5.Flirt

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Tutto d'un tratto, il suo cuore cominciò a martellarle all'impazzata dentro al petto, senza che potesse far nulla per fermarlo. Marinette strabuzzò gli occhi azzurro cielo, arrossì fino alle orecchie e distolse velocemente lo sguardo da quello dell'altro, che sorrise, nel vederla in difficoltà e si intenerì nello scorgere l'imbarazzo nelle sue iridi chiare. "Ma cosa mi prende?" domandò a se stessa. Dopodiché, tentò a fatica di darsi un contegno: non le era mai capitato di reagire in quel modo di fronte ad un ragazzo che non fosse Adrien. Però, nessun altro le aveva mai, o almeno fino a quel momento, dedicato parole così dolci e sincere: questo era anche abbastanza evidente. Si schiarì la voce e fece un passo verso di lui. Esitò, prima di accettare il suo dono e racchiuderlo delicatamente fra le proprie dita. Ne annusò il dolce profumo, ad occhi chiusi e con le labbra illuminate da un sorriso. - Grazie, Chat. - sussurrò, spezzando il silenzio. Lui si passò una mano fra i capelli color miele e le rivolse un'occhiata carica di affetto, che la corvina non fece fatica a ricambiare. Gli si avvicinò ancora e gli scostò un ciuffo dal volto, prima di lasciargli un dolce bacio sulla guancia. Vi indugiò un paio di secondi in più del dovuto e, una volta staccatasi, si stupì nel notare il leggero rossore, comparso sul suo volto. Lo vide giocherellare a disagio con le proprie dita ed evitare di incrociare ancora i suoi occhi, nel cui abisso aveva rischiato più e più volte di perdersi. - Chat Noir? - lo richiamò, divertita. - Cosa c'è? Il gatto ti ha, per caso mangiato la lingua? - il biondo sembrò finalmente risvegliarsi dal mondo dei sogni ed assumere un'aria, tanto confusa, quanto indignata. Voltò la testa di lato ed aggrottò le sopracciglia. - Hey! Un gatto non mi farebbe mai del male, io sono meow-raviglioso! - replicò, gonfiando il petto. L'altra rise, scuotendo la testa. - Io non ne sarei così sicura. - - Beh, dovresti. - - Ah, sì? E per quale motivo? - lo sfidò. - C'è bisogno che te lo spieghi? - si indicò, mostrando la propria dentatura bianca e perfetta, a cui Marinette rimase del tutto indifferente. D'un tratto, senza che nessuno dei due avesse potuto accorgersene, la conversazione aveva preso una piega diversa da quella con la quale erano partiti: - Direi di sì. Parliamo del carattere: cosa ti renderebbe meraviglioso, sentiamo? Il tuo ego smisurato? - ridacchiò, portandosi le braccia lungo i fianchi. - Ho ben altre qualità, se ti interessa. Ad esempio... - - Il cervello poco sviluppato? - lo prese in giro. - Lo sai, fra tutte le ragazze che ho incontrato, tu sei stata l'unica a sparare sentenze a destra e a manca, puntandomi il dito contro, sin dal primo giorno. Non mi sembra affatto che tu sia perfetta. - ribatté lui, inacidendo il tono. - Certo che non lo sono, ma... ma almeno non cerco di mettermi in mostra e non mi pavoneggio come fai tu! - - Andiamo, sappiamo entrambi che stai mentendo. Smettila di negarlo: sei completamente attratta da me! - lui assunse uno sguardo malizioso, facendo un passo verso di lei. Marinette portò le mani avanti, indietreggiando. Ma Chat Noir continuò a muoversi, costringendola a fare lo stesso per tutta la camera. - Ti piacerebbe! Solo perché hai il fascino del supereroe non è detto che tutto il mondo giri intorno a te, lo sai, vero? - - Beh, tu lo stai facendo. - per un attimo, la corvina sembrò rimanere senza parole. All'improvviso però, si ritrovò con la schiena incollata ad una parete della sua stanza, con il corpo dell'altro ad un palmo dal suo ed i fianchi bloccati dalle sue braccia muscolose. - C-che fai? - si ritrovò a balbettare, intimorita dalla poca distanza dal volto del biondo, che le metteva non poca soggezione. - Ti dimostro quanto ti sbagli. - le sussurrò ad un orecchio, con voce calda e sensuale. Lei rabbrividì ed abbassò velocemente lo sguardo, imbarazzata. L'altro le afferrò il mento con delicatezza e le sorrise. - Visto? - se n'era accorto. Le accarezzò una guancia e percorse la linea delle sue labbra con il pollice, facendola zittire del tutto. - Beh? Adesso ti sei ammutolita? Credevo che da quella tua boccuccia rosea sapessero uscire giudizi a qualsiasi ora del giorno e della notte. - - Tu non mi conosci. - ribatté la ragazza. - Hai ragione, forse ho sbagliato a pensare che potessimo diventare amici. D'altronde, quelle come te non andrebbero d'accordo con quelli come me. - la squadrò con indifferenza, prima di voltarsi e tornare da dove era venuto, lasciandola lì, sola e confusa, con la mente invasa da un fiume di pensieri ed una strana sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco.

Serena

A puuur-fect love story #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora