24 Evelyne

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24 Evelyne





Mi sforzo di mandare giù il groppo che mi ostruisce la gola, ma più deglutisco a vuoto, più sento salire le lacrime, che minacciano di solcarmi, copiose, il volto.

Reyna è appena scomparsa dalla mia vista dopo aver superato i controlli di sicurezza con Trystan, Alexa e Alice e già sento la sua mancanza.

La mia bambina sta per prendere l'aereo per la prima volta in vita sua e io non solo non sono con lei, ma non la vedrò per almeno altri dieci giorni e già mi manca.

Ringrazio il cielo di non essere vicino a qualcuno che conosco, perché mi basterebbe uno sguardo compassionevole per scoppiare a piangere.

So che con Trystan è in buone mani e che, dove stanno andando, una cittadina che si chiama Glenwood Springs, ad un paio di ore di macchina da Denver, lei sarà al sicuro, ma ciò lenisce solo in minima parte la mia pena e il dolore sordo che sento nel petto.

La nostalgia è come una malattia incurabile, soprattutto se a mancarti è qualcuno che ha un posto unico e speciale nel tuo cuore.

Non l'ho mai lasciata da sola per così tanto tempo e non riesco a non pensare al suo sorriso, al fatto che non lo vedrò per un sacco di tempo e ciò mi fa sentire ancora peggio.

La mia bambina, abbastanza grande da essere felice di passare dieci giorni in vacanza con la famiglia della sua amichetta.

Mentre facevamo la valigia, mi ha promesso che si sarebbe comportata bene, così non sarebbe stato l'ultimo viaggio insieme ad Alice e ciò mi ha fatto male al cuore, perché mi fa capire con disarmante chiarezza che la mia bimba sta crescendo in fretta.

‹‹Signora, sta bene?››

Sollevo lo sguardo e mi trovo ad osservare una guardia in divisa che mi osserva con espressione preoccupata.

‹‹Oh, mi scusi. Sto bene, è solo il distacco. Sicuramente è abituato a vedere donne che piangono.››

La guardia ignora di proposito il mio sproloquio, sorridendomi con fare incoraggiante.

‹‹Eppure, anche se succede tutti i giorni, non riesco ad abituarmi.››

L'uomo ha circa la mia età, ma ha un'aria giovanile che lo fa sembrare più piccolo: sono le piccole rughe d'espressione ai lati degli occhi a tradire la sua età.

‹‹Lei ha figli?››

Lui annuisce, raddrizzandosi.

‹‹Sì, si chiama Matt e ha sei anni.››

Mi alzo dalla panchina su cui mi sono seduta, temendo di crollare e gli tendo la mano. Parlargli mi ha distratta, permettendomi di riprendere il controllo.

Lui la stringe, titubante, osservandomi con perplessità.

‹‹Mi saluti Matt e non si abitui al dolore della gente. È piacevole vedere che, anche se siamo soli, c'è qualcuno che si accorge di noi.››

Allontanarmi in macchina dall'aeroporto, sapendo che Reyna è lì dentro, vicina, ma irraggiungibile, come se fosse già lontana, mi da una strana sensazione.

Eppure, so che devo cercare di non pensarci, che mi devo concentrare su Heaven e su quanto sta accadendo qui.

Trystan ha promesso di chiamarmi non appena l'aereo sarà atterrato e quando saranno arrivati a Glenwood Springs.

Ora che Reyna è al sicuro, ho ben altro a cui pensare e uno dei pensieri costanti è Asher e la parte di conversazione avuta con suo padre che ho involontariamente origliato.

Unexpected Love #2 Sanders Brother's SeriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora