Dal capitolo precedente:
Continuo a buttare l'occhio verso il balcone accorgendomi solo dopo tempo che Alycia non è ancora rientrata. Quando comincio a preoccuparmi la vedo riemergere tra la gente, ma la sua espressione di disagio mi spaventa.
La osservo da lontano e sembra fuori posto e spaesata, e come se si fosse liberata di quella maschera che fino adesso le serviva da scudo. Scambia due parole con la sorella e in fretta lascia la festa. La cosa mi rattrista perché sono io, con il mio comportamento, ad averla fatta fuggire in quel modo. Sono veramente una stupida!
Mi guardo intorno e, non so come, riesco a trovare Lindsey. La quale sta abilmente intrattenendo una conversazione con qualcuno di cui non ricordo il nome. L'unica nota negativa è che si trovi molto vicina a mia nonna e a mio padre che non smettono un attimo di confabulare. Nonostante questo, con nonchalance vado da lei e la 'rapisco' dal suo pubblico. Ora, più che mai, ho uno estremo bisogno di parlare con la mia migliore amica.
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[Eliza POV]
Prendo a braccetto Lindsey e la trascino fuori dalla sala, incurante degli sguardi sorpresi e sgomenti delle sue interlocutrici.
"Eliza, grazie... grazie veramente, le Contesse Roger mi stavano facendo venire il mal di testa!", esclama appena siamo lontane da orecchie indiscrete.
La sua espressione buffa mi strappa un timido sorriso.
"Quel diritto è solo mio Linz ormai dovresti saperlo...", l'apostrofo in tono scherzoso.
Continuo a trascinarla fino a che non raggiungiamo la mia camera. La sua espressione da buffa diventa sorpresa.
"È un pezzo che non mi trascinavi qui, Eliza, deve essere una cosa seria", afferma, accomodandosi come se fosse la sua stanza.
"E lo è! Mi dispiace, ma credo proprio che, a breve, il mal di testa ti tornerà...", confermo a corto di fiato.
"Ely, così mi spaventi e lo sai che non mi spavento così facilmente".
"Sono certa di essere nei guai... e non so come fare...".
"Ok, ti dirò, preferisco il mal di testa all'infarto che mi sta per far venire... quindi, tesoro, posa il tuo bel sedere qui - vicino a me - e sputa il rospo o non rispondo più di me", mi sprona perentoria a proseguire incuriosita da tutto questo mistero.
"Linz... credo di essermi innamorata...", confesso con un filo di voce.
"Tutto qui? Diavolo Eliza, dobbiamo rivedere la tua scala di guai. Questa cosa mi sembra del tutto normale... forse non è normale che in diciotto anni tu me lo abbia detto solo questa volta... ma ogni persona è diversa. Guarda me, mi innamoro un giorno si e l'altro pure...", minimizza con il suo modo di fare superficiale.
Questa fantasia che voglia apparire quello che non è... è fastidiosa e assurda. Lindsey non è superficiale, ne tanto meno una che si innamora facilmente, proprio come me.
"Sì, Linz, forse per me o te può essere normale, ma secondo me la mia famiglia non la vedrà allo stesso modo. Mi sono innamorata dell'ultima persona che loro approverebbero e non perché sia una donna... beh, sì, forse anche per quello... ma piuttosto per il mestiere che fa".
"OH.MIO.DIO... Eliza Howard innamorata di una donna?! Benvenuta nel club amica mia! Ho sempre saputo che io e te avremmo fatto sfaceli nel mondo dell'amore e come al solito ci ho visto giusto...", ribatte con il suo solito tono scherzoso abbracciandomi con affetto.
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Something Called Love
FanfictionLa storia è ambientata alla fine degli anni sessanta, nel West Sussex contea inglese. La vita di Alycia Spencer, orfana di madre e figlia dello stalliere della tenuta Arundel, sarà sconvolta dall'arrivo della giovane duchessa, Eliza Howard, secondog...