuniti, il mio compito sarà concluso e me ne andrò via. Non sarai più un mio protetto, di conseguenza non avrò più nessun diritto di tornare indietro e non potrò mai più percepire un tuo eventuale bisogno di aiuto, perciò ricorda sempre quello che ti ho insegnato e... la tua promessa di fare attenzione».

«Lo farò, te lo prometto».

Uriel annuì, sorridendo appena. «C'è un'altra cosa che dovresti fare per me, Abel» continuò. «La sera in cui mi sono arreso a portarti via ho scritto una lettera per Sarah. Temevo che qualche imprevisto mi avrebbe costretto a rivelarmi e non sapendo se avrei potuto riportarti indietro ho... voluto spiegarle alcune cose. Si trova in fondo al cassetto della sua scrivania, l'ho nascosta in modo che non la trovasse subito. Puoi fargliela leggere?».

«Certo. E le spiegherò tutto ciò che hai fatto per noi» gli assicurai. Altrimenti Sarah avrebbe creduto cose orribili su di lui, quando invece Uriel aveva sempre e solo agito per il nostro bene...

«Ti ringrazio». Accennò un sorriso velato di preoccupazione. «Adesso trasformati. Non facciamola attendere ancora».

Non me lo feci ripetere. Mi immersi nella luce bianca che portò via per sempre il mio vero corpo e le mie ali, trasformandomi con un tale entusiasmo che sul momento non sentii alcun rimpianto. Il corpo umano che ne riemerse, però, iniziò subito a tremare e a pompare adrenalina. Non credevo di essere così spaventato... Uriel sembrò preoccuparsi per le mie condizioni, tentò di tranquillizzarmi ed io, col mio carattere umano, mi ritrovai ad abbracciarlo aggrappandomi a lui come un ragazzino.

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