Capitolo 9

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[Eliza POV]

Dopo l'apertura dei regali, mi sento più serena, più rilassata. Il sorriso ora impresso sul mio viso è autentico e sembra riemergere ogni volta che i miei occhi si imbattono in lei. Forse la consapevolezza che alla fine Alycia sia venuta a questa ridicola festa, facendo salti mortali - come quello di indossare i panni scomodi di una Marchesa - mescolandosi a quella stessa gente che le incute timore e mette disagio, solo per essere al mio fianco in questo giorno speciale, mi gonfia il cuore di orgoglio. Magari peccherò di superbia, ma credo proprio che lei tenga a me come io tengo a lei e questo pensiero mi fa stare terribilmente bene.

La serata prosegue senza intoppi. Continuo a seguire i suoi movimenti come se fossi un falco e lei la mia preda. Non sono ancora riuscita a trovare il momento più adatto per ringraziarla e la smania di rimanere da sole - per parlare - diventa sempre più impellente.

Il chiacchiericcio degli ospiti diventa quasi assordante, fastidioso. Probabilmente il fiume di champagne che si sono scolati comincia a fare effetto. Osservo Alycia allontanarsi dalla folla in cerca di un rifugio, forse stanca di tutto questo vociferare senza senso. Quando la vedo dirigersi verso il balcone, il mio sorriso si allarga, consapevole di aver l'occasione giusta per poterle parlare. Così senza indugiare mi affretto in quella direzione, cercando di non attirare l'attenzione, soprattutto quello della mia famiglia. Osservo mia nonna parlare con la Duchessa Beaufort una adorabile vecchietta che non ho proprio idea di come faccia a sopportare la supponenza della regina di ghiaccio, mia madre e mio padre parlano con i genitori di Lindsey, mia sorella come al solito è sparita chissà dove, e Bob si pavoneggia con Thomas e Lind. L'espressione scocciata della mia migliore amica è uno spasso, la osservo ancora un po' mentre sgattaiolo fuori e la vedo sorridere a Dichen la sorella di Alycia che sta servendo champagne. Adesso che ci penso non è la prima volta, se non conoscessi bene la mia migliore amica penserei che stesse flirtando con quella ragazza... 'cara Lind io e te dobbiamo fare n discorso è al più presto', penso tra me e me.

Appena varco la soglia del balcone mi blocco. Lei è lì, con le mani appoggiate al davanzale, che osserva il panorama solo illuminato da luci tenue e lontane. Osservo la sua figura da dietro e rimango ammaliata dalla sua bellezza. L'abito che indossa le disegna le curve del corpo in maniera perfetta. Cerco di imprimermi questa immagine, ogni dettaglio, ogni sfumatura, ogni colore, quasi volessi dipingerla nella mente. Non ho mai visto niente di più bello in vita mia.

Sospiro cercando di riacquistare quel coraggio e quella sicurezza che lentamente mi hanno abbandonato, nel farlo mi tolgo la maschera ormai diventata estremamente pesante da indossare. Osservo il biglietto di Alycia ancora stretto tra le mie mani e finalmente il mio corpo riesce a muoversi e, anche se intimorita, mi avvicino di qualche passo.

"Alycia...", sussurro con il cuore in gola. E se non fosse lei?

Sentendo quel nome, il suo nome, si gira d'istinto e io ho la conferma di cui avevo bisogno.

"Eliza...", mormora forse sorpresa di essere stata scoperta.

"Alla fine sei venuta...", dico a corto di fiato, cercando nella mia testa le parole giuste per continuare.

"Sai, per un attimo ho pensato di aver preso un abbaglio. Quando ho incrociato il tuo sguardo ero sicura che fossi tu, ma poi Lind ti ha presentato come la marchesa Seston e la tua voce era cosi diversa dal solito, più roca meno dolce, che tutte le mie certezze si sono sgretolate in un secondo...", il mio tono diventa un po' più consapevole e meno titubante.

Ogni parola che esce dalla mia bocca è guidata da quei sentimenti che non dovrei provare, ma che sono lì, dentro di me, che scalpitano per uscire. Mi affianco a lei con lo sguardo perso all'orizzonte. La percezione dei suoi occhi fissi su di me, mi fa impazzire il cuore, quasi boccheggio e non so come frenare I brividi del mio corpo, non certo dovuti alla brezza della sera. Così mi appoggio al davanzale per sorreggere questa mia improvvisa spossatezza.

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