29.Questo sì che é un Natale magico

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Marinette arrivò a Place des Vosges verso le ventitrè e quaranta. Aveva corso per circa un chilometro, ancora stretta nella sua tutina rossa a pois, saltellando per i tetti di una Parigi buia e sepolta da strati di neve alta almeno due centimetri. Si era poi, nascosta dietro il muro di una casa non tanto distante da lì, e si era ritrasformata. Nonostante le strade e la stessa piazza fossero praticamente deserte, aveva preferito non attirare più di tanto l'attenzione, percorrendone l'ultimo tratto a piedi ed attraversando quella parte della città, leggermente illuminata dai pochi lampioni accesi qua e là, con lo sguardo che vagava attorno a sé. Le temperature, notò, si erano abbassate di parecchio. Infatti, sebbene non spirasse la benché minima aria di vento, si riusciva a percepire uno spesso strato di umidità. Non appena fece qualche passo in avanti e si avvicinò al centro della piazza, campeggiato da una grossa fontana e da numerosi alberi di tiglio, il suo cuore fu invaso da un forte senso di ansia misto a gioia: era la consapevolezza che avrebbe rivisto Chat Noir ad evocare in lei sentimenti del tutto contrastanti. Si portò il pacco regalo al petto e sospirò, nervosa, continuando a guardarsi attorno. Si stava facendo tardi, dove diavolo era finito? Iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore, in preda all'agitazione: "E se gli fosse successo qualcosa?", si domandò. Sentiva le gambe molli come gelatina e lo stomaco in subbuglio. Non vedeva l'ora di riabbracciarlo e di inspirare ancora il suo delizioso profumo... Ad un tratto, ancora completamente immersa nei suoi pensieri, sentì delle braccia avvolgerle i fianchi, ed un sospiro caldo solleticarle leggermente il collo. Sobbalzò, spaventata, prima di voltarsi e: - Ah, sei tu. - esclamare, con una piccola punta di sollievo nella voce. Il sorriso sul volto del ragazzo si spense in un attimo, così come la presa sui suoi fianchi. - Be', anche io sono felice di rivederti, Marinette. - rispose, incrociando le braccia al petto e aggrottando le sopracciglia, offeso. Lei ridacchiò, dandogli un colpetto sul petto. - Dai, non intendevo in quel senso! È che spunti sempre così all'improvviso: mi hai preso alla sprovvista! - si giustificò. - La prossima volta perché non indossi direttamente un passamontagna? - lo canzonò. A quel punto, Chat Noir non poté fare a meno di mostrarsi in tutta la sua spavalderia: - In caso non te ne fossi accorta, ho già una maschera a coprirmi il volto. Come avresti fatto ad ammirare la mia straordinaria bellezza, altrimenti? - - Me ne sarei fatta una ragione. - scrollò le spalle con nonchalance, mentre l'altro le si avvicinava e le avvolgeva il viso con le mani. - Mi dispiace, non volevo spaventarti. - sussurrò. - È tutto a posto. - lei lo tranquillizzò con un bel sorriso. Si guardarono a lungo negli occhi, del tutto persi l'uno per l'altra, fino a quando non fu Chat Noir a spezzare il silenzio andatosi a creare: - Cos'é quello? - domandò, indicando lo strano pacco che si trovava ai piedi dell'altra. In quel frangente infatti, le era scivolato dalle mani ed era caduto a terra, senza che lei se ne rendesse minimamente conto. - Oh, questo é per te. - lo prese in mano e glielo porse. - É il tuo regalo di Natale. - - Per me? Davvero? - Chat sembrò stupito. Lo scartò ed aprí la scatola, scoprendone il contenuto: un cappotto invernale di colore nero, che si rifaceva parecchio allo stile della sua tuta da supereroe. - Wow, Mari: è bellissimo. Grazie mille! - il suo sorriso sincero le ricordò quello di un bambino davanti ad un pacchetto di caramelle. - Sul serio ti piace? - al contrario, Marinette sembrava piuttosto insicura del suo operato. - Ma certo, mi calza a pennello! - lo indossò e, in effetti, era proprio così. - Sì, però guarda qui: le cuciture non mi sembra siano venute tanto precise, e forse avrei dovuto utilizzare dei bottoni più adatti, oppure... - - Marinette, - lui troncò tutte le sue paranoie sul nascere: - é stupendo, davvero. E sai chi altro lo è? - la corvina non rispose, pur sapendo dove volesse andare a parare l'altro. - Tu. Non avresti dovuto farmi un regalo: il solo fatto di averti qui con me ha reso questo Natale ancor più speciale. - esclamò, avvicinandosi ancora un po' a lei, che arrossì e cercò di sottrarsi al suo sguardo. - Lo sai, questi giorni senza di te sono stati un vero inferno: non ho fatto altro che pensarti e desiderare di rincontrati. - mormorò, mentre le portava una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio. - Mi sei mancata così tanto... - - Anche tu... Ho avuto paura che non ci saremmo più rivisti... - nell'udire le sue parole, il biondo le afferrò le mani, stringendole forte tra le proprie. - Non dirlo neanche per scherzo. Non ho alcuna intenzione di perderti, non ora che ho capito di provare qualcosa per te... - affermò, deciso, lasciandola senza parole. - Chat... - biascicò, con la gola secca ed il cuore che le martellava forte nel petto, quasi fosse impazzito. - Promettimi che troveremo un altro modo per stare insieme, ti prego. - - Te lo prometto. - rispose, prima di posare finalmente le labbra sulle sue e riassaporare quelle meravigliose sensazioni che lo facevano stare bene, riempiendolo di gioia ogni singola volta, quasi si trattasse sempre della prima. Si baciarono, si strinsero: si amarono, mentre il cielo sopra di loro sprizzava anch'esso di felicità, con i suoi fuochi d'artificio dai mille colori diversi. - Buon Natale, Chat. - soffiò sulle sue labbra. - Buon Natale, Puuur-incipessa. -

Serena

A puuur-fect love story #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora