Sarah mi propose di passare la domenica in un parco naturale che aveva scoperto di recente, con un tempismo fin troppo perfetto per essere una coincidenza. Al mattino, di buonora, prendemmo ben due autobus fino ad arrivare in un enorme parco che non avevo mai visto prima. Era così grande che per un attimo mi sembrò di essere tornato nel mio mondo... persino Sarah ne era entusiasta.
Ci addentrammo lungo la stradina principale, ritrovandoci immediatamente immersi in una natura incontaminata - cartelli e recinzioni a parte - con distese erbose, boschetti, tantissimi fiori e perfino un piccolo ruscello. E poi gli animali, che spettacolo! Non ne avevo mai visti di liberi in mezzo alla natura. Sarah aveva trovato il modo perfetto di distrarmi dal pensiero di Azalee, e anche lei sembrò divertirsi molto. Fu attratta soprattutto, alla fine di quella bellissima giornata insieme, dall'immagine del sole che tramontava tra gli alberi: una scena che per me era molto familiare ma che in questo mondo, in effetti, non avevo mai visto.
Mentre lo guardavamo sparire lentamente tra le chiome mi lasciai andare ad un sospiro nostalgico. Nel mio mondo Azalee ed io guardavamo sempre il tramonto insieme, volando a volte anche fino all'oceano, perché lì era ancora più bello. La mia ex mi era tornata in mente più di una volta, quel giorno. Se Sarah non avesse trovato il modo di distrarmi, per me quella domenica sarebbe stata un incubo.
Passai tutta la notte a tentare di scacciare i ricordi, primo tra tutti quello che aveva dato inizio a tutto: il giorno in cui Azalee ed io ci eravamo messi insieme. Era un ricordo così vivido e intenso che mi sembrava accaduto solo pochi giorni prima, quando invece era già passato un anno e mezzo.
Era stato durante uno dei nostri viaggi in giro per l'Ovest. Azalee mi piaceva da sempre, ma si era innamorata di Uriel già da molto tempo e i due anni che erano seguiti alla sua partenza erano stati orribili per entrambi, specialmente per lei, perciò fino ad allora non avevo mai nemmeno pensato di dichiararle i miei sentimenti, seppur palesi. In quel periodo, però, Azalee sembrava stare meglio: aveva ripreso a sorridere, a godere delle chiacchierate con il nostro vecchio gruppo e a divertirsi nel fare insieme dei piccoli viaggi come quello.
Quel pomeriggio ci stavamo riposando ai piedi di un albero, sdraiati l'uno accanto all'altra dopo un lungo volo. Eravamo così vicini che, quando ci girammo per chiacchierare, il mio cuore prese a battere all'impazzata. Starle accanto ogni giorno senza dirle cosa provavo era diventata una sofferenza e così, colto di sorpresa dalla nostra prossimità, quel giorno mi arresi e mi lasciai andare all'impulso di avvicinare le mie labbra alle sue, pur sapendo di andare incontro a un rifiuto. Anche se allora non potevo saperlo, stavo già sviluppando il carattere istintivo che presto avrebbe rovinato ogni cosa.
Lei esitò. Si scostò un pochino, e senza mai distogliere lo sguardo pronunciò le parole che più temevo.
«Mi dispiace, Abel, io... non riesco a dimenticarlo». I suoi occhi sembravano implorare il mio perdono, come se fosse una colpa.
Sapevo già che lei gli apparteneva. Lo sapevo da prima che l'Azalee preadolescente mi chiedesse, rossa di imbarazzo, cosa sarebbe accaduto se un giorno si fosse innamorata del nostro arcangelo; di colui che per tutta la vita avrebbe dovuto proteggere e gestire un quarto del nostro mondo con tutti gli angeli e gli umani ad esso collegati. Non ne dubitai nemmeno quando lui partì: il cuore di Azalee apparteneva ad Uriel, e io l'avevo persa il giorno in cui, a soli undici anni, l'avevo convinta a tornare da lui in quel boschetto.
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My Only Reason
FantasíaAbel è un giovane angelo come tutti gli altri nel suo mondo, che a 18 anni ha già dovuto affrontare diversi ostacoli. Ha sempre vissuto accanto alla ragazza che amava, trovandosi a dover accettare di non essere l'angelo giusto per lei a causa del su...