22.Serata al cinema

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Marinette riaprì gli occhi azzurri molto lentamente, per poi puntare lo sguardo verso la propria sveglia, posta a fianco al suo letto, che segnava ancora le sei e quaranta del mattino. Avrebbe cominciato a suonare di lì a qualche minuto, per costringerla ad alzarsi e a prepararsi per andare a scuola o, per meglio dire, a far finta di andare a scuola. Infatti, da quando era stata sospesa, non faceva altro se non fingere dinnanzi ai suoi genitori, ai quali non aveva ancora avuto il coraggio di rivelare tutta la verità. Di quante cose stava tenendo loro all'oscuro... Persino della sua strana nuova relazione con Chat Noir, che non avrebbero di certo accolto nel migliore dei modi, se mai l'avessero scoperta. Insomma, inutile dire che si sentisse davvero uno schifo per il comportamento che stava riservando nei loro confronti e che non avesse passato un solo giorno senza che Tikki la rimproverasse per non averglielo detto: era sempre però, riuscita a sfuggire alle sue parole con una scusa. "Non ne ho ancora avuto l'occasione: erano fin troppo occupati a causa del lavoro" le aveva, più volte, risposto per lasciar cadere l'argomento. Ma così non era stato. Aveva continuato a rimandare e a rimandare all'infinito quell'appuntamento con i suoi genitori, perché era certa che l'avrebbero messa in punizione, subito dopo averle fatto una bella ramanzina. Nonostante tutto però, quella mattina scostò le coperte dal proprio corpo e si mise in piedi fuori dal letto con un sorriso a trentadue denti ad illuminarle il viso: lo stesso che le era spuntato quella notte in cui lei ed il ragazzo-gatto avevano iniziato a "frequentarsi". Non riusciva a smettere di pensare a lui per un solo secondo: si sentiva così bene quando lo faceva. Nella sua mente, l'immagine dei suoi soffici capelli biondi e dei suoi dolci occhioni color smeraldo, campeggiava oramai da tempo, non donandole un minuto di riposo. Era strano come i sentimenti che stava provando per lui non assomigliassero quasi per niente a quelli per Adrien. Con Chat Noir infatti, la ragazza riusciva ad essere completamente se stessa: non aveva bisogno di nascondergli nessun aspetto del suo carattere, che da sempre aveva trovato fin troppo goffo ed impacciato. Quella stessa sera però, lei ed i suoi amici sarebbero andati al cinema tutti insieme e ci sarebbe stato anche lui. Anzi, Marinette ed Adrien sarebbero dovuti rimanere nella stessa sala a guardare un film d'amore da soli, perché così avevano stabilito qualche giorno prima con Nino ed Alya. La corvina sbuffò: non aveva per niente voglia di incontrarlo. - Mmh... - udì, d'un tratto: il suo Kwami si era appena ridestato dal proprio sonno. - Hey... buongiorno, dormigliona! - esclamò, andandole incontro. Tikki le sorrise, stropicciandosi gli occhietti blu con una zampetta. - Ma che ore sono? - domandò, credendo di aver dormito troppo. La prima a svegliarsi delle due infatti, era sempre stata lei e non la sua portatrice, che piuttosto era una ritardataria cronica! - È presto, non sono nemmeno le sette. - le rispose. - Davvero? Come mai sei già sveglia? -
- Non lo so, forse non riuscivo a dormire... - lei scrollò le spalle con noncuranza, rivolgendo lo sguardo altrove. - Beh, - esordì, ad un certo punto, tutta allegra, - meglio che mi vada a preparare. - mentre Tikki si chiedeva cosa diavolo fosse successo per farla diventare così arzilla e puntuale di prima mattina.
- Marinette, c'è qui Alya! - le urla della madre la fecero sobbalzare sul posto. - Sì, mamma. Falla salire! - rispose di rimando. Si guardò attorno: per una volta, la sua cameretta sembrava essere completamente in ordine. Quella mattina, dopo essersi lavata e vestita, era scesa in cucina per fare colazione ed aveva salutato i suoi genitori, prima di uscire di casa e risgattaiolare al suo interno dalla porta sul retro, un attimo dopo. In seguito, dato che non aveva trovato nient'altro di meglio da fare, aveva deciso di riordinare la propria stanza, partendo dalla sua scrivania, fino ad arrivare al suo guardaroba. Era riuscita a tirarvi fuori una marea di vestiti che non pensava nemmeno di avere e a riorganizzarli persino in base al loro colore! Beh, di certo nessuno avrebbe potuto dirle che avesse impiegato il proprio tempo inutilmente... Arrivata poi, quasi l'ora di pranzo, era rientrata in negozio con lo zaino in spalla e, come suo solito, era risalita in casa per mettere qualcosina sotto ai denti. Il pomeriggio invece, lo aveva trascorso sdraiata sulla sua chaise longue, mentre leggeva un bel libro. Con tutto quello che l'aveva tenuta impegnata durante il giorno però, il suo imminente "primo appuntamento" con Adrien le era del tutto passato di mente. Come avrebbe fatto a sopravvivere per più di due ore seduta accanto a lui? Insomma, la sua sola presenza riusciva a metterla a disagio e a farla diventare molto nervosa: non credeva sarebbe stata in grado di sopportarla tanto a lungo... Proprio in quel momento, la porta di camera sua venne spalancata dalla sua migliore amica, che vi entrò e la raggiunse a passo svelto, quasi conoscesse ogni singolo angolo di quella casa a memoria: e in effetti era proprio così. - Marinette, ma sei ancora in pigiama! - la rimproverò, senza neanche salutarla. L'altra provò a giustificarsi, ma Alya la zittì con un gesto della mano, per poi dirigersi verso il suo armadio e spalancarne velocemente le ante. - Ma guarda che organizzazione! Perché non vieni a riordinare anche il mio? - commentò sorpresa, facendola ridacchiare. La corvina la vide passare, con frenesia lo sguardo da un abito all'altro ed adocchiarne uno dalla sezione dei rossi. I suoi occhi si illuminarono, nel notare quale avesse scelto. - Forza, mettiti questo. - glielo passò. Era uno di quelli che aveva realizzato lei: aveva maniche lunghe, un collo bello alto ed un'infinità di pois neri spruzzati lungo tutto il tessuto con cui era stato ricamato, però non lo aveva ancora mai indossato. D'improvviso, per un solo secondo, si sentì entusiasta di uscire e farlo quella stessa sera per la prima volta, ma durò davvero molto poco. Infatti, non appena la sua mente tornò a concentrarsi sulla realtà, sul suo voltò ricomparve il solito broncio che assumeva ogni volta che qualcosa non le andasse tanto a genio. L'altra si girò per domandarle se quel vestito le andasse bene, ma quando la vide: - Che c'è? - fece, preoccupata. Le andò incontro e le accarezzò con dolcezza i capelli. - No, niente. È solo che... non sono più tanto sicura di volerci andare. - ammise, con sguardo basso. - Come mai? - - Ma lo sai... Dopo tutto quello che è successo con lui... - non dovette specificare di chi stesse parlando, poiché Alya riuscì a capirlo subito. - Beh, se non te la senti di andare, non devi farlo per forza: gli dirò che sei stata poco bene... - le sorrise. Non aveva alcuna intenzione di obbligarla a farle qualcosa contro la sua volontà. - Grazie, Alya. Ma non servirà. Mi vesto ed andiamo. Dammi solo qualche minuto. - - Ne sei sicura? - lei annuì e così fece. Indossò l'abito rosso, si infilò poi, un paio di stivali scuri col tacco ed afferrò una borsetta del medesimo colore, in cui lasciò che si nascondesse Tikki insieme al suo cellulare. Poco più tardi, le due si trovarono già fuori di casa ad attendere l'arrivo dei loro amici. Entrambe erano ansiose, l'una di terminare la serata al più presto possibile e l'altra di trascorrerla al meglio insieme al proprio ragazzo.

Serena

A puuur-fect love story #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora