32.Ti andrebbe di ballare?

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Non appena Adrien arrivò a casa sua, si lanciò a peso morto sul proprio letto, affondando la testa nel cuscino. Si stropicciò poi, il viso stanco con una mano e sospirò. - Devo dirglielo. - esclamò in un sussurro. - Cosa? - domandò la vocetta squillante e fastidiosa del suo Kwami. - La verità. Devo dirle la verità. - rispose il biondo, voltandosi verso di lui. Plagg spalancò gli occhietti verde smeraldo e: - Non vorrai mica...? - lasciò la frase in sospeso, ma il suo portatore riuscì comunque a comprenderne il contenuto. - Sì, Plagg. Devo rivelarle la mia vera identità. Non ho intenzione di giocare ancora con i suoi sentimenti. - Adrien assunse uno sguardo piuttosto convinto. - Ti é andato di volta il cervello? Non puoi farlo, nessuno dovrebbe saperlo! - si impose l'altro, volandogli accanto. - Tu non capisci, non posso continuare a prenderla in giro! Voglio che sappia quello che provo per lei. Non voglio che ci sia alcun segreto nella nostra relazione. - si alzò e si passò una mano fra i capelli. - E sentiamo, cosa proveresti per lei? - lo sfidò Plagg, con aria da furbetto. - Amore, Plagg. Amore. - gli andò incontro e gli sorrise, sincero. - Ah, ma sentitelo! É la stessa parola che hai usato per definire i tuoi sentimenti per Ladybug, ed hai visto com'é andata a finire? - gli fece notare. - Ma con Marinette é diverso! Lei é così... é così... - iniziò, non trovando parole adatte a descriverla. Mentre parlava di lei, i suoi occhi si illuminano, quasi come se fossero due gemme preziose alla luce del sole. Il Kwami fece un verso di disgusto, nel vedere in che modo si fosse ridotto il suo portatore. - Bella? - tentò di completare la sua frase. - Bellissima. - lo corresse l'altro. - Dolce? Simpatica? Intelligente? Unica? - continuò. - Oh, puoi dirlo forte. - Adrien ripensò a tutto quello che provava ogni qualvolta si trovasse in compagnia della corvina: sentiva le gambe molli come gelatina, il cuore che gli tamburellava forte nel petto, la gola secca ed un nodo stretto alla bocca dello stomaco. I giorni senza di lei erano stati una vera tortura: non era riuscito minimamente a starle lontano. Per questo, aveva provato ad avvicinarsi a lei sotto le sue vesti civili, ma non era stata la stessa cosa. Marinette si era dimostrata piuttosto fredda e distaccata in presenza di Adrien: il suo comportamento non aveva avuto nulla a che vedere con quello ricco di affetto e dolcezza che aveva riservato al suo alter ego. Quella sera, il biondo avrebbe tanto voluto baciarla, prenderla fra le sue braccia, stringerla forte, e farla sentire al sicuro. Farla diventare sua, di nessun altro. - Oddio, ragazzo. Credo non ci sia più niente da fare, sei proprio innamorato perso! - Plagg sembrava quasi disperato, quando si sedette su di un tavolino ed afferrò una fetta del suo formaggio preferito: il camembert. - Non capisco come facciate voi umani ad infatuarvi cosí facilmente. - proferì, schioccando la lingua. - Oh, andiamo! Non dirmi che non ti sei mai innamorato! - il ragazzo sembrò stupito. - No, mai. Amo il mio camembert, però. - il Kwami lo strinse forte a sé ed inspirò il suo "dolce profumo", che era più simile ad una puzza, in realtà, mentre Adrien alzava gli occhi al cielo e borbottava: - Sei sempre il solito. - ridacchiando.

Era arrivato l'ultimo giorno dell'anno, e Marinette ed Alya si trovavano ancora in alto mare per quanto riguardava la scelta degli abiti, che ogni volta costituiva un grosso problema. In quel momento però, erano fin troppo occupate a discutere di ciò che era successo qualche giorno prima a casa di Marinette. - Stai scherzando? Ha davvero detto questo? - domandò Alya, che sembrava sul punto di mettersi ad urlare per la gioia. - Sì, Alya. Te lo ripeto: é tutto vero. - e questa volta non riuscì a trattenersi, tant'è che Marinette dovette tapparsi le orecchie con le mani, per non rischiare di diventare sorda. - Non posso crederci! E poi, cos'altro ti ha detto? - - Niente, ci siamo salutati alla solita maniera, con un bacio sulla guancia. - rispose con nonchalance. - Lo stesso del vostro primo appuntamento al cinema? - - Ti ho detto che non é stato un vero e proprio primo appuntamento, ma solo un'uscita tra amici. Però sì, é stato lo stesso. - le sue parole parevano musica per le orecchie della castana. - Lo sapevo! Sapevo che fosse cambiato qualcosa tra voi due: lui non ti aveva mai guardato in quel modo, prima. - - In che modo? - aggrottò le sopracciglia, confusa. - Be', ma é ovvio: con gli occhi di un innamorato! - l'entusiasmo di Alya non sembrava toccare minimamente l'umore dell'altra. - Sì, certo. Vai pure convinta, Alya. - esclamò, infatti. - È la verità! Sei così accecata dal suo fascino, da non riuscire a comprenderlo? - - Ma comprendere cosa? - - Che lui é completamente e irrimediabilmente cotto di te. - Marinette non riuscì a trattenere le risate: all'improvviso, sembrava essere diventata la protagonista di una di quelle soap opera spagnole, sempre piene di storie d'amore problematiche e quasi impossibili. - Non credo proprio. E poi... Anche se così fosse, io non provo più nulla per lui. - asserì, scuotendo la testa più e più volte. - Oh, ma per quale motivo? Gli sei andata dietro per così tanto tempo, e adesso che lui sembrerebbe voler fare un passo in avanti, tu ne fai altri due indietro. - si lamentò l'amica, palesemente delusa. - Ma é proprio per questo! L'ho aspettato fin troppo: sono arcistufa di inseguirlo come se fossi un cagnolino! - sbottò Marinette. Per tutta la durata della loro conversazione, non aveva accennato una sola volta alla sua relazione con Chat Noir perché, nonostante odiasse mentire alla sua migliore amica, temeva che lei non l'avrebbe capita. E, molto probabilmente, aveva ragione. Alya era sempre stata lì per lei, pronta ad ascoltarla e a darle dei consigli, in caso di difficoltà. Ma spesso, a Marinette dava l'impressione che non volesse proprio sentire ragioni: una volta che si metteva in testa un'idea, era quasi impossibile riuscire a convincerla che fosse sbagliata: - Secondo me dovresti provare a dargli una possibilità. La te del passato apprezzerebbe molto. - a quel punto, la corvina annuì, lasciando cadere la questione. Non aveva affatto voglia di litigare, non con Alya. Dopodiché, senza che l'altra potesse anche soltanto provare a riaprire la discussione, si girò verso il proprio armadio e ne tirò fuori un paio di splendidi abiti realizzati da lei. - Che ne dici di questi? Li avevo confezionati un po' di tempo fa, ma ho voluto tenerli da parte per un'occasione speciale, e questa mi sembra più che perfetta, non trovi? - le rivolse un sguardo complice, mentre le labbra dell'altra andavano a formare una grande O. - Sono bellissimi! - esclamò, super entusiasta. Scelse il primo, quello sulle sfumature del rosso: aveva maniche lunghe, una scollatura a V ed una gonna che scendeva fin sotto al ginocchio. Il secondo invece, era completamente l'opposto. Era di un bellissimo blu notte, aveva due spalline in pizzo ed una scollatura a cuore, mentre la gonna a palloncino era piuttosto ampia. Una volta indossati, le ragazze si occuparono di trucco e parrucco. La corvina decise di raccogliere i suoi capelli in uno chignon molto elegante, e di applicare un sottile strato di mascara e di rossetto sul viso. Alya la imitò, aggiungendo dell'ombretto e lasciando che i capelli castani le ricadessero sciolti sulle spalle. Lei indossò un paio di tacchi non troppo alti, mentre l'altra si limitò a delle classiche ballerine nere. - Pronta a passare una serata indimenticabile? - Alya si girò verso la sua migliora amica, e le sorrise. - Prontissima. - rispose lei.

Le due erano arrivate a Villa Agreste in perfetto orario. La segretaria dello stilista le aveva condotte in un'enorme sala, gremita di gente. Appena entrate, Marinette si era guardata attorno, estasiata e ne aveva ammirato ogni singolo particolare. Le pareti erano decorate con tantissimi quadri dei colori più disparati, mentre in fondo alla sala erano stati posizionati dei tavoli ricchi di stuzzichini e bevande d'ogni tipo. Al lato sinistro, una pista da ballo e la postazione da Dj, dedicata al grande Nino Lahiffe, e a quello destro, una porta in vetro che dava su di un enorme terrazzo. - Dove saranno i ragazzi? - chiese Alya, passando lo sguardo su tutti i presenti, prima di trovare i loro amici intenti a chiacchierare, quasi a ridosso dei tavolini. - Oh, eccoli. - esclamò, indicandoli. - Ciao ragazze. - le salutò Kim, non appena gli si avvicinarono. - Wow, Marinette. Sei proprio uno schianto. - fu il commento di Alix, a cui la ragazza rispose con un timido "Grazie". Più in là, voltandosi, scorse Chloé e Sabrina chiacchierare animatamente con un ragazzo bruno, ma non vide Adrien da nessuna parte. - Avete visto Adrien? - domandò, infatti. - Ehm... dietro di te. - fu Juleka a rispondere. La corvina sbarrò gli occhi azzurri e si girò di scatto, notando il volto del ragazzo a pochi centimetri di distanza dal suo. - Hey, Mari. - esclamò lui, con un sorriso. La ragazza arrossì quasi fino alle orecchie, e ricambiò il saluto, balbettando leggermente. Lui si allontanò di poco, per riuscire a passare lo sguardo su tutto il suo corpo. - Sei splendida. - la complimentò, sincero. - Grazie. - rispose l'altra, abbassando subito lo sguardo, a causa dell'imbarazzo. Prima però, si permise di ammirare il corpo del biondo, coperto da una semplice camicia nera e dei pantaloni scuri: era talmente bello da togliere il fiato. Quando Adrien le si avvicinò e le posò due dita sotto al mento, impaziente di incontrare ancora i suoi occhi, la corvina non si lasciò pregare. Gli sorrise, e lui le porse una mano. Allora, il cuore della ragazza cominciò a martellarle nel petto, quasi fosse impazzito: si era accorta solo in quel momento che fosse partita  una canzone adatta ad un lento. - Ti andrebbe di ballare? -

Serena

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