25.Strade innevate

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Passarono secondi, minuti, ore e forse giorni: Marinette non seppe definirlo con esattezza. Era rimasta rinchiusa in camera sua per la maggior parte del tempo, e l'unica cosa che era riuscita a fare era stata: fissare lo sguardo al soffitto e ripensare a quanto la sua vita avesse iniziato a fare totalmente schifo, da quando lei e Chat Noir erano stati costretti a lasciarsi. La madre le era stata addosso come non aveva mai fatto prima, irrompendo nella sua stanza per accertarsi che non ricevesse ulteriori visitine nel cuore della notte ed impedendole di uscire di casa, fino a quando non sarebbe dovuta tornare a scuola. Fortunatamente però, dopo averla pregata fino allo sfinimento di non raccontare nulla di quell'enorme faccenda al padre, la corvina era riuscita a convincerla a non farlo. - Me lo devi. - aveva esclamato, un attimo prima che cedesse. Detestava così tanto la madre per quello che le aveva fatto, da non riuscire quasi più a scendere giù in cucina per fare colazione, proprio per non rischiare di incontrarla. Inoltre, era da un po' di tempo che non aveva più tanto appetito, soprattutto la mattina presto. Per questo motivo, Tom, che fino a quel momento l'aveva vista di rado saltare i pasti, si era insospettito parecchio. - Ma che cos'ha? - aveva domandato alla moglie, preoccupato. L'altra aveva scrollato le spalle, facendo finta di niente: - Non ne ho idea. Magari è solo stressata per via della scuola. - e gli aveva promesso che sarebbe andata a parlarle per controllare che stesse bene. Ma non era così: Marinette non si sentiva affatto bene. Continuava inevitabilmente a pensare a Chat e a tutti i bei momenti passati insieme a lui: ai suoi baci, alle sue carezze e a i suoi splendidi abbracci. Ogni volta che lo faceva, il suo cuore cominciava a martellarle forte nel petto ed un grosso nodo le si formava alla gola ed alla bocca dello stomaco. Non sopportava l'idea di stargli lontana, neanche un po'. D'altro canto, Tikki aveva provato a consolarla in tutti i modi, standole accanto e sussurrandole parole di conforto, ma non c'era stato nulla da fare. In quel momento, fu proprio quest'ultima a ridestarla dal proprio sonno, avvicinandosi a lei e picchiettandole una zampetta sulla spalla. La bruna, che si trovava ancora avvolta nel suo soffice piumone nonostante fosse già passato mezzogiorno, non diede alcun segno di vita, continuando a ronfare indisturbata. Ma l'altra conosceva sin troppo bene le sue mosse, così non si fece ingannare e continuò a chiamarla, per far sì che uscisse dal suo letto e si desse una mossa, una volta per tutte. Era infatti, piuttosto convinta che quel suo comportamento l'avrebbe soltanto fatta sentire peggio di prima. - Coraggio, Mari: tra pochi giorni é Natale! Dovresti esserne entusiasta, cantare canzoncine, preparare l'albero e bere cioccolata calda! - esclamò, provando a tirarla su di morale. La ragazza però, non sembrò tanto disposta ad ascoltarla... Fu per questo, che si girò dall'altro lato ed infilò la testa sotto al proprio cuscino, ignorandola ancora. Tikki roteò gli occhietti al cielo, infastidita: - D'accordo, d'accordo... Vorrà dire che rimarrò qui accanto te e aspetterò che smetta di nevicare. Fa fin troppo freddo là fuori, non credo sia il caso di uscire. - esclamò con noncuranza. In un attimo, vide la sua folta chioma di capelli scuri fare capolino fra le lenzuola, insieme al suo volto assonnato. - Che cosa? - si guardò attorno, le palpebre ancora mezze socchiuse. "Bingo!", si disse l'altra, mentre la sua portatrice strizzava gli occhi azzurri e sbadigliava, stiracchiandosi un po'. Dopodiché, fu decisamente troppo veloce ad alzarsi dal proprio letto, poiché finì per urtare il cestino stracolmo di fazzoletti sporchi, che si trovava accanto ad esso. Decisa a verificare se dicesse la verità o meno, si diresse dritta dritta verso la sua finestra e ne spalancò le tende senza alcuna esitazione, rimanendo a dir poco incantata dallo spettacolo che le si presentò davanti. Le strade di Parigi sembravano essere state appena ricoperte da un enorme strato di zucchero a velo: le auto, le case e persino i negozi erano infatti, completamente innevati. - Wow. - si lasciò sfuggire. La sua attenzione fu però, subito catturata da un gruppetto di ragazzini urlanti e sovreccitati che stavano giocando a lanciarsi palle di neve, le cui risate avrebbero contagiato chiunque, per quanto risultassero sincere e gioiose. Dovevano avere al massimo una decina d'anni, rifletté, mentre continuava ad osservarli con un bel sorriso in volto. Erano così tanto spensierati, da non prestare nemmeno attenzione al freddo che gli gelava le manine nude e arrossava loro il naso. Una volta, lo era stata anche lei: spensierata. Era corsa immediatamente fuori di casa per fare un pupazzo di neve insieme alla sua mamma ed al suo papà, e si era divertita come una matta. Oh, quanto le sarebbe piaciuto tornare indietro nel tempo! Rivivere quei momenti, tornare una bambina! L'inverno era sempre stata la sua stagione preferita, perché l'unica in grado di far riemergere in lei ricordi così forti e farla sentire in pace con se stessa. Sospirò sognante, immaginando di essere là fuori insieme al biondo e di condividere uno di quegli splendidi momenti con lui o, magari, di crearne uno nuovo apposta per loro due... - Non riesco a smettere di pensare a lui, Tikki. - mormorò, voltandosi verso lo spiritello rosso, che le svolazzò accanto e le lanciò uno dei suoi soliti sguardi comprensivi. Quest'ultima si prese un'attimo per osservarla meglio: la sua portatrice aveva i capelli corvini tutti scompigliati e due occhiaie violacee che le incorniciavano gli occhi, piuttosto gonfi a causa delle lacrime. - Lo so, e mi dispiace davvero tantissimo. Ma, Mari... Vedrai che andrà tutto bene. - esclamò. I suoi occhietti azzurri incontrarono quelli dell'altra, e cercarono di tranquillizzarla. Tikki era fatta così: ogni volta, nonostante non potesse fare un granché per aiutarla, pronunciava qualche parolina di conforto, oppure le faceva capire di esserci sempre per lei, in modo tale che si sentisse più protetta e rincuorata. - Forse hai ragione tu, Tikki. Tutto si sistemerà. - le rispose la corvina, rivolgendole un sorriso sincero. In seguito, le si avvicinò e le posò un bacetto sul capo, per poi riportare l'attenzione sul panorama davanti a sé. - Hey, che ne diresti se andassimo a farci una bella passeggiata? - esclamò, d'un tratto, la ragazza, lanciandole uno sguardo d'intesa, che l'altra non faticò a comprendere. - Mmmh... Ci sto! -

Serena

A puuur-fect love story #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora