15 Evelyne

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15 Evelyne.








Con la tipica eleganza di una donna disperata, che dopo essersi guardata allo specchio e aver constatato che, senza l'uso di acqua e sapone, la situazione sarebbe stata senza soluzione, afferro lo shampoo di Heaven e butto la testa nel lavandino.

L'acqua calda è piacevole sulla nuca, ma non indugio esageratamente nella pacifica sensazione dell'acqua che scorre tra le ciocche fradice, allontanando il fastidio e il nervosismo con il delicato massaggio delle dita.

Mi sento a disagio nel fare una cosa così "intima" nel bagno di Asher, ma non avevo nessuna intenzione di andare in giro con la pappa d'avena tra i capelli. Certo, qualcuno potrebbe dire che è un nuovo trattamento di bellezza super moderno, dopotutto siamo a New York e per le strade di possono vedere le cose più eccentriche, ma data la mia faccia, è più probabile che mi prendano per una casalinga disperata.

Oggi Heaven è stata irrequieta tutto il giorno, urlando e lanciando le cose fin dal mattino, ma è comprensibile dato le gengive gonfie e doloranti, tuttavia non mi sarei mai aspettata di finire con la sua cena a imbrattarmi.

Mi sono distratta solo per un momento quando il rumore della porta d'ingresso, alle mie spalle, mi ha fatta sobbalzare, ma è stato sufficiente.

Heaven ha fatto centro al primo colpo e per poco non mi ha presa in un occhio.

Il suo: ‹‹Addà!›› vittorioso mi ha raggiunta anche di fronte alla porta del bagno e, sebbene un po' irritata, per poco non sono scoppiata a ridere.

Avrei davvero dovuto prestare più attenzione. Anche Alice e Reyna, alla stessa età, lanciavano le cose e non è di sicuro la prima volta che finisco con del cibo in testa; temo non sarà nemmeno l'ultima. La nota positiva è che almeno i miei vestiti non sono stati sporcati da quella poltiglia, per cui, una volta che avrò finito, il mio aspetto sarà più che dignitoso.

In bagno, un locale non molto grande, soprattutto ora che c'è il fasciatoio, pianellato con una sorta di materiale impermeabile che ricorda il legno per i suoi disegni, cerco di fare il più velocemente possibile, asciugando i capelli il tanto necessario a non ammalarmi una volta fuori dalle calde e confortevoli mura domestiche.

Quando torno in sala, trovo le bambine intente a mangiare, compresa Heaven, occupata a scolarsi il suo latte serale in braccio ad Asher, che passa lo sguardo dalla bambina al telegiornale e viceversa.

La scena, in qualche modo, mi fa contrarre lo stomaco, perché ha un non so che di intimo che mi mette a disagio.

Sa troppo di famigliola felice, anche se non ho mai vissuto una situazione del genere a casa mia.

Chris era sempre fuori, in missione. Tornava a casa una settimana ogni tre mesi e quel tempo lo passava a ricaricarsi. Quando sono rimasta incinta, era felicissimo, ma si è perso tutta la gravidanza e non c'era quando Reyna è nata. Non sono nemmeno riuscita a contattarlo per farglielo sapere.

È tornato a casa, tre settimane dopo, e ha trovato la sorpresa.

Amava Reyna, la guardava come se fosse una cosa speciale e meravigliosa, ma non le ha mai dato da mangiare e non l'ha mai lavata.

Quando lui era a casa, io continuavo a fare la stessa vita che facevo quando lui non c'era, ma non per questo lo amavo di meno.

Chris non era perfetto, ma eravamo la sua famiglia e ci ha sempre trattate con cura e amore.

Mi accorgo di essere rimasta ferma impalata solo quando mi trovo davanti Asher, senza più la piccina tra le braccia.

‹‹Dovresti lasciare i capelli sciolti più spesso. Ti fanno sembrare meno severa.››

Unexpected Love #2 Sanders Brother's SeriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora