- Ma dov'è finita Ladybug? - domandò Alya, con una punta di nervosismo nella voce. - Beh... sarà occupata, chi lo sa? - Marinette scrollò le spalle, fingendo di non saperne nulla. Nonostante odiasse tanto mentire alla sua migliore amica, era costretta a farlo per il suo e per il bene di tutti i cittadini di Parigi. Non avrebbe potuto rivelare a nessuno la propria identità segreta, a nessuno. Chat Noir si guardò attorno, annusò l'aria e, quasi come se il suo olfatto felino avesse percepito qualcosa: - È qui da qualche parte, ne sono sicuro. - esclamò. Alya sbuffò, spazientita. - Bene, avete qualche idea per liberare l'akuma? - chiese agli altri due. Chat Noir sembrò pensarci su, mentre Marinette disse: - Dunque... Le Journaliste è in grado di rendere reale tutto ciò che scrive su quel diario... - - ... a lunghe distanze l'effetto dei suoi poteri svanisce... - aggiunse, poi Alya. - E la sua akuma dove si trova? - intervenne Chat. - Nel suo diario, ovvio. - rispose sicura, Alya. Quando però, venne contraddetta dalla sua migliore amica, sbuffò sonoramente. - Non credo proprio. Penso che, piuttosto si trovi nella sua penna. - - Ma sì... sono più o meno la stessa cosa! - cercò di giustificarsi l'altra, facendola ridacchiare per il suo comportamento. - Comunque sia, dobbiamo assolutamente tornare indietro ed affrontarla. Marinette, tu vieni con me? - proferì quelle parole con risolutezza, per poi girarsi e cominciare a camminare a passo svelto, senza nemmeno degnarsi di aspettare la risposta dell'amica. - Ferma ferma ferma. - Chat Noir le si piazzò davanti, bloccandole la strada. - Voi due non andrete da nessuna parte. - incrociò le braccia al petto. - Come sarebbe a dire? - Alya era allibita. - Vi riporterò a casa: sarebbe troppo pericoloso per voi, soprattutto per te, Alya. - fece. La castana non riusciva a crederci: non le andava affatto di rimanere per tutta la serata con le mani in mano. - Ma è una follia! E tu sei d'accordo con lui, Marinette? - domandò, sperando che, almeno la sua migliore amica, fosse dalla sua parte. Quando però, l'altra annuì, Alya non poté far altro, se non rimanerne totalmente delusa. - Fai sul serio? Credevo fossi più coraggiosa. - esclamò. Marinette però, non si lasciò minimamente scalfire dalle sue parole: se non fosse tornata a casa a prendere Tikki, non avrebbe potuto trasformarsi in Ladybug e salvare la città. Rimase in silenzio, mentre Alya le lanciava numerosi sguardi, da cui trapelava quasi un senso di disgusto. - E va bene, portaci a casa. - d'un tratto acconsentì, sbuffando. L'altro non se lo fece ripetere due volte: le afferrò per i fianchi e, con l'aiuto del proprio bastone, iniziò a saltellare sopra ai tetti delle abitazioni, mantenendo i corpi di entrambe ben stretti a sé.
- Beh, eccoci arrivati. - esclamò Chat Noir. Lui e Marinette avevano appena accompagnato Alya e, in quel momento si trovavano sul tetto di casa della corvina. Lassù spirava un leggero venticello fresco ed il cielo era sgombro dalle nuvole. Durante il tragitto, nessuno dei due aveva proferito parola, bloccato dall'imbarazzo. - Sì. Grazie, Chat. - rispose solamente Marinette, a testa bassa. Avrebbe voluto dirgli talmente tante cose... Lui si girò e fece per andarsene, quando: - Chat! - lo richiamò Marinette e l'altro provò una strana sensazione di déjà vu. Si girò nuovamente e la osservò. Con tutto quello che era successo, non si era nemmeno accorto di quanto fosse bella quella sera. - Sì? - domandò. L'altra le sembrò piuttosto agitata: giocherellava con le proprie dita e, di tanto in tanto si mordicchiava il labbro inferiore, gesto che non lasciò Chat tanto indifferente... - Io, ecco... mi dispiace. - esclamò tutto d'un fiato. - Mi dispiace per tutto quello che è successo fra noi, per averti ferito e per aver rovinato tutto. Mi dispiace, davvero. - seguirono interminabili minuti di silenzio, a cui Marinette non riuscì a dare una spiegazione. Aveva detto qualcosa di sbagliato? - Mari, io... - pronunciò l'altro, prima che, una voce tremendamente acuta e stridula, lo interrompesse: - Ma che scenetta patetica! - apparteneva di certo ad una ragazza. Marinette non ebbe dubbi su chi fosse questa. Si voltò di scatto verso di lei: - È l'akumizzata! - gridò a Chat Noir, che si parò subito davanti a lei, con fare protettivo. - Marinette, scappa! - lei, per un attimo esitò. - Ma, tu... - iniziò. - Niente ma, me la caverò da solo. Non preoccuparti per me, va'! - esclamò nuovamente, con ancor più risolutezza. Allora, la corvina si decise ed iniziò a correre verso l'apertura della botola, prima di venire fermata a metà strada da qualcosa. Dei rami che partivano dal pavimento, le si attorcigliarono attorno al corpo e la legarono ad esso. Provò ad urlare, ma uno di questi le bloccò la gola, impedendole di respirare. Tentò invano di dimenarsi, ma non ci riuscì. - Marinette! - udì le grida di Chat Noir e lo vide avvicinarsi a lei per aiutarla. L'akumizzata però, attaccò un'altra volta, innalzando una sorta di barriera invisibile tra i due. - No! - gridò disperato, il ragazzo. Si girò verso la rossa, che si trovava dietro di lei e cominciò a ringhiarle letteralmente contro. Dopo essersi, poi messo in posizione d'attacco, le saltò addosso, riuscendo ad aggrapparsi al suo abito, grazie all'aiuto dei suoi artigli. Le Journaliste lo respinse facilmente, facendolo cadere inesorabilmente a terra e reprimere un grido: il suo polso andò infatti, a sbattere contro il pavimento, provocandogli un gran male. L'akumizzata gli si avvicinò di soppiatto, per tentare di rubargli l'anello che aveva al dito: il suo Miraculous. Stette per farcela, quando: - Hey, Rossa! - le urla di qualcuno la fermarono. Si guardò intorno, cercando di scorgere la figura di Alya, trovandola poi, soltanto dopo, sotto casa della corvina, mentre agitava le braccia in aria, per provare ad attirare la sua attenzione. - Ah, ecco la nostra protagonista! - intervenne Céline, sporgendosi dal terrazzo, per poi afferrare il suo diario e la sua penna. - Scriverò un articolo fantastico su di te, non preoccuparti! - ridacchiò di gusto, non sapendo però, che dietro di lei Chat Noir avesse preso la rincorsa e stesse per atterrarle sulle spalle. Così, presa alla sprovvista, sbarrò gli occhi, spaventata e tentò di dimenarsi, lasciando che lui approfittasse di quel momento di distrazione, per rubarle penna e taccuino ed usare poi, il suo Cataclisma per ridurre in cenere quest ultimo. In quel momento, i rami attorcigliati attorno al corpo di Marinette, vennero spezzati come per magia e lei fu libera. Sfrecciò immediatamente all'interno della sua cameretta, dove trovò Tikki e le ordinò subito di trasformarla. In seguito, uscì dalla porta sul retro, per non rischiare di farsi vedere da Alya, per poi saltare sul tetto di casa sua. Lì, Le Journaliste aveva afferrato per il collo il suo collega e lo stava tenendo a penzoloni fuori dal terrazzo. - No! - urlò Ladybug. Corse più in fretta che poté e cercò di afferrare la sua penna, che intanto era scivolata via dalle sue mani. - Non provare a toccarla! Se lo farai, io lo lascerò cadere! - urlò l'akumizzata. Chat le lanciò uno sguardo triste e, alla corvina sembrò quasi come se sapesse già come sarebbe andata a finire quella faccenda. Ladybug però, non aveva alcuna intenzione di vederlo ancora soffrire e così, con sicurezza pronunciò un: - Lucky Charm! - in mano le finì una sorta di mini trampolino. Non aveva però, idea di come utilizzarlo. Ad un tratto gliene saltò una in mente. - Alya, il trampolino! - lo gettò giù, sperando di non colpire la sua amica. - Preso! - urlò l'altra, di rimando. - Chat, mordile una mano! - lui rimase, inizialmente stranito, per poi fare quello che gli era stato ordinato. - Che co... - esclamò Le Journaliste, prima di urlare dal dolore e lasciar andare la presa su Chat. Anche lui gridò, ma per fortuna atterrò saldamente su quel trampolino a pois. Ladybug corse verso la penna e l'afferrò, per poi spezzarla in due e farne uscire l'akuma. - Niente più malefatte per te, piccola akuma. Ladybug sconfigge il male! Presa! - gridò, dopo averla catturata. Infine, la purificò: - Ciao, ciao farfallina! - e poi: - Miraculous Ladybug! - tutto tornò alla normalità. - Scusa per il ritardo, Chat. - esclamò, sporgendosi dal terrazzo e rivolgendogli un piccolo sorriso. - Meglio tardi che mai, My Lady. -
Serena
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A puuur-fect love story #Wattys2020
FanfictionTutte le ragazzine della sua età sognano di innamorarsi e di vivere una romantica storia d'amore degna dei film di Hollywood, ma non lei: Marinette Dupain Cheng ha già fin troppe "gatte" da pelare, e la sua seconda vita da supereroina è una di quest...