4.Ci sei solo tu nei miei sogni...

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- Non ci posso credere, ce l'hai fatta! - urlò Alya, più entusiasta che mai. Marinette la seguì, con il cuore che le martellava ancora in petto. Non appena le lezioni erano terminate, la corvina aveva deciso di telefonare all'altra, già del tutto incredula e senza parole. - Lo so, non riesco a crederci nemmeno io! - esordì, ridacchiando. - Sono davvero felicissima per te, Marinette. - - Grazie, Alya. Sei la migliore amica che si possa desiderare. - esclamò, sincera. Sin dal principio, da quando si erano conosciute, lei era riuscita a capirla fino in fondo e a leggerle dentro, quasi come un libro aperto. L'aveva sostenuta in ogni sua singola scelta e riservato una marea di consigli che, con il tempo, aveva scoperto essere piuttosto utili. La loro era un'amicizia sincera e basata sulla fiducia reciproca: valore che entrambe ritenevano fondamentale. - Oh, Marinette. Così esageri: voglio dire, ho sempre saputo di essere speciale, ma non fino a questo punto. - ci scherzò su la castana, strappandole un sorriso. - Sul serio: non ti cambierei per nessun'altra al mondo. - ribadì, ancora una volta, più che convinta delle proprie parole. - Vale anche per me. Ti voglio bene, ragazza. - - Te ne voglio anch'io, Alya. Tanto. -

Marinette sospirò, prima di passarsi una mano fra i capelli corvini. Si portò due dita all'altezza delle tempie, cominciando a massaggiarle lentamente. Da un paio d'ore infatti, le era preso un brutto mal di testa, così tanto forte da impedirle di concentrarsi al meglio nello studio. Certo, la fisica non le era mai andata così tanto a genio, ma le parole non avevano affatto iniziato a rotearle davanti agli occhi così spesso. Posò piano la matita che aveva in mano, per poi alzarsi dalla sedia ed allontanarsi dalla sua scrivania. - Brutta materia? - intervenne Tikki, svolazzandole accanto. - Puoi dirlo forte. - borbottò lei, in risposta, prima di lanciarsi a peso morto sopra al suo letto. Si portò le braccia dietro alla nuca, puntando lo sguardo al soffitto. Chiuse per un attimo gli occhi, ricominciando a pensare ad Adrien. Le capitava spesso di indirizzare la mente verso di lui, quando non l'aveva impegnata ad altro. Doveva ancora realizzare del tutto il fatto che, in un paio di giorni, ci sarebbe uscita insieme ed il suo desiderio sarebbe finalmente diventato realtà. Aveva perso il conto delle volte in cui l'aveva nominato durante la notte, in maniera del tutta inconscia, mentre i suoi bellissimi occhi verde smeraldo abitavano i suoi sogni. Più o meno erano pari al numero dei poster raffiguranti il suo volto, che aveva appeso per gran parte delle pareti della propria stanza. Beh, dire che ne fosse praticamente ossessionata era dire poco. Ci mancava solo che iniziasse a venerarlo addirittura come un dio sceso in terra. In quel momento però, qualcun altro decise di interrompere i suoi pensieri, battendo il pugno contro la botola della sua cameretta. Marinette si alzò, con un sorrisetto ad illuminarle le labbra: sapeva già di chi si trattasse. Vi si avvicinò lentamente e la spalancò, rivelando la figura alta e slanciata di Chat Noir, che l'attendeva dall'altro lato. - Questa volta hai deciso di bussare, eh Gattino? - gli domandò, incrociando le braccia al petto ed alzando un sopracciglio, in modo scherzoso. - Ma certo. Ammetto di essere stato un po' invadente la scorsa notte. Perciò, ho deciso di rimediare. - lui si portò una mano al petto e le porse le proprie scuse, prima di atterrare sopra al pavimento in marmo con un balzo e fare qualche passo verso di lei. Le arrivò a pochi centimetri di distanza, le afferrò una mano e ne baciò con delicatezza il dorso. Lei, inaspettatamente arrossì, mentre l'altro le rivolgeva un piccolo sorriso. - D'altronde, questa sera ho intenzione di ringraziarti, Puuur-incipessa. Mi hai reso il gatto più felice del mondo, regalandomi ospitalità e compagnia. E poi, a dir la verità... ho trascorso notti e notti senza riuscire a chiudere occhio, prima di avere la possibilità di conoscerti meglio. Ora come ora invece, con il tuo bellissimo sorriso che mi annebbia la mente, ci sei solo tu nei miei sogni... - le rivelò, con uno sguardo carico di dolcezza e tenerezza, prima di inchinarsi davanti a lei e porgerle una splendida rosa rossa.

Serena

A puuur-fect love story #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora