16.Una notte da immortalare

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- Come? Di già? - esclamò Marinette. Aveva spalancato gli occhi, nell'udire le parole dell'amica che, in risposta, sospirò amareggiata. - Purtroppo sì. - Chloé aveva lasciato la città circa due settimane prima, per incontrare alcuni suoi lontani parenti e si era trattenuta ancora per qualche giorno. Quelle giornate senza di lei erano passate alla velocità della luce per Marinette. Infatti, senza i suoi modi di fare tanto antipatici e scortesi, lei ed i suoi amici le avevano potuto trascorrere in completa pace e tranquillità. Sbuffò, voltandosi verso Alya. - Quando hai detto che tornerà? - le domandò. - Domani. - Nino ed Adrien ascoltarono la loro conversazione in silenzio, senza sapere cos'altro dire. Nessuno dei due andava d'accordo con la Bourgeois, ma non potevano nemmeno considerarsi suoi "nemici", al contrario delle ragazze. Durante il ritorno, i quattro non chiacchierarono molto. Avevano passato una bella mattinata insieme ed avevano mangiato tantissimo. Si ripromisero infatti, di tornare in quel bar ed ordinare, questa volta seriamente, tutto il menù. Dopotutto, erano una bella squadra e si volevano tutti un gran bene. Una volta arrivati alle loro abitazioni, si salutarono ed entrarono ognuno nella propria.

Passarono diverse ore. Marinette si stava rilassando sulla sua chaise longue, dopo aver terminato i compiti. Aveva un libro fra le mani ed era immersa nella sua lettura. L'orologio appeso al muro segnava circa le otto e mezza di sera. La sua camera era immersa nel silenzio: al suo interno c'erano infatti, solamente lei e Tikki. In quel momento, lo spiritello rosso si trovava accanto a Marinette e la stava osservando con un sorrisetto dolce ed una zampetta sulla guancia.  - Tesoro, non vieni a mangiare qualcosa? - d'un tratto, dalla botola della sua stanza fece capolino la madre, con indosso una vestaglia sui toni dell'azzurro. Aveva l'aria stanca, oltre ad un paio di occhiaie scure sotto agli occhi.  Il suo tono della voce era molto premuroso, tant'é che la ragazza si sentì in colpa a risponderle con un: - No, grazie mamma. Non ho fame. - ed era vero. Con tutto quello che lei ed i suoi amici avevano mangiato a colazione, non se la sentiva affatto di mettere qualcos'altro sotto ai denti. - Va bene. - rispose, prima di tornare di sotto. Più tardi però, ci ripensò: - E se ti portassi dei biscotti? - le chiese. Marinette lanciò un'occhiata a Tikki, che si era nascosta nella penombra, alla quale si illuminarono gli occhi, nell'udire le parole di Sabine. - Certo, mamma. I biscotti andranno benissimo. - le rispose, con un sorrisetto stampato sulle labbra. L'altra ricambiò, trionfante e corse subito in cucina, per prendere i biscotti. Tornò, pochi minuti dopo, con un vassoio stracolmo di delizie fumanti ed appena sfornate al cioccolato, accompagnate da una bella tazza di latte caldo. - Mamma... - la ragazza scosse la testa, divertita. Le aveva detto di non avere fame e la madre le aveva comunque preparato tutte quelle prelibatezze. - Mari, non potevo lasciarti a digiuno. Non hai nemmeno pranzato oggi! - si giustificò l'altra. Le andò poi incontro e le stampò un bacio sulla fronte. Marinette le mostrò nuovamente uno splendido sorriso. - Grazie, mamma. -  - Buon appetito. - esclamò l'altra, prima di lasciarla e tornare da suo marito. Marinette sospirò: - Beh, diamoci da fare Tikki. - esclamò, guardando il suo Kwami, che ridacchiò insieme a lei, per poi tuffarsi a capofitto sul cibo.

Marinette si accasciò, totalmente sazia, sulla sedia della sua scrivania, portandosi una mano allo stomaco. - Credo di non aver mai mangiato così tanti dolci in un solo giorno, Tikki. Sto per scoppiare, te lo giuro. - esclamò. Lanciò uno sguardo a quel vassoio ancora pieno per metà e per poco non le venne da vomitare. Per quanto amasse i dolci, il suo corpo intero l'avrebbe punita, se avesse continuato a mangiarne anche soltanto uno. A differenza sua però, Tikki sembrava essere in piena forma: con gli occhi a cuoricino ed il pancino pieno, non faceva altro se non esaltarli, quasi fossero doni del cielo.
- Perché? Sono talmente deliziosi! - se ne uscì, leccandosi le zampette. L'altra la guardò scioccata, scosse la testa e le disse: - Io vado a prendere un po' d'aria, se restassi ancora per molto, rischierei di dar di stomaco sul pavimento. - si alzò dalla scrivania e si diresse verso il suo l'armadio. Dopo aver preso una felpa rosa pastello ed essersela infilata, afferrò il suo diario, una matita, salì le scale ed uscì fuori sul balcone. Una volta lì, chiuse gli occhi ed inspirò quell'aria pura. Fortunatamente, quella sera non c'era molto vento ed il cielo era sgombro di nuvole. Le stelle e la luna illuminavano l'oscurità con il loro chiarore, quasi incantando Marinette per la loro bellezza. La ragazza si sedette su di una sdraio ed iniziò a disegnare. Raffigurò il panorama davanti a sé, imprimendo sulla carta tutte le emozioni che gli stava trasmettendo. Fece scivolare la punta della matita sul foglio con una tale leggerezza da togliere il fiato. Non tralasciò nulla ed aggiunse dei tocchi personali a tutto il disegno. Terminò i contorni della luna e dell'intero paesaggio, ma ebbe una strana sensazione. "Qui manca qualcosa", pensò. Provò a lungo ad aggiungere quell'unico dettaglio mancante, ma senza risultato. Alla fine però, riuscì finalmente a capire di cosa si trattasse. Abbozzò le sagome di due figure, due protagonisti che avrebbero dato un tocco in più a quel disegno. Erano lei e Chat Noir, che saltavano da una parte all'altra della città. Una volta terminato, lo osservò un' ultima volta: avrebbe voluto utilizzare degli acquarelli per realizzare mille sfumature diverse ed immortalare per sempre il meraviglioso paesaggio che le si era presentato davanti. I suoi occhi si erano ormai abituati a quel buio e le sue orecchie a quel silenzio a tratti spaventoso. Fu lì che si accasciò su quella sdraio ed abbassò le palpebre, per poi cadere in un sonno profondo, ancora con il suo diario e la sua matita fra le mani.

Serena

A puuur-fect love story #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora