21 - Non può essere amore

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Arrivammo dai nostri protetti quando stavano già sistemando i libri per tornare ognuno a casa propria. Chris era piuttosto nervoso, e anche Sarah non sembrava sentirsi a suo agio, in compenso nessuno sembrava aver scoperto nulla della loro situazione, per cui doveva essere andato tutto liscio.

Il gruppo di amici si salutò alla porta, e così come Azalee aveva previsto ci trovammo ben presto noi quattro da soli, in un'atmosfera talmente tesa che si sarebbe potuta tagliare con un coltello.

Camminavamo nel completo silenzio in una strada semi buia, e vedendo Sarah sempre più in difficoltà decisi di intervenire con un argomento a caso.

«E' andato bene lo studio?» tentai.

«Sì» mi rispose lei, con una cadenza poco soddisfatta. «Anche se speravo di fare di più. Per fortuna avevo studiato anche per conto mio».

«Anch'io l'ho fatto» si inserì Chris con un sorriso incerto che non era da lui. «Sapevo che non avremmo combinato nulla».

Il sorriso di Sarah era molto più dolce. «Immaginavo che lo avresti fatto anche tu».

«Hai finito di studiare tutto?».

Azalee catturò il mio sguardo e rallentò, ma avevo già iniziato a rallentare anch'io. La tensione tra loro era calata ed era arrivato il momento di lasciarli chiarire.

Ci facemmo superare di diversi metri, fino a non sentire più il loro discorso. Tutto ciò non mi piaceva per nulla, non mi sentivo sicuro a lasciarli soli.

«Grazie» mi distrasse Azalee mentre la mia mente era ancora con la mia protetta.

«Speriamo che funzioni, piuttosto».

«Funzionerà».

Vidi Sarah girarsi verso di noi, trovandoci ben più lontani di quanto credesse, e sperai vivamente che non rimanesse male per quella mia scelta. Più tardi le avrei spiegato tutto, ma adesso l'unica cosa che importava era che questa storia si risolvesse.

Chris era così agitato che lo sentivo anche a distanza, nonostante ciò non perse tempo e disse tutto d'un fiato quello che immaginai essere il suo discorso, ottenendo in qualche modo di far sorridere la mia protetta. Era da giorni che non la vedevo sorridere con tanta allegria...

«Sembra che sia andata bene». Azalee sembrava anche più felice di Sarah.

«Così pare».

Avrei voluto provare anche io tutta quella soddisfazione, invece mi sentivo solo in ansia. Ora i nostri protetti si erano fermati l'uno accanto all'altra nella penombra di un lampione, ed erano vicini, troppo vicini. Fino a che Sarah stessa non si gettò tra le sue braccia per poi stringerlo forte.

Per un secondo non respirai.

Perché? Perché quel gesto?

Non aveva mai abbracciato nemmeno me in quel modo, allora perché l'aveva fatto con lui? Che significava? Che sentimenti denotava?

Sembravano così felici stretti in quel modo... Le braccia di Sarah al suo collo, i loro visi così vicini da sentire l'uno il calore dell'altra, le braccia di Chris strette sui suoi fianchi. Durò meno di un paio di secondi, ma furono sufficienti a nausearmi.

Nemmeno mi accorsi di aver accelerato il passo. Azalee mi seguì senza dire una parola e in poco tempo eravamo di nuovo accanto a loro. Quel ragazzino adesso mi stava contagiando con una gioia fastidiosa, che avrei voluto fargli passare con le mie stesse mani. Dovevo assolutamente calmarmi, Sarah era felice e finalmente serena, perciò doveva andare bene così.

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