2.Chiacchiere e coccole

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Marinette si passò una mano fra i capelli corvini, prima di rivolgere la sua completa attenzione al ragazzo che si era appena intrufolato in camera sua senza permesso. Si schiarì la voce, per far sì che l'altro riportasse lo sguardo su di lei, prima di domandare: - Allora? Che cosa ci fai qui a quest'ora? - alzò un sopracciglio ed incrociò le braccia al petto. Tutto d'un tratto, sembrava quasi che Chat Noir avesse perso completamente la voglia di scherzare, dato che l'espressione che gli colorava il viso esprimeva il suo palese senso di disagio e di inadeguatezza. - Io... - quell'unica parola che pronunciò rimase sospesa nell'aria per un po'. - Tu... ? - lo incalzò l'altra. Stava cominciando ad innervosirsi non poco. E, dopotutto, chi mai le avrebbe potuto dar torto? - Ecco... Mi dispiace di essere capitato qui e di aver violato la tua privacy in questo modo, ma è solo che... Mio padre... Io e lui abbiamo litigato e... Ho sentito il bisogno di scappare da quella casa almeno per un po', così... Ho sentito dei rumori e ho pensato che fossi ancora sveglia... - ammise, a testa e a orecchie basse. Tutto il fastidio che aveva provato Marinette fino a quel momento scomparve in un lampo, come per magia, nell'udire le sue parole. D'improvviso, la bruna iniziò a provare tenerezza per quel povero ragazzo, le cui ragioni non parevano affatto biasimabili. Ma: - Oh... - riuscì soltanto a rispondergli. – Forse... Forse è meglio che vada. Scusa ancora per il disturbo, Marinette. Buonanotte. - le lanciò un'ultima occhiata, prima di girarsi e di risalire attraverso la botola ancora aperta. Lei lo osservò mettere piede fuori dalla sua stanza con sguardo stralunato e confuso, prima di riuscire a riprendere coscienza della situazione e di corrergli dietro per fermarlo. - Aspetta! - lo afferrò per un polso e gli si parò davanti. - Perché non rimani? - gli propose, con un sorriso sincero ad illuminarle le labbra. Chat Noir parve totalmente sorpreso dalla sue parole. Infatti strabuzzò gli occhi verde smeraldo e: - Dici davvero? – domandò, intimidito, sperando con tutto il suo cuore di non aver capito male. - Ma certo. Fa freddo qua fuori e non è il caso che ti prenda un brutto raffreddore. - esclamò. Gli si avvicinò ancora e gli scostò un ciuffo biondo dalla fronte. Il sorriso che le rivolse fu uno dei ringraziamenti più belli che avesse mai ricevuto. La verità era che, nonostante Marinette non l'avesse mai ammesso, o almeno non ad alta voce, credeva che Chat Noir fosse una persona davvero speciale. D'altronde, era stato lui ad affiancarla in ogni loro singola battaglia e a rimanerle costantemente accanto da allora. Aveva combattuto a perdifiato pur di proteggerla, incassando i colpi al posto suo. Entrambi l'avevano fatto, l'uno per l'altra. Insieme.

- Non ci credo, per me è una bugia! - la corvina scoppiò a ridere, all'ennesimo aneddoto sciocco e infantile raccontato da Chat Noir. - Ti dico che è così: mi è successo davvero! - rispose l'altro, testardo. Lei invece scosse la testa, divertita dalla sua caparbietà: non era per nulla abituato ad essere contraddetto. I due erano seduti sul letto di Marinette e stavano sperimentando una nuova tipologia di gioco botta e risposta. Durante la partita, il giocatore che acquisiva il maggior numero di punti, nonché quello che riusciva ad indovinare la veridicità o la falsità di una qualsiasi affermazione fatta dall'avversario, poteva scegliere una penitenza da far fare all'altro. La corvina aveva deciso di chiamarlo: "Che ne dici?". - D'accordo, d'accordo. Adesso tocca a me: io... Non ho mai avuto un ragazzo. - - Mmh... Falso! - - No, è vero. 3 a 2 per me! – esultò lei. - Come? Aspetta, aspetta, aspetta... Ma non è possibile! - il biondo inarcò le sopracciglia, confuso. - Perché? - - Perché una ragazza così bella come te dovrebbe avere una fila di pretendenti lunghissima! - - Be', se ne avessi avuto almeno uno, molto probabilmente adesso non sarei qui con te, donnaiolo di un gatto che non sei altro! - la ragazza gli scompigliò tutti quanti i capelli, ridacchiando: si trovava sorprendentemente a suo agio nel chiacchierare con lui. Infatti, sebbene ormai fosse passata da un pezzo l'ora di andare a dormire, sentiva di essere più sveglia che mai. - Ehi, ehi! Dico sul serio. - intervenne ancora, puntando le sue iridi chiare in quelle dell'altra. - Allora ti ringrazio, ma credo che tu mi stia sopravvalutando un pochino. Sono una ragazza piena di difetti, dopotutto. Sono timida, impacciata, frettolosa e fin troppo ingenua: niente di speciale, insomma. - lei scrollò le spalle, cercando di lasciar cadere l'argomento. Peccato che Chat Noir non fosse della sua stessa opinione: - Questo lo dici tu. Tutti noi abbiamo dei difetti, e con ciò? Nessuno di essi ci vieta di essere unici a modo nostro. - le sorrise. Il suo era un modo implicito di dimostrarle quanto in realtà la stimasse: Marinette non ebbe difficoltà a comprenderlo. - Lo sai, neanche tu sei così male. Certo, potresti migliorare in fatto di battute ma, in fin dei conti, penso che tu sia abbastanza simpatico. - rise, prendendolo un po' in giro. - Ah Ah, divertente. - le labbra del biondo si incurvarono in un broncio davvero tenerissimo. - Oh, coraggio... Vieni qui, Gattino. Lo sai che ti adoro. - spalancò le braccia, in attesa che Chat si tuffasse tra loro. Lui all'inizio mostrò non poca resistenza, e scosse la testa più e più volte, ma alla fine fu costretto a cedere. Sbuffò sonoramente e si preparò ad una sana dose di coccole giornaliera. Il momento successivo, con l'amica stretta a sé ed il suo dolce profumo ad inebriargli le narici, non poté fare a meno di sentirsi finalmente a casa. Per troppo tempo aveva creduto di non avere più nessuno al mondo disposto a rimanergli accanto. Con tutto quello che era capitato a lui ed alla sua famiglia, desiderò soltanto di non star sognando, perché, in quel caso, non avrebbe affatto voluto che qualcuno lo svegliasse. Mai, mai più.

Serena

A puuur-fect love story #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora