21.Ti piace Adrien Agreste?

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La cameretta di Marinette era quasi del tutto avvolta dal buio. Lei era stesa sul proprio letto a pancia in su, con un'espressione di pura serenità e tranquillità dipinta sul volto e gli occhi azzurri che risplendevano d'allegria, insieme allo splendido sorriso che le increspava le labbra. Però, nonostante, almeno all'apparenza, sembrasse così tanto calma e rilassata, in realtà, dentro di lei il suo cuore stava letteralmente facendo le capriole. Al suo fianco c'era Chat Noir che, quasi come se stesse "assaporando" quel momento, teneva gli occhi socchiusi e lo sguardo rivolto al soffitto dove, dalla botola ancora aperta, riusciva a scorgere un piccolo squarcio di cielo stellato, illuminato dal chiarore della luna. La corvina si sporse quasi involontariamente verso di lui e appoggiò la testa sulla sua spalla. L'altro non mosse il busto di un millimetro, ma cercò con la propria mano quella dell'altra, per poi intrecciare le loro dita e portarsele al petto. Baciò con delicatezza il dorso di quella della ragazza, che arrossì parecchio, sperando che l'altro non lo notasse. Il calore che le irradiò il tocco di Chat la avvolse quasi come una folata di scirocco. I due non avevano ancora aperto bocca da quando si erano baciati, ma forse era stato meglio così. Marinette, d'altro canto non riusciva a capire se quel bacio le fosse piaciuto o meno. Certo, era stata lei a prendere l'iniziativa, ma sentiva come se ci fosse qualcosa di sbagliato in quello che aveva fatto. Non negava però, che fosse stato il bacio più bello che avesse mai dato e ricevuto. Era sempre stata una ragazza molto romantica ed in lei era rimasta, sin da quando era bambina, la convinzione che, prima o poi, avrebbe incontrato il vero amore, che l'avrebbe condotta all'altare e avrebbe passato il resto della sua vita con lei. Per tanto tempo però, il suo cuore non aveva sentito ragioni, non ammettendo che si sedesse nessun altro al posto riservato ad Adrien. Ma, dopo tutto quello che era successo tra di loro, la corvina non era più del tutto certa dei propri sentimenti. "Magari, prima o poi accadrà qualcosa", si era spesso detta, per incoraggiarsi. Aveva trascorso mesi e mesi ad aspettare e a sperare che la loro amicizia si trasformasse in amore, ma così non era stato. Arrivata poi, ad un certo punto, stufa di stargli dietro come un'idiota, era stata travolta da nuovi e bizzarri sentimenti per Chat Noir, che non pensava avrebbe mai provato. "E perché non viverli?", per una volta, si sentiva ricambiata e trattata al modo giusto. In quel momento, percepì finalmente che qualcosa in lei stesse cambiando: stava maturando. Da quel momento in poi, non avrebbe più sofferto per amore: se lo sentiva. Purtroppo però, non sempre la vita va come la si immagina... - Hey - fu il biondo a risvegliarla dai propri pensieri. Si voltò ad osservarla con un'espressione estremamente dolce, che la fece intenerire e la spinse a domandarsi il perché non avesse mai avuto così tanta voglia di baciarlo sin da quando si erano conosciuti. Quasi come se l'avesse letta nel pensiero, il ragazzo si sporse verso di lei e le stampò un bel bacio sulle labbra. Quando si allontanò, il suo sorriso sembrava essersi ingrandito ancor di più. - Sei bellissima. - le sussurrò in un orecchio e l'altra arrossì ancora, nascondendosi il viso con le mani. - Dai... - farfugliò, per farlo smettere. Chat ridacchiò alla sua reazione e continuò: - Dannazione, è proprio questo il tuo problema: il fatto che tu non ne sia consapevole ti rende ancora più bella. - le scostò le dita dalle guance e gliene sfiorò una con il pollice. - Oh, ma smettila Chat! Da quando sei così romantico? - esclamò la ragazza. - Ma da sempre, Puuur-incipessa. - aggrottò poi, le sopracciglia, nell'udirla ridacchiare. - Che c'è? Ti sembra strano che un cavaliere come me debba obbligatoriamente ricorrere al romanticismo per conquistare una ragazza? - l'altra scosse la testa, continuando a ridere. - No, in realtà mi stavo chiedendo in quale altra occasione tu l'abbia utilizzato: non mi pare tu ne abbia avute così tante a disposizione... -
- Be', mi dispiace deluderti, ma devo ammettere di essere piuttosto ambito qui in città. Basti pensare alla mia povera Ladybug: per tutti questi anni in cui abbiamo lavorato insieme, non è mai riuscita a resistere al mio fascino, te lo posso assicurare. - le strizzò un occhio, con fare ammiccante. "Ma certo", si disse "come ho fatto a dimenticarmene?"
- Ah, sì? Strano: a me, a dire il vero, risulta l'esatto contrario... Qui a Parigi è piuttosto noto il fatto che sia stato proprio tu ad andarle sempre dietro, e non viceversa... - gli fece notare. Era buffo come si ostinasse così tanto a mostrarsi pieno di ragazze che pendevano dalle sue labbra: la fama di cattivo ragazzo non gli si addiceva per niente. D'altronde, con lei era sempre stato molto dolce e gentile sin dall'inizio... - Mmh... forse non dovresti credere a tutto quello che si vocifera in giro, non credi? -
- Dici? Neanche al fatto che tu sia un pessimo bugiardo? -
- Ma certo che no, perché non lo sono. - non si lasciò scalfire dalle sue parole e continuò a difendersi, imperterrito. - Sei sicuro di non aver sbattuto la testa da qualche parte prima di arrivare qui? Oggi mi sembri fin troppo sicuro di te. - lei gli si avvicinò, prima di punzecchiargli il naso con un dito. - Guarda... ad essere sincero, penso proprio che tu abbia ragione. Non ti dice niente la notte in cui abbiamo dormito insieme? - alla sua domanda, Marinette cambiò totalmente espressione facciale e riabbassò ancora una volta lo sguardo, per evitare che l'altro potesse scorgere il rossore sul suo viso. - Mmmh... no, non ho idea di cosa tu stia parlando. - mentì, giocherellando con la sua coda. - Ne sei sicura? Forse dovrei rinfrescarti la memoria... - incominciò lui, passandole un braccio attorno a un fianco ed attirandola a sé. - Non vorrei metterti in imbarazzo più di così, ma... mi hai letteralmente malmenato per tutta la notte. - esclamò, scostandole un ciuffo dalla fronte.
- Non mi hai mai detto di praticare pugilato. -
- Che? Pugilato? Ma cosa dici! - lui rise del suo tono offeso e le posò un bacio sulla fronte, facendo finta di niente. - Okay, d'accordo. Mi dispiace di averti fatto passare una nottata in bianco ma, onestamente, non sono consapevole di tutto quello che faccio e dico durante il sonno: è come se fossi sonnambula! - si giustificò.
- Perché, che cosa avresti detto durante il sonno? -
- Oh, lo sai cosa: adesso non fare il finto tonto! - cercò di lasciar perdere la faccenda: era già abbastanza umiliante in quel modo. - No, davvero... non lo so. - insistette Chat. Lei sbuffò, poco prima di svuotare il sacco: - Ma tutto quello che ho detto a proposito di Adrien: i complimenti che gli ho fatto. -
- Chi? Adrien Agreste? - sobbalzò, nell'udire il suo vero nome e cognome. - Già, proprio lui. Ma mi ascolti quando parlo? - rispose, nervosa.
- So di averlo elogiato così tanto da farti venire la nausea, ma l'ho fatto contro la mia volontà. - continuò, mentre l'altro rimaneva sempre più confuso. - Come? Ti piace Adrien Agreste? - esclamò, strabuzzando gli occhi. - Cosa? No, no, no: assolutamente no! Cosa te lo fa pensare? - la ragazza arrossì, iniziando persino a balbettare. Non sapeva cosa le stesse succedendo. Non aveva appena chiuso quel capitolo della sua vita e giurato di non riaprirlo mai più? - Invece sì, lui ti piace ed anche parecchio! - Chat Noir la iniziò a prendere in giro, punzecchiandole leggermente i fianchi. Cercò però, di non dare a vedere la propria gioia nell'aver udito le parole dell'altra, che altrimenti avrebbe potuto sospettare della sua vera identità. - Chat! - lo ammonì Marinette, per poi tirargli addosso un cuscino, che l'altro riuscì a schivare con destrezza, nonostante le risate. - Perché non mi dici la verità? -
- E quale sarebbe, sentiamo? - domandò la ragazza. - Che sei pazza di lui! - esclamò. L'altra arrossì, se possibile, ancor di più, continuando a lanciargli tutto quello che le passava per le mani. - Non é affatto vero! -
- Io invece credo proprio di sì. Ma sai, non dovresti baciare altri ragazzi, sapendo di provare sentimenti per lui. - le disse, incrociando le braccia al petto e facendo finta di essersi offeso. - Ah, adesso fai anche il geloso? - la corvina gli si avvicinò ed avvolse le braccia attorno al suo collo, imitando la posizione di poco prima. Lui, stupito che avesse preso, per la seconda volta, lei l'iniziativa, le avvolse i fianchi con le mani e l'attirò a sé. - Non dovrei esserlo? - soffiò, a pochi centimetri dalle sue labbra. - No. - rispose sicura, Marinette. - E perché? - esclamò Chat. Il tono di voce dei due iniziò ad abbassarsi sempre di più. - Perché a me piaci tu. - gli mormorò la ragazza. Alla sua esclamazione, il cuore del biondo si riempì di gioia ed il ragazzo non ci pensò un attimo, prima di fiondarsi sulle soffici labbra dell'altra ed assaporarle come aveva desiderato fare sin da quando le aveva sfiorate per la prima volta. Molto probabilmente, avrebbero passato ore ed ore in quel modo, senza mai fermarsi né allontanarsi: continuando a stringersi, a baciarsi e a coccolarsi, fino a quando non sarebbe stato il sonno a travolgerli e Morfeo ad accoglierli finalmente tra le sue braccia.

Serena

A puuur-fect love story #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora