38. Essere l'amore

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38. Essere l'amore

La sensazione che provai quando realizzai che l'uomo ad aver bussato alla mia porta era proprio mio padre, quella persona colpevole in parte della mia infelicità nel corso del tempo, è inspiegabile. Forse non è simile ad una sola emozione, bensì a molteplici messe insieme: quell'emozione è paragonabile a ciò che provai quando lessi la lettera che lui mi lasciò a Toronto, il giorno in cui lui sarebbe dovuto venire con me a Fort Myers e cambiare finalmente il corso della sua vita; quell'emozione è paragonabile al dolore che provai quando un medico mesi prima mi disse che c'era una probabilità che mia figlia avesse contratto la leucemia; è paragonabile alla gioia e all'immenso amore che sentii esplodermi nel petto quando strinsi fra le braccia per la prima volta quella persona che avevo atteso di vedere per una vita intera ed è quasi come ogni volta che vedo Charlotte sorridermi. Ma è anche paragonabile al vuoto nel petto che sentivo da un anno a quella parte ogni volta che mi mettevo a letto; al terrificante brivido che mi percorreva la schiena quando sentivo - e sapevo nel profondo - di non riuscire a controllare una banale situazione; la sensazione che provai non appena vidi mio padre fuori dalla mia porta fu esattamente come quando le emozioni si impadronivano di me, facendomi diventare le mie paure più grandi.

Lui mi sorrise. Quella però non fu una reazione dettata dall'imbarazzo, ma da ciò che provava davvero. Fu come prendere un profondo e meritato respiro dopo essere rimasti sott'acqua per troppo tempo.

Studiò attentamente il luogo in cui si trovava, io invece non riuscii a staccare lo sguardo da lui: ero paralizzata. Trovarlo lì era l'ultima cosa che al mondo mi sarei aspettata e, detto sinceramente, ero convinta di non vederlo mai più da nessuna parte. Ero certa di non poterlo più incontrare, almeno in questo mondo.

Non riuscii ad evitare di notare il modo in cui era vestito, ma non perché era appariscente o perché non gli stava bene addosso. Ero sicura che avesse scelto la camicia più bella per venire a bussare alla mia porta.

"Ci si rivede, in un modo o nell'altro" disse con una nota di sarcasmo. La sua voce era più bassa del solito ed anche un po' tremante: era agitato anche se non voleva farlo vedere.

Sentii il bisogno di respirare profondamente. Non credevo ancora ai miei occhi, sembrava essere tutto un sogno, un circolo vizioso che per un momento mi fa assaporare la felicità, facendomi credere che non ci saranno più delusioni, per poi gettarmi in un abisso senza fine.

Il cuore mi batteva forte nel petto e sentivo le gambe tremare. Non volevo che lui mi illudesse, almeno non un'altra volta.

"Stai bene?" chiese mio padre con filo di preoccupazione. "Sei così pallida"

Non gli risposi. Con le mani che mi tremavano chiusi la porta alle mie spalle.

"Ti prego Gen, dimmi qualcosa" supplicò, "qualsiasi cosa". Si spogliò per la prima volta della sua corazza, la quale lo aveva protetto da talmente tante sofferenze da renderlo apatico. Tolse la maschera che portava da anni, quella maschera che lo aveva reso la persona che non era e che gli aveva impedito di amare. Finalmente aprì il suo cuore e tornò ad essere l'uomo che conobbi molti anni prima e che sembrava essere solo un lontano ricordo. Tornò ad essere la persona che io amavo con tutto il cuore.

Prese le mie mani e le strinse, le avvicinò al suo petto mentre i miei occhi si incastravano con i suoi.
Niente rancore, niente odio, nessun secondo fine. Niente sorrisi finti, niente parole al vento, niente urla e nessuna falsa promessa. Niente fretta e nessuna pressione, non era una corsa contro il tempo. Nessuna delusione, niente grida e pianti silenziosi, nessun cuore infranto e nessuna anima distrutta. Nessuna finzione, nessun gioco, nessuna paura, nessuna debolezza. Niente alcol, niente medicine, niente lacrime per i propri fallimenti. Nessun abisso in cui cadere, nessun circolo vizioso in cui poter entrare e nessun muro su cui sbattere la testa. Niente odio, solo amore. Noi eravamo l'amore.

Tunnel; jdbDove le storie prendono vita. Scoprilo ora