15.Uscite tra amici

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Alya si schiarì la voce, a disagio. La situazione al tavolo sembrava essersi scaldata, per tutta la tensione che si era andata a creare. - Ehm... Nino, che ne diresti se giovedì andassimo a vedere un film al cinema? - domandò al suo ragazzo. L'altro, che stava ancora mangiando, non si preoccupò di finire di masticare, per risponderle. - Certo. Voi due venite, ragazzi? - si rivolse poi ad Adrien e a Marinette. Quest'ultima si stupì della nonchalance, con la quale il suo amico aveva pronunciato quelle parole. Lei ed il biondo avevano litigato e, teoricamente non si parlavano. Ma allora, per quale motivo sia Adrien che Nino si erano comportati come se non fosse successo nulla? - Per me é okay. - si ritrovò ad esclamare, contro la propria volontà. "Che mi sta succedendo?", si domandò, arrossendo nuovamente. Il suo corpo faceva l'esatto opposto di quello che voleva la sua mente: senza dubbio era il cuore che prendeva le decisioni al posto suo. Adrien le rivolse un piccolo sorriso, prima di acconsentire. - Perfetto, non vedo l'ora! Quel film d'amore sarà fantastico! - esclamò entusiasta, Alya. - Cosa? Un film d'amore? Non se ne parla, andremo a vedere un horror. - si impose il bruno. - Ma come? Me l'avevi promesso. - la ragazza mise su un broncio, a cui l'altro fu totalmente e stranamente indifferente. - Quella del film horror non sarebbe una cattiva idea. - intervenne Adrien, schierandosi dalla parte del suo migliore amico. - Ti ci metti anche tu adesso? - lo rimproverò Alya, fulminandolo con lo sguardo. Lui pose le mani avanti e cominciò a ridacchiare. - E tu, Marinette, cosa ne pensi? - le chiese Nino.
- Ecco, io... - nel momento esatto in cui aprì bocca per parlare, la castana la interruppe, terminando la frase al posto suo: - Lei é d'accordo con me, non é vero? - cercò il suo appoggio. - Ma ovvio che no, il film horror sarà mille volte più bello! - ribatté Nino, scocciato. Incrociò le braccia al petto ed aggrottò le lunghe e scure sopracciglia. - Scommettiamo? - lo sfidò lei, con un tono di voce ed un'aria saccente. - Ti dimostrerò quanto il tuo film da quattro soldi faccia schifo. - esclamò l'altro, porgendole la mano.
- Aspettate, ragazzi. Io credevo che entrambi si trovassero alla stessa ora. Come facciamo? - intervenne il biondo.
- Già, ha ragione. Non ci avevo pensato. E adesso? -
- Beh, vorrà dire che ne sceglieremo soltanto uno. Mmh, vediamo... - Nino fece finta di pensarci su per qualche secondo, per poi: - Sono certo che non ti dispiacerà abbandonare il tuo "polpettone" romantico e strappalacrime per provare il brivido del terrore. - esclamò, entusiasta. Allungò una mano sul tavolo e tentò di accarezzarle un braccio, prima che lei lo sottraesse alla sua portata. - Non è giusto. - borbottò sottovoce, afferrando la sua tazza di tè, oramai freddo e bevendone un sorso.
- Dai, non prendertela, Alya. Nella vita c'è chi vince e c'è chi perde. - proruppe il ragazzo, beccandosi una smorfia dalla sua fidanzata. - Altrimenti, se proprio ci tieni, potremmo andare io e Marinette a vedere quel film romantico, per poi darti un parere a riguardo. - alle parole di Adrien, la corvina si ritrovò a sobbalzare sulla sedia. "Un film d'amore? Con Adrien?!" ed ecco che tornava ad essere dello stesso colorito bordeaux, che assumeva ogni qualvolta si trovava pervasa da mille emozioni diverse o, per meglio dire, quando si trovava in compagnia di un certo Adrien Agreste. - N-noi due? - balbettò, deglutendo a vuoto. - Sì, Mari. Solo io e te. - l'altro rise, prendendola un po' in giro. - D'accordo, allora facciamo così. Mi raccomando, ragazzi. Io mi fido di voi e so, per certo che non mi deluderete. -

I quattro ragazzi uscirono, seppur a malincuore, da quel bar e decisero di fare una bella passeggiata, prima di tornare a casa. All'esterno, l'aria si era raffreddata di parecchio. Infatti, con il passare del tempo, le giornate stavano diventando sempre più gelide e scure. Marinette si strinse nel suo cappotto pesante e si sistemò il cappellino che aveva sulla testa. Alya e Nino, che si trovavano più avanti rispetto a lei, stavano discutendo di un qualche argomento sconosciuto alla corvina. Accanto a lei camminava Adrien, che la sovrastava di un bel po' di centimetri, con la sua figura slanciata e decisamente più alta della sua. Le si avvicinò e le rivolse una sola domanda: - Freddo? - aveva un'aria premurosa e molto dolce. L'altra rispose con un: - Sto bene, grazie. - mostrandogli un sorriso forzato. Abbassò lo sguardo, cercando di non incrociarlo con il suo ed alzò di poco il passo, tentando di ignorare la sua presenza, che la metteva alquanto in soggezione. Inoltre, non voleva che si facesse strane idee o che le si avvicinasse ancora di più, magari per riscaldarla. Era intenzionata a mantenere le distanze e a non offrirgli così tanta confidenza. Non era mai stata una ragazza permalosa, ma non era disposta a farsi mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno da Adrien. - Sicura? - non sembrava essere molto convinto. Lei sospirò, non preoccupandosi affatto di fargli notare il proprio fastidio nell'averlo attorno.
- Sicura. - confermò. Forse, fu in quel momento che il ragazzo si rese conto di aver fatto un gran passo falso. - Oh... - pronunciò solamente in un sussurro. - Suppongo che dovrei domandarti delle scuse per quello che è successo. - si grattò il capo, imbarazzato. - Beh, sono stato un idiota a trattarti in quel modo, Mari. Non avrei voluto dire quelle brutte cose su di te. - - Però l'hai fatto. -
- Già, ma ho commesso un errore e per questo ti prego di perdonarmi. D'altro canto, quel giorno ero parecchio arrabbiato, lo sai? Avevo appena litigato al telefono con mio padre... mi dispiace, non avrei dovuto sfogarmi contro di te... - le spiegò, con un'espressione corrucciata che gli campeggiava sul volto. La corvina lo osservò meglio: non sembrava stesse mentendo. Lei non poteva saperlo, ma la storia non era propriamente andata in quel modo...
Il biondo entrò nello spogliatoio maschile, con la fronte imperlata di sudore, le guance arrossate ed i capelli ancora completamente fradici. Scorse il suo migliore amico, piegato sul suo borsone da calcio, intento a ricercare i propri vestiti di ricambio e lo salutò con un piccolo cenno del capo. Nino lo riprese, notando lo strano sguardo, a metà tra l'irato ed il preoccupato che si stava, pian piano, formando sul suo volto. - Tutto bene? - gli domandò, posandogli una mano sulla spalla. L'altro annuì, per poi passargli affianco, facendo finta di nulla. A quel punto, a raggiungerlo fu Kim, che per poco non gli fece prendere un infarto, spuntando praticamente dal nulla.
- Hey, amico! Partita fantastica, non è vero? - gli si parò davanti, con una mano alzata ed un asciugamano nell'altra. Adrien si sforzò di sorridergli, ma evitò appositamente di dargli il cinque: non era dell'umore giusto per festeggiare, quella mattina. Da una settimana a quella parte infatti, le sue giornate avevano continuato a trascorrere in discesa: tra brutti voti, prestazioni e continui rimproveri da parte di suo padre, non gliene era andata nemmeno una per il verso giusto. - Ma che ti prende? Hai una faccia. - gli domandò. Lui alzò gli occhi al cielo alle sue parole. "Ci risiamo", pensò. - Nulla, cazzo. Sto bene. - sbottò, infastidito. - Ah, ho capito. Hai litigato con la tua fidanzatina? Immagino che la Dupain Cheng debba avere un bel caratterino! - lo provocò. Nel sentir nominare quel cognome, il ragazzo provò una strana sensazione alla bocca dello stomaco, che lo fece stare ancora peggio. - Cosa? No, Marinette non è affatto la mia ragazza! -
- Certo, certo: come no. Adesso non fare il finto tonto: ce ne siamo accorti tutti... - - Tutti... ? Tutti chi? E di che cosa? -
- Ma di come la guardi, no? Sei sempre lì a fissarla con occhi sognanti e a cercarla con lo sguardo. Ti sei preso una bella cotta, amico mio. - gli diede una gomitata, alzando e riabbassando continuamente le sopracciglia con aria maliziosa. - Ti sbagli! - rispose Adrien. Le sue parole l'avevano colpito: non aveva intenzione di ammettere a se stesso una cosa del genere. Era già stato innamorato di una persona, in passato e non gli era andata per niente bene. Ladybug gli aveva spezzato il cuore e non avrebbe voluto che accadesse ancora una volta. - Ragazzi, l'avete sentita l'ultima? - proruppe Alya, ad un tratto, girandosi verso di loro. - No, di che si tratta? - domandò il biondo. - Chloé torna in città. - fu la risposta dell'altra.

Serena

A puuur-fect love story #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora