Non è molto che siamo arrivate al campus dell'Università, quando abbiamo varcato i cancelli per un attimo ho dimenticato tutta l'angoscia che quel dannato sogno mi ha provocato... essere qui ed inseguire la mia passione mi ha reso felice per circa qualche secondo, poi il ricordo di Eliza ha cominciato a tormentarmi non dandomi più tregua.
Nonostante il mio rimuginare il tempo scorre. In segreteria mi fanno compilare una pila di scartoffie e solo dopo mi danno gli orari dei corsi e la chiave della mia camera con annesse le indicazioni per arrivarci. Dichen è la mia ombra, da quando siamo arrivate sembra volermi proteggere da tutti, forse anche da me stessa.
Una volta uscite dagli uffici dell'amministrazione ci incamminiamo per il campus alla ricerca del mio nuovo alloggio, più precisamente della stanza numero 100 nel padiglione denominato Grounders. Da quello che mi ha detto la signora Cartridge – l'addetta alle matricole - avrò una compagna di stanza, una certa Gretchen Green.
Il campus è immenso tuttavia riusciamo a trovare lo stabile - e di conseguenza la mia nuova camera - senza problemi. Mentre salgo le rampe di scale per arrivare al primo piano, provo un senso di ansia e disagio. L'idea di condividere la stanza con una perfetta sconosciuta non mi fa impazzire. È vero, in vita mia ho sempre avuto una compagna di stanza - mia sorella - ma lei non è una sconosciuta anche se alle volte le piacerebbe esserlo.
Arrivate davanti alla porta della stanza, anche se ho le chiavi, busso con garbo.
"Ma la vecchia megera – quella dell'amministrazione - non ti aveva dato le chiavi?", mi chiede mia sorella con il suo solito tatto.
"Sì, certo, ma visto che non sarò sola in questa camera e non so se la mia compagna di stanza sia già arrivata, mi è sembrato educato e cortese avvisare del mio arrivo", le spiego con ovvietà, apparendo più seccata del dovuto.
"Ok, ho capito la sinfonia, oggi non è proprio giornata!", esclama chiudendo il discorso.
Dopo qualche istante una ragazza molto carina, dai capelli ricci castani, ci viene ad aprire. L'imbarazzo si impossessa di me e il disagio aumenta in un modo assurdo. Per un attimo ho temuto che mia sorella potesse dire o fare qualche sciocchezza, ma per mia fortuna è la sconosciuta difronte a noi a spezzare il silenzio per darmi il benvenuto.
"Ciao... tu devi essere Alycia, Alycia Spencer. Piacere, io sono Gretchen Green, pare che saremo compagne di stanza", afferma giuliva con un sorriso sul viso.
"Ciao, sì... sono io, il piacere è tutto mio", replico stringendole la mano.
Per un attimo tutto il disagio sembra andarsene, ma poi ci pensa la voce di mia sorella a farlo tornare. Accidenti a me e a quando le ho chiesto di accompagnarmi!
"Beh, visto che nessuno me lo chiede, io sono sua sorella... Dichen Spencer, o meglio l'autista di turno che l'ha accompagnata fin qui".
"È un piacere Dichen, ma prego entrate...", dice facendo gli onori di casa.
"Io sono arrivata ieri e ho quasi finito di sistemare le mie cose", continua poi a dire con entusiasmo.
La sua solarità mi ricorda vagamente quella di Eliza. Nonostante sia molto diversa da lei, il suo modo dolce ed affabile me la ricorda in un modo impressionante. Per un attimo, abbasso la guardia e mi lascio andare, ma mi pento subito di averlo fatto quando percepisco il tormento tornare alla carica.
Magari, stare qui, non è una brutta idea. La lontananza, lo studio e le nuove amicizie mi potranno aiutare a voltare pagina e a sopravvivere. Anche se sono convinta che il ricordo del mio angelo e di quello che provo per lei non mi abbandonerà mai. Spero solo che la sofferenza si attenui perché ne va' della mia salute mentale.
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Something Called Love
FanfictionLa storia è ambientata alla fine degli anni sessanta, nel West Sussex contea inglese. La vita di Alycia Spencer, orfana di madre e figlia dello stalliere della tenuta Arundel, sarà sconvolta dall'arrivo della giovane duchessa, Eliza Howard, secondog...