30 - Tutto si risolve

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Dopo aver affrontato insieme la questione dei miei sentimenti, l'imbarazzo di Sarah nei miei confronti sembrò diminuire notevolmente. Tuttavia decisi di non accompagnarla a scuola ancora per un giorno poiché non mi sentivo pronto ad affrontare cinque lunghe ore con Azalee; ero piuttosto sicuro che lei sarebbe tornata a scuola quel giorno stesso affinché Chris non saltasse altre lezioni.

Così Sarah andò di nuovo via da sola, e al suo ritorno mi raccontò con un certo entusiasmo di aver parlato con Chris, che da buon amico si era limitato a preoccuparsi per lei, e con Azalee, che le aveva detto di non essere arrabbiata con nessuno di noi due.

In realtà io questo lo sapevo già. Ciò che mi preoccupava di Azalee erano le sue condizioni e il modo in cui si sarebbe evoluto d'ora in poi il nostro rapporto. Dopo una vita vissuta insieme... non riuscivo nemmeno a immaginare di perderla per sempre.

Nonostante queste preoccupazioni, il week end che seguì fu molto piacevole. Sarah tornò ad essere la ragazza solare di sempre e non ci furono lunghe ore scolastiche a dividerci. Avrei tanto voluto portarla in uno qualsiasi dei bei posti che avevo scoperto lì attorno, ma le regole erano regole, perciò mi accontentai di godermi la sua presenza in casa, scambiando con lei qualche frase ogni tanto come se la mia dichiarazione non fosse mai avvenuta.

Il lunedì mattina arrivò troppo in fretta, e con lui il momento di affrontare la mia – nuovamente - ex. All'entrata di scuola Sarah dovette notare la mia tensione e decise di attenderla insieme a me sulla panchina in pietra, dove i nostri amici non tardarono ad arrivare, insieme anche loro. Chris era così preoccupato che mi contagiò subito, e Azalee... stava ancora molto, molto male.

Come aveva sempre fatto, Azalee aveva reagito al dolore chiudendosi in una sorta di guscio. Dopo che i nostri protetti se ne furono andati in classe non fece altro che stare sulla panchina in silenzio, con le braccia strette attorno alle ginocchia e lo sguardo perso nel vuoto.

«Mi dispiace tanto, Azalee» ammisi quando non ne potei più di quel silenzio.

Lei non si voltò, sembrava non ascoltarmi nemmeno.

«Vorrei tanto poterti evitare questo dolore, devi credermi» perseverai. Avevo già passato anni a parlarle mentre era in quello stato, scoprendo solo alla fine che in effetti mi aveva sempre ascoltato. «L'affetto che provo per te non è cambiato... ciò che più mi spaventa in questo momento è proprio di perdere il legame che ci ha sempre uniti».

Azalee rivolse un sorriso amaro al terreno. «Parli come se a me non importasse».

«So che non è così, ma adesso avresti tutte le ragioni per non volermi più vedere».

«Non potrei mai volere una cosa del genere» si stupì, riuscendo finalmente a reagire.

Prese lentamente il mio viso tra le sue mani, nonostante fosse sul punto di piangere.

«Io ti amo, Abel. Ho bisogno di te, se non come mio ragazzo almeno come amico. Abbiamo condiviso tutta la vita e questo legame non si interromperà solo perché ora non saremo più fidanzati. So che provi ancora l'affetto che c'è sempre stato tra noi e questo mi basterà. Anch'io vorrei continuare a stare in tua compagnia».

Tentò un sorriso che allo stesso tempo mi tranquillizzò e mi strinse il cuore. Non mi aspettavo che sarebbe riuscita a perdonarmi così facilmente per una cosa tanto grave...

«Ma... avermi accanto non ti farà stare peggio?» mi preoccupai.

«Certo che no, se non perderemo le nostre vecchie abitudini».

«A questo punto direi di no» concordai, ricambiando il suo sorriso.

Azalee si appoggiò cautamente al mio braccio, esitando nel compiere un gesto che un tempo per noi era comunissimo.

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