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Volai via fino a che la casa non divenne un puntino, e poi volai ancora e ancora, con tutta la forza delle mie ali.

Ero furioso con me stesso. Avevo lasciato sola Sarah dopo la nostra prima discussione, mentre doveva prendere una decisione difficile ed estremamente importante per la sua vita. Ancora una volta mi trovai a pensare che Azalee avrebbe disapprovato il mio comportamento, perché ancora una volta io avevo sbagliato. Ma se non riuscivo a non influenzare la sua scelta con le mie preoccupazioni egoistiche, che altro avrei potuto fare?

Nel mio mondo, quando non sapevo come affrontare una situazione, chiedevo consiglio ad Azalee. Lei aveva sempre una soluzione razionale per tutto e, anche quando non eravamo d'accordo, alla fine della discussione mi rasserenava con i suoi sorrisi e il suo affetto incondizionato. Era inutile negarlo, Azalee mi mancava molto. Fin dal mio primo giorno in questo mondo.

Continuai a volare per ore, cercando di scaricare abbastanza tensione da restare calmo davanti a qualunque decisione avesse preso la mia protetta.

Quando tornai a casa, ormai, era buio pesto. Probabilmente era passata la mezzanotte, perché al dolore alle ali ormai fuori allenamento sentii sommarsi la stanchezza di quella lunghissima giornata.

Attraversai la parete ad occhi chiusi, trovando il soggiorno buio e silenzioso. Quando i miei occhi si abituarono all'oscurità, mi accorsi che Sarah era ancora lì. Si era addormentata sul divano, con la copertina estiva che le copriva le gambe. Compresi che era rimasta ad aspettarmi in piedi fino ad addormentarsi, e mi sentii un mostro per ciò che avevo fatto.

In un secondo mi ritrovai in ginocchio davanti al divano, a scostarle una ciocca di capelli che le copriva il viso.

Non sembrava per nulla serena... aveva il respiro un po' accelerato e le sue mani stringevano la stoffa del piccolo cuscino su cui aveva appoggiato il viso. Se davvero accanto a me si sentiva sola, allora perché ora dormiva con quell'aria tormentata, quando invece in mia presenza aveva sempre un sorriso sereno perfino nel sonno? Ero stato uno stupido, avevo tratto le mie conclusioni senza nemmeno lasciarle il tempo di spiegarsi.

Guarda cos'hai fatto, mi rimproverai. D'ora in poi avrei dovuto fare molta più attenzione.

Decisi di portarla a letto. Le raccolsi sulla spalla i lunghi capelli che scendevano fin quasi al pavimento e la presi tra le braccia, facendo attenzione a non svegliarla. Era leggerissima, così esile e priva di ali... Pur continuando a dormire, cercò un nuovo equilibrio tra le mie braccia fino a appoggiare il viso sulla mia spalla. Sentivo sulla mia pelle il suo respiro regolare... mi fece tanta tenerezza da restituirmi il sorriso. 

La portai nella sua stanza e la lasciai a malavoglia sotto le coperte, incapace di allontanarmi

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La portai nella sua stanza e la lasciai a malavoglia sotto le coperte, incapace di allontanarmi. Se fosse andata a vivere con questo Chris, probabilmente sarei rimasto spesso a guardarla dormire, rubando al mio sonno preziosi momenti di tranquillità in cui la mia protetta sarebbe stata solo mia. Peccato che lei non si sarebbe nemmeno resa conto della mia presenza, proprio come nel resto della giornata, a causa del suo amico e di suo padre.

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