Quando riaprii gli occhi, il mio arcangelo era ancora immobile affianco a me. Avrebbe dovuto urlarmi contro la sua rabbia ed andarsene disgustato, invece rispettava il mio silenzio con infinita pazienza. Non riuscivo a parlare, né a muovermi; non riuscivo ad accettare l'idea che non avrei mai più rivisto Sarah in tutta la mia vita.
Lei ora stava sicuramente piangendo, lasciandosi andare allo sconforto solo dopo avermi detto addio col sorriso, pur di trasmettermi un minimo di serenità. Azalee doveva essere sconvolta quanto Sarah, ma erano insieme, questo era l'importante. Presto sarebbe arrivato anche Chris, il mio vero protetto al quale non avevo mai dedicato nemmeno un minuto del mio Viaggio... avrebbe sentito che una piccola parte di lui non era più in quel mondo, ma non se ne sarebbe curato per far forza a Sarah.
Restatele accanto al mio posto, vi prego. Non riuscivo a pensare ad altro che a questo.
«Abel, adesso devi cercare di calmarti».
Trasalii alla voce del mio arcangelo. Mi accorsi solo allora di essere fuori di me; tremavo incontrollatamente e respiravo a fatica.
Riuscii a calmarmi solo dopo qualche minuto, e non del tutto. Dopodiché, a causa della resistenza al trasferimento, nei miei muscoli non rimase più nemmeno un briciolo di forza. Sarei crollato a terra se non ci fosse stato lui a sostenermi.
A sua volta, chinò il capo verso di me fino ad appoggiare la fronte alla mia spalla. Mi stupì così tanto che per qualche secondo pensai che tutto ciò non fosse reale.
«Perdonami, Abel».
«Per...» mi mancava ancora l'aria e perfino la forza per parlare. «Perdonarti?».
«Ho fallito. Ho basato tutto sui vostri sentimenti di allora senza pensare che le cose sarebbero potute cambiare. Tutto quello che ho fatto non è servito a nulla ed ora sarete voi a pagarne le conseguenze».
Non mi sarei mai aspettato parole simili... mi stava trasmettendo più sentimenti in quel momento che negli ultimi tre anni di vita insieme. Ma perché si scusava, dopo tutti i sacrifici che aveva fatto per noi?
«Non c'è nulla che io debba perdonare a te, Uriel. Hai fatto tutto ciò che era in tuo potere per aiutarci e te ne sarò grato per tutta la vita. Vorrei solo... che non ti fosse costato così tanto». Mi sentivo terribilmente in colpa nei suoi confronti.
Non rispose. Si abbandonò sull'erba accanto a me e restammo intere ore in silenzio, persi ognuno nei propri pensieri. Per tutto il tempo pensai senza tregua a Sarah e a cosa le stesse accadendo, fino a che Uriel non si alzò per parlarmi.
«Dovresti sentirti meglio, adesso. Vieni con me».
Prese il volo senza attendere una risposta. Dovetti usare le poche forze recuperate per seguirlo fino alle sponde del fiume sulle quali eravamo cresciuti; i grandi sassi bianchi, la corrente pigra, l'erba folta e luminosa... qui tutto sembrava rimasto immutato, mentre per me ormai nulla era più come prima.
«Bevi». Aveva l'aria di essere un ordine.
«Non sono sicuro che sia una buona idea» lo avvertii.
«Non discutere». Appunto.
Il suo tono intransigente non mi lasciò scelta. Mi chinai a bere, e dopo nemmeno un paio di sorsi mi sentii lo stomaco diventare un sasso.
«Infatti è stata una pessima idea» mi lamentai.
«E' normale che faccia male se sei così teso, ma devi resistere e rimetterti in forze in fretta, perché c'è una cosa che dobbiamo fare».
Dobbiamo? «Qualunque cosa sia, ti sarà più facile farla da solo». Non mi importava di fare nulla ora che Sarah non c'era più.
Invece di rispondermi, venne a sedersi proprio accanto a me, come non faceva ormai da chissà quanti anni. Da quel momento non mi chiese più nulla per tutto il giorno, se non di bere ogni tanto e di restare ad assorbire la luce del sole per recuperare le forze.
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My Only Reason
FantasyAbel è un giovane angelo come tutti gli altri nel suo mondo, che a 18 anni ha già dovuto affrontare diversi ostacoli. Ha sempre vissuto accanto alla ragazza che amava, trovandosi a dover accettare di non essere l'angelo giusto per lei a causa del su...