02 Asher

8.8K 423 36
                                    

02 Asher.





La prima impressione è di freddezza.

La donna che Trystan mi presenta come la famosa Evelyne, la donna che ha cresciuto mia nipote fin da quando era in fasce, è completamente diversa dalla persona che mi ero immaginato.

Sapevo che ha una figlia di otto anni e che, per qualche ragione, la sta crescendo da sola, ma non pensavo assolutamente che non assomigliasse per nulla ad una madre e che mi avrebbe gelato con una sola occhiata.

Si è presentata indossando un cappotto  scuro sopra una divisa da cameriera a scacchi bianchi e rossi, ai piedi un paio di stivali lucidi da pioggia alti fino al ginocchio.

I capelli castani le spiovevano sul viso, umidi per la lieve pioggerella da cui non ha cercato riparo con un ombrello.

Non pensavo fosse lei fino a quando Trystan non l'ha presentata ufficialmente, anche se avrei dovuto capirlo.

Le ho teso la mano e lei l'ha stretta leggermente, ma con decisione e la sua espressione si è indurita mentre mi squadrava da capo a piedi, valutandomi.

Ha sollevato il mento e mi ha fulminato con gli occhi più strani che io avessi mai visto: verde bosco con enormi pagliuzze dorate che sembravano lanciar saette.

‹‹Che cosa ti serve, Trystan?››

La sua voce ha una tonalità bassa e fumosa, come quella delle pin-up di altri tempi. Per qualche ragione, ce la vedrei tranquillamente a cantare Why don't you do right nella versione jazz di Julie London.

‹‹Vieni!››

Lasciamo il piccolo e angusto corridoio per entrare in salotto, dove c'è il seggiolino da macchina sul tavolino basso.

Heaven è sveglia e sta giocando con il suo sonaglio rosso e giallo, il ciuccio stretto tra le labbra rosse.

‹‹Oh mio Dio, che meraviglia!››

La voce emozionata di Evelyne risuona per la stanza e la donna non esita un secondo ad avvicinarsi alla piccola per osservarla da vicino e parlarle con una tonalità dolce e ipnotica, tanto che la stessa Heaven sgrana gli occhioni e lascia cadere il giocattolo in grembo, gli occhi incantati e fissi sul viso della giovane donna.

‹‹Posso?››

Cerco di non irritarmi quando lei si volta verso Trystan per chiedere il permesso. Per qualche motivo, inizio già a sentirmi molto possessivo nei confronti di Heaven e, quando Evelyne la prede in braccio, ricaccio indietro un moto di stizza e il desiderio di riprendermela.

‹‹Ma quanto sei dolce?››

Solleva la piccola all'altezza del suo viso e fa una mezza piroetta, provocando in Heaven un gorgheggio divertito.

‹‹Oh, sì. Tu hai capito tutto quanto.››

La stringe al petto e la culla con dolcezza per alcuni secondi, rapita.

Poi improvvisamente si riscuote e si guarda attorno, imbarazzata, ma a me rivolge nuovamente un'occhiata stile.

Incrocio le braccia sul petto e mi appoggio contro lo stipite della porta della cucina, attento a non sgualcire il mio Armani su misura.

Si rivolge di nuovo mio fratello e stavolta non riesco a trattenere uno sbuffo infastidito.

Cazzo, quella è la mia bambina, perché cavolo chiede a Trystan?

Sbuffo di nuovo, stavolta innervosito dai miei stessi pensieri più che dal comportamento della donna.

È ovvio che chieda a lui. Si conoscono da anni, è il suo datore di lavoro e non sa che Heaven è sotto la mia custodia.

Unexpected Love #2 Sanders Brother's SeriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora