40. L'ennesima possibilità

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40. L'ennesima possibilità

Justin ascoltò con attenzione ogni dettaglio della mia storia. Gli raccontai per filo e per segno ciò che era successo nel giardino di casa nostra: gli parlai delle parole di mio padre, delle promesse che ci eravamo scambiati e di tutte le lacrime che entrambi avevamo versato.
Justin rimase in silenzio fino alla fine.

Justin detestava mio padre, anche se lui non gli aveva mai fatto direttamente qualcosa. Justin lo detestava perché, secondo lui, era stato proprio mio padre a rendere la mia vita un inferno, ma come poter dargli torto, in fondo.

"Ti ha sempre vista come una bambina, anche quando eri ormai cresciuta e non ha mai riconosciuto i tuoi bisogni. Ha sempre messo la sua felicità prima della tua, nonostante tu fossi sua figlia, sangue del suo sangue e la persona per cui dovrebbe lottare ogni giorno.
Non si è mai seduto accanto a te per farti stare meglio dopo la morte di tua madre, anzi. È riuscito a fare addirittura di peggio: ha incolpato te e ti ha fatto credere di essere la carnefice di quella povera donna.
Non ti ha aiutato quando ti rinchiudevi in casa a piangere, quando cercavi un aiuto negli antidepressivi e quando ti stavi completamente distruggendo. Non ti ha aiutato quando era suo dovere farlo.
Lui ti ha sempre dato per scontata; non ha mai apprezzato come si deve il tuo amore. Non si è mai preoccupato di farti stare bene e di farti sentire a casa.
Voleva obbligarti ad abortire dopo aver scoperto della gravidanza solo perché è un codardo e come tale non voleva addossarsi troppe responsabilità. Dava a sé stesso troppo amore e sapeva di non poterne dare al bambino che sua figlia portava in grembo.
Ti ha costretto ad andare via dalla tua città solo per poter vivere la vita che volevi con le persone che amavi, ti ha costretto ad abbandonare ogni cosa per essere libera quando la tua felicità e il tuo benessere dovevano essere il suo primo pensiero.
Ma nonostante tutto questo, tu sei comunque corsa da lui quando ne aveva bisogno. Hai cercato di aiutarlo e di prestargli soccorso, però lui, vedendo ogni cosa che avevi fatto per farlo stare bene e ciò che avresti fatto solo per riallacciare il vostro rapporto, ha preferito rinnegarti, ancora. Invece di esserti grato e ringraziare Dio o qualunque altra cosa che ti ha portato nella sua vita, tuo padre ha preferito sbatterti la porta in faccia. Ha preferito continuare a sopravvivere in compagnia dell'alcol, della depressione e delle soddisfazioni che ti può portare una vita vuota come la sua. Ha deciso di buttarti via, lui ti ha buttata via, Genesis. E non si fa così con le persone che ti amano, non si fa così con nessuno. Un amore come il tuo non dovrebbe essere dato per scontato, ma lui lo ha fatto ugualmente"

"Stai bene? Genesis?"

Justin mi prese il braccio e vedendo che non reagivo alla sua stretta mi fece sedere sulla sedia in cucina.
Nella mia mente c'erano solo loro, le parole. Nient'altro che parole, parole e parole. Mille, anzi migliaia di parole viaggiavano nella mia mente come altrettanti treni in corsa e sembravano non volersi fermare per nessuna ragione.
Pensavo alle parole dette e ripetute da Justin un'infinità di volte sul conto di mio padre, di che persona meschina e crudele fosse stato nei miei confronti. Pensavo alle parole dette da mio padre qualche minuto prima fuori in giardino, parole che sicuramente non si addicevano al personaggio burbero e insensibile che stava recitando.
Infine, forse pensavo anche alle mie parole. Forse pensavo anche a ciò che io provavo: dopotutto, forse nella mia vita era rimasto uno spazio anche per me, uno spazio che non avevo ancora ceduto agli altri. Però, se stavo pensando a cosa realmente provavo nei confronti di tutta questa folle situazione, allora cosa provavo?

Charlotte si trovava dietro il divano: da quella postazione era in grado di vedere cosa succedeva e sentire il dialogo tra me e Justin.
Mi capitò di guardare mia figlia in quel momento, ed era strana. Aveva un'aria preoccupata; i suoi occhi erano fissi su di me e sicuramente era proprio vedermi così turbata che la agitava, però in quel momento non potevo farci niente. Speravo solo di non piangere davanti a lei.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 03, 2018 ⏰

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