25 Asher.

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25 Asher





Questo è un incubo, un fottutissimo, maledettissimo incubo.

Non riesco a credere che passerò un intero weekend da solo con Evelyne, ma non sono riuscito a trovare niente da dire a mio padre per impedirgli di partire. Scoprire chi è entrato nell'appartamento di Evelyne e perché si è dato tanto disturbo a coprire le proprie tracce è il primo passo per chiudere la questione Patrick Mason e tornare tutti alla normalità è porre fine, una volta per tutte, a questa convivenza forzata che mi sta logorando.

Certo, non c'è nessuna garanzia che mio padre riesca a trovare delle risposte in Arkansas, ma finora è l'unica cosa che abbiamo.

La polizia sta indagando, ma le cose procedono a rilento, perché non c'è stato nessun furto, nessun oggetto da smerciare e quindi nessun venditore da poter rintracciare. Siamo in un vicolo cieco e la pista sull'operaio è tutto ciò che ci rimane.

Mio padre è bravo, ma anche così la vedo dura e di certo non potevo dirgli una cosa del genere per convincerlo a non partire.

Al che, mi sono rinchiuso in camera come un ragazzino offeso, accampando come scusa quella del mal di testa.

Ho cercato di portarmi dietro Heaven, perché ovviamente stavo bene, ma Evelyne non me lo ha permesso, dicendomi di riposare e di non preoccuparmi, perché è abituata a fare la mamma a tempo pieno e rimanere con le mani in mano rischiava solo di farle sentire ancora di più la mancanza di sua figlia.

Da bravo codardo quale sono, l'ho lasciata fare e ho persino saltato il pranzo perché, alla fine, ero davvero stanco e mi sono addormentato.

Non sono più abituato a dormire in questa casa, con i suoni del vecchio legno che, ogni tanto, cigola. Sono passati quasi quindici anni da quando questa era la mia camera ed è davvero strano ritrovarmi in questo posto con Heaven.

Non vorrei uscire da questa camera, doverla affrontare, passare del tempo con lei, ma non posso continuare a scappare ed è probabile che stia ingigantendo la situazione.

Non sarà così difficile passare un po' di ore in sua compagnia.

Quando mio padre è venuto a cercarmi, per darmi la lieta novella, ero ancora sveglio, stravolto dalla serie ininterrotta di notti insonni. In parole povere: ero così stanco da non riuscire ad addormentarmi.

La cosa peggiore, è che mi ha trattato come un ragazzino, facendomi la ramanzina e pregandomi di non disturbare la "nostra ospite" e non farla fuggire a gambe levate.

Come se realmente il problema fossi io.

Non posso nemmeno mettermi a protestare con me stesso, alla ricerca di motivazioni, perché le scuse apparirebbero infantili anche a me stesso.

La verità è che Evelyne ha smosso qualcosa dentro di me, qualcosa che pensavo di aver sepolto insieme a ciò che pensavo e desideravo per il mio futuro, e ciò mi spaventa enormemente, perché conosco i miei limiti e so a cosa posso o meno aspirare.

Chi posso usare ed Evelyne non rientra nella categoria.

Per me sarebbe nettamente più semplice starle alla larga e non essere tentato di fare qualcosa di estremamente stupido in grado di minare per sempre il nostro rapporto datore di lavoro e dipendente.

Eppure, allo stesso tempo, muoio dalla voglia di scendere di sotto da lei e Heaven per sapere com'è andata la giornata, entrando così in un mondo parallelo dove potremmo sembrare quasi una famigliola felice.

Quando scendo di sotto, la casa è estremamente silenziosa, tranne per la voce di Evelyne,

La vedo non appena mi affaccio nel salotto. Le luci sono soffuse e lei mi da le spalle, un po' camminando e un po' dondolando mentre canta una dolcissima ninnananna a Heaven.

Unexpected Love #2 Sanders Brother's SeriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora