13.Rimani a dormire con me?

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In quella notte, erano il buio ed il silenzio a fare da sovrani. L'una, ancora accoccolata tra le braccia dell'altro, era al settimo cielo. In quella posizione, ognuno dei due poteva percepire il proprio cuore battere all'impazzata, come non aveva mai fatto prima. I loro respiri, così talmente vicini, si fondevano insieme, mentre, di tanto in tanto, i loro sguardi s'incrociavano e le loro labbra si aprivano in uno splendido sorriso. - Anche tu mi sei mancata. - sussurrò improvvisamente Chat, guardandola negli occhi. L'altra sussultò, appoggiata al suo petto, mentre lui ridacchiava. D'un tratto, le passò una mano tra i capelli corvini, incominciando ad accarezzarle dolcemente la cute e facendole socchiudere, per un attimo, le palpebre. Passarono un bel po' di minuti in quel modo, fino a che, Chat Noir non si accorse di quanto fosse tardi. Provò ad allontanarsi, seppur controvoglia, dal corpo dell'altra, ma non ci riuscì. - Mari, devo andare... - iniziò. Avrebbe fatto più che volentieri a meno di lasciare lì la sua principessa, ma non sarebbe potuto rimanere così tanto a lungo fuori casa. La ragazza però, si lamentò, rimanendo aggrappata al suo braccio destro. - No, non lasciarmi... - strascicò un paio di parole, facendolo sorridere. - Ma devo tornare a casa. - rise, quando l'amica: - Mmh... - si oppose nuovamente. Capì si stesse addormentando, solo quando sentì il suo respiro diventare regolare e la presa sul suo braccio allentarsi. Senza opporre altra resistenza, riuscì a sollevare l'amica e a riporla, con delicatezza, nuovamente sotto alle coperte. Lei si rigirò su di un fianco, portandosi una mano sotto al capo, mentre il biondo si prendeva qualche secondo per osservarla meglio: era, senza dubbio, la ragazza più bella che avesse mai visto. Con i capelli sparpagliati sul cuscino e le labbra schiuse, era uno spettacolo affascinante. Si alzò poi, il più lentamente possibile dal suo letto e spense la luce. Si girò e, con passo felpato, iniziò a camminare verso la botola. Prima che però, potesse continuare a procedere, una mano l'afferrò per un polso, facendolo voltare: Marinette era ancora sveglia. Grazie alla sua vista notturna, riuscì a scorgerla sbattere le palpebre e sbadigliare.
- Rimani a dormire con me? - gli domandò, con la voce impastata dal sonno ed un broncio sul viso.
- Come ci riesci? - - A fare cosa? -
- Ad essere così tremendamente adorabile. - - Mhm... non lo so. Tu come riesci ad essere così sexy? - Chat Noir ridacchiò, prima di raggiungerla e coricarsi al suo fianco. - Buonanotte, Puuur-incipessa. - rispose lui, prima di stamparle un bacio sulla fronte. - Notte, Chat. -

Marinette riaprì gli occhi. Si stiracchiò leggermente, prima di tastare con le mani la parte sinistra del suo letto e scoprire, tristemente, che fosse vuota. Si tirò su e si passò le dita fra la matassa di capelli scuri e disordinati che aveva sulla testa. Sospirò, sconsolata, nel constatare che Chat Noir se ne fosse andato senza nemmeno salutarla né lasciarle un misero bigliettino. - Buongiorno, Marinette. Dormito bene? - le domandò Tikki, svolazzandole accanto. Sul suo musetto, un'espressione beffarda: senza dubbio, era dovuta alla visita di un certo ragazzo biondo, che si era prolungata fino a quella stessa mattina. Il Kwami infatti, non solo aveva assistito a tutto quello che era successo, ma aveva persino intravisto l'eroe uscire dalla cameretta della sua portatrice, in punta di piedi e senza fare il minimo rumore. - Mmh... alla grande, Tikki. E tu? - rispose lei, sincera. - Beh, buon per te... Io mi sarò svegliata minimo un paio di volte, durante la notte... - ridacchiò, guardandola. Lei parve confusa: - Perché? - le chiese, infatti. - Oh, nulla. È solo che... no, lascia stare. - continuò a tenerla sulle spine. - Tikki? - provò ancora, mentre il suo Kwami scuoteva la testolina rossa e si portava una zampetta davanti al muso. - Dai, Tikki! Cosa diavolo è successo? Si può sapere? - sbottò la corvina, curiosa ed allo stesso tempo infastidita. - E va bene! Stanotte, non sono tanto sicura che anche Chat Noir sia riuscito a riposare tanto bene. -
- Come sarebbe a dire? Perché no? - la ragazza sembrava esserci rimasta davvero male. Insomma, aveva praticamente costretto il biondo a restare nel suo letto e lo aveva fatto addirittura pentire della sua scelta. Quel povero ragazzo era infatti, rimasto più volte senza coperta ed aveva ricevuto calci e manate su buona parte del corpo, a causa di Marinette. Nonostante tutto però, non aveva avuto ripensamenti a riguardo: piano piano, lui e la corvina si stavano avvicinando sempre più e non avrebbe voluto rovinare, in nessun modo, un bel momento come quello. - Scherzi? - quasi urlò, non appena sentì quello che era successo. L'altra ridacchiò, scuotendo la testa. - E c'è dell'altro! - esclamò, facendole spalancare, ancora una volta, gli occhi azzurri. - Cosa? Che altro ho combinato? - domandò, passandosi una mano sulla fronte, per la disperazione. - Beh... non sono sicura che tu lo voglia davvero sapere. -
- Oh, avanti! Smettila di farmi agitare e sputa il rospo una volta per tutte! -
- D'accordo, d'accordo. Ecco... mi sembra che tu abbia pronunciato più di una volta il nome di un certo Adrien, mentre dormivi... e che tu abbia anche accennato a qualche tuo sogno di sposarlo o di avere tanti bambini con lui... -
- Che cosa?! Oh, no: povera me! Sono riuscita a rovinarmi la reputazione persino da incosciente! Sicuramente, adesso non verrà nemmeno più a trovarmi, perché crederà che io sia una pazza svitata che pensa a fare figli con i modelli famosi! - strepitò, vergognandosi terribilmente di se stessa. Tikki rise, scuotendo ancora la testa: era sicura che Chat Noir non si sarebbe lasciato influenzare da una cosa così stupida. D'altronde, difficilmente i ragazzi innamorati si fermano davanti a qualcosa...

Serena

A puuur-fect love story #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora