23.Ti posso spiegare...

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- Due biglietti per "As right as rain", grazie. - esclamò Adrien, per poi posare una banconota da dieci sul bancone della biglietteria. Una donna dagli spessi occhialetti colorati e dai capelli color cenere gli sorrise, porgendoglieli insieme allo scontrino. - Buona serata. - gli augurò, scoccandogli un occhiolino complice. "Molto probabilmente crede si tratti di un appuntamento" si disse Adrien, mentre cercava di dare una spiegazione allo strano modo in cui aveva ammiccato verso di lui e Marinette. Quella sera stessa, difatti, prima di uscire di casa, era stato a rimuginare a lungo sui sentimenti che la ragazza era, di recente, riuscita a risvegliare in lui. Ricordava ancora perfettamente il dolce sapore delle sue labbra sulle proprie, quel calore così tanto familiare che l'aveva avvolto non appena i loro corpi si erano sfiorati, quel suo profumo così intenso ed inebriante da lasciarlo senza fiato... Doveva inoltre, riconoscere di aver passato più di una notte insonne, alla ricerca di quel contatto che lo aveva mandato fuori di testa e del quale non era più riuscito a fare a meno. Si riscosse velocemente dai propri pensieri, non appena si accorse dell'assenza della corvina che, fino a qualche minuto prima, si trovava accanto a lui. Si guardò attorno spaesato, in cerca della ragazza: tra il mucchio di persone che avevano, nel frattempo, riempito il cinema, riuscì a malapena a scorgere il suo migliore amico, che si stava sbracciando per attirare la sua attenzione insieme alla sua fidanzata. Li salutò, andandogli incontro: - Hey. - Nino gli rispose con un semplice cenno del capo. - Dov'è Marinette? - gli domandò Alya, aggrottando le sopracciglia castane ed assumendo uno sguardo confuso. - In realtà, me lo stavo chiedendo anch'io... - l'altro si grattò il collo con una mano, in evidente imbarazzo. E se lo avesse lasciato lì da solo e fosse fuggita via a causa sua? Magari credeva anche lei che si trattasse di un vero e proprio primo appuntamento. Incominciò inevitabilmente ad entrare in paranoia e a mangiucchiarsi le unghie, nervoso, mentre Alya gli lanciava un'occhiata divertita. - Di che parlate? - udì però, d'un tratto. Si voltò di scatto verso la sua sinistra, dove vide sbucare, da dietro un'enorme confezione di pop corn ed un bicchiere altrettanto grande di coca cola lite, la diretta interessata. Aveva l'aria affaticata, quasi avesse appena corso una lunga maratona: non sembrava per niente in grado di trasportare tutta quella roba da sola. Il ragazzo non ci pensò su due volte, prima di accorrere in suo aiuto, così da evitare che succedesse una catastrofe e che precipitasse tutto al suolo. - Grazie. - gli sorrise, grata del fatto che l'avesse alleggerita un pochino, lasciandole solo la coca cola. - Questo è il tuo. - Adrien le porse il suo biglietto, per poi venire nuovamente ringraziato, questa volta per aver pagato il conto anche per lei. - Ma figurati. - le rispose il biondo, incominciando a sgranocchiare un po' dei suoi pop corn. - Hey! - lo rimproverò Marinette. - Quelli sono miei! - gli si avvicinò, tentando di riprenderseli, ma l'eccessiva differenza di altezza dell'altro non glielo permise, facendole spuntare un broncio sulle labbra. Adrien ridacchiò di gusto, rivolgendole una linguaccia, che l'altra non esitò a ricambiare. - Li dividiamo. - propose lui. - E va bene... - accettò di malavoglia la corvina, decidendo finalmente di gettare la spugna. Con tutto quel loro bisticciare come due bambini, si erano completamente dimenticati della presenza di Nino ed Alya che, per tutto il tempo, avevano continuato ad osservarli con sguardi inteneriti, certi che fra di loro stesse finalmente sbocciando qualcosa. La castana si schiarì la gola, attirando l'attenzione dei suoi amici su di sé. - Be'... è meglio che noi andiamo: il film sta per iniziare. -
- D'accordo. Allora ci sentiamo più tardi. - si salutarono e, dopo pochi minuti, anche lei ed Adrien decisero di entrare in sala, dato che stava incominciando a farsi tardi.

Il film era stato decisamente più bello del previsto. Né Adrien, né Marinette infatti, avevano avuto nulla da ridire a riguardo, una volta che avevano messo piede fuori dal cinema, un paio d'ore più tardi. In seguito, entrambi avevano percorso la strada, oramai buia e quasi del tutto deserta, che li aveva condotti all'abitazione della corvina in un batter d'occhio. - Be'... - iniziò lei, stringendosi nel suo cappotto pesante: quella sera, l'aria era più fredda e umida del solito. Lanciò poi, una rapida occhiata al cielo davanti a sé, scoprendolo fin troppo scuro e nuvoloso: che stesse per piovere? - Grazie per avermi accompagnata. - esclamò, un po' imbarazzata. Lui, in tutta risposta, ricambiò il suo sorriso e le si avvicinò molto lentamente, per poi iniziare ad accarezzarle una guancia con il pollice e: - Grazie a te per la splendida serata. - sussurrarle ad un palmo dal suo viso. Quando i suoi occhi verde smeraldo incontrarono quelli azzurri dell'altra, quest'ultima ebbe un tuffo al cuore, nell'accorgersi quanto le sembrassero familiari. Ma dove li aveva già visti? D'un tratto, una volta spostato lo sguardo sulle sue labbra, non riuscì a fermare l'improvviso desiderio che aveva di baciarle, per constatare se avessero lo stesso sapore che, da giorni e giorni le stava mandando il cervello completamente in tilt. Fece appena in tempo a formulare questo pensiero però, che il biondo l'accontentò, almeno in parte, regalandole un dolce e piccolo bacio all'angolo delle labbra, che scaturì in lei una scarica di brividi lungo tutta la schiena. Il suo volto era oramai, divenuto paonazzo, quando gli si allontanò e gli rivolse un saluto un po' incerto, che lui ricambiò calorosamente. In seguito, si voltò, rientrò in casa e, una volta che si fu chiusa la porta alle spalle, non poté fare a meno di sospirare di sollievo e di passarsi una mano sulle proprie guance, sentendole addirittura roventi al tatto, nell'esatto punto in cui le dita dell'altro l'avevano appena sfiorata.

- Ma', sono a casa! - la salutò, facendo un passo in avanti. La sala da pranzo era decisamente più buia e vuota del solito, notò. "Forse è ancora in negozio" si disse, quando, convinta che si trovasse in cucina e che stesse preparando la cena, varcò la soglia della stanza, ma non la vide neanche lì. Non appena vi uscì però, la scoprì seduta sul divano del loro salone, tutta intenta a leggere, con aria corrucciata, qualcosa su un foglio di carta bianco: sembrava si trattasse di una faccenda abbastanza importante... La ragazza le passò così, di fianco, tentando di farsi notare. - Marinette? - la richiamò lei, non appena si accorse della sua presenza. - Sì? -
- Tu va' di sopra, che io arrivo tra un attimo. Dobbiamo parlare. - l'altra annuì, seppur leggermente confusa: era del tutto ignara di ciò che stesse passando per la testa dell'altra in quel preciso istante. Si fiondò quindi, dritta dritta in camera sua e, mentre Tikki scivolava fuori dalla sua borsetta nera, lei iniziò a togliersi le scarpe e a levarsi i vestiti di dosso. Non appena rimase in slip e in reggiseno però, un fischio di apprezzamento proveniente dal suo letto la fece congelare sul posto, oltre che prendere un infarto. Con ancora l'abito rosso in mano, alzò lentamente il proprio sguardo e lo vide sdraiato proprio là sopra, con la sua solita espressione strafottente sul viso e le sue iridi chiare che spiccavano come due fari accesi nell'oscurità: - Chat Noir, - iniziò, a metà tra l'infastidita, l'imbarazzata e la sorpresa. - come diavolo hai fatto ad entrare? - lui scrollò le spalle, con noncuranza. - La botola era aperta. - rispose. La ragazza sbuffò: il giorno in cui si fosse ricordata di chiuderla, molto probabilmente sarebbero volati gli ippopotami. - D'accordo... e, sentiamo: cosa ti porta qui, di preciso? - gli domandò, mentre si rivestiva e cercava di ricomporre quel minimo di dignità che possedeva ancora. Avrebbe cercato di far finta che non fosse successo nulla, altrimenti si sarebbe sentita ancora più a disagio. Insomma, per poco non si era denudata completamente davanti al suo ragazzo... - Oh, a dire il vero... sono passato solo per darti la buona notte, Puuur-incipessa. - le disse. - Coraggio, vieni qui. - la invitò, picchiettando una mano sul copriletto a fiori dell'altra. Lei si lasciò scappare un sorrisetto intenerito, mentre si apprestava a salire le scale che l'avrebbero portata da lui. Non appena lo raggiunse però, tutte le sue buone intenzioni andarono a farsi benedire. Avrebbe dovuto sgridarlo per essere piombato in camera sua senza preavviso e per aver violato la sua privacy in quel modo, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu quella di buttarsi tra le sue braccia ed inspirare a lungo il suo buon profumo. Lui la strinse forte a sé e le scostò i capelli scuri dalla fronte, prima di guardarla dritto negli occhi e sorriderle. - Oh, Mari Mari... ma cosa mi stai facendo? - mormorò, forse più a se stesso che all'altra. Quest'ultima arrossì, non del tutto certa di aver capito cosa intendesse, ma piuttosto convinta si trattasse di un complimento. Fu un attimo: Chat Noir si fiondò sulle sue labbra rosee e carnose con avidità, baciandole con trasporto e desiderio. Marinette gemette, non appena l'altro incominciò a scendere sul suo collo scoperto e ad accarezzarle dolcemente un fianco con le dita. In un attimo di follia, la ragazza gli allacciò le gambe attorno al corpo, per poterglisi avvicinare ancora un po'. - Mmmh... - biascicò il biondo, mentre le mordicchiava un orecchio e le lasciava una lunga scia di baci umidi sotto al mento. Aveva il fiato corto ed una voglia matta di baciarla ancora ed ancora: non credeva ne avrebbe avuto mai abbastanza...
- Marinette, io ero venuta per... - d'improvviso, la voce di Sabine irruppe nella stanza, risuonando fin troppo forte e chiara alle loro orecchie. I due si allontanarono velocemente l'uno dall'altra e quest'ultima si girò di scatto verso la madre, con ancora i capelli scompigliati e le labbra gonfie.
- Marinette, ma che cosa...? - i suoi occhi erano sbarrati ed il suo sguardo era a dir poco scioccato. - Mamma, non è come sembra. I-io ti posso spiegare... - furono le parole di Marinette.

Serena

A puuur-fect love story #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora