Il mese è passato anche troppo in fretta. Da quel giorno, dal giorno del suo bacio, dalle sue urla, dalla nostra lite, non ho più rivisto Eliza. Il mio cuore si è frantumato nell'istante preciso in cui, vigliaccamente, ho rinnegato il nostro legame, la nostra connessione, il mio stesso amore.'... io non avrei dovuto. Scusami...', sono le parole che invadono i miei pensieri, il momento che si ripete a ciclo continuo nella mia mente.
Dovrei essere felice per la partenza, è tutto pronto - le pratiche per l'università, i bagagli - ma non lo sono. Eppure Cambridge mi sta aspettando, domani pomeriggio parto per raggiungere il campus dell'Università. Quelle poche certezze che avevo prima sono scomparse giorno dopo giorno. Non vedere Eliza, i suoi occhi, quel suo sorriso che rende ogni cosa più bella, mi fa dubitare di me stessa, mette in dubbio quello che voglio e a cui ho sempre aspirato.
Lasciarla andare, lasciare andare così il mio angelo, è devastante, non riesco ad immaginare la mia vita senza di lei... eppure devo.
Anche se adesso fa male è inutile negare l'evidenza, malgrado io lo voglia così disperatamente, non può esserci un noi. Il mondo, o meglio, la gente che lo popola non è pronta e dubito che lo sarà mai. Non voglio che lei soffra per una come me, non voglio che metta a repentaglio se stessa e la sua reputazione per un bacio, per l'impulso di un momento.
Eliza non si merita una vita piena di insulti, cose non dette celate attraverso sussurri e bisbigli volti solo - ed esclusivamente - a denigrarla. Lei si merita di essere felice, di sorridere e contagiare gli altri con il suo ottimismo, di vivere la sua vita nel migliori dei modi.
Io non vado bene per lei, neanche come amica, la amo troppo per rimanerle affianco solo come tale e adesso - e forse per sempre - sarebbe questo il mio ruolo nella sua vita e questo non mi basta... non mi basterà mai.
Sembra quasi un controsenso questo, ma non voglio lasciarla senza dirle addio. Infatti sono qui, seduta alla scrivania di camera mia e Dichen, che fisso un foglio bianco, ancora immacolato, in attesa che la penna - guidata dai miei sentimenti - trovi le parole giuste per dirle addio.
Sono sempre riuscita a scrivere senza problemi, mi è sempre venuto naturale descrivere i miei pensieri, le mie emozioni, attraverso le parole, ma questa lettera è diversa. Sono combattuta se lasciarmi andare completamente e dire ciò che sto provando in questo momento, o essere evasiva e tralasciare il dettaglio che sono completamente, perdutamente e follemente innamorata di lei. Ho già versato molte lacrime e non ho ancora scritto una parola.
Poi come per magia la mia penna comincia a graffiare il foglio.
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Eliza,
non sono mai stata brava con le parole, quelle dette a voce, faccia a faccia. L'interazione con le persone mi ha sempre spaventata, solo con te sono riuscita ad aprirmi veramente, totalmente... ma, ora come ora, sono bloccata, soprattutto con te. Adesso l'unica cosa che posso fare è scriverti, perché solo in questo modo riuscirò ad esprimere quello che sento, quello che provo.
Cosi mi ritrovo qui, nella mia stanza, cercando le parole giuste per esprimerti i miei pensieri, sperando che un giorno tu possa perdonare e dimenticare tutto quello che è successo.
Mi rendo conto di quanto tutto questo sia inappropriato e fuori luogo, soprattutto dopo quello che ti ho detto l'ultimo giorno che ci siamo viste, ma non posso andarmene senza dirti addio.
Sono qui da ore a domandarmi se faccio bene o male a scriverti queste cose ma, come dicono spesso, al cuore non si comanda e lui ha prevalso sulla ragione.
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Something Called Love
FanfictionLa storia è ambientata alla fine degli anni sessanta, nel West Sussex contea inglese. La vita di Alycia Spencer, orfana di madre e figlia dello stalliere della tenuta Arundel, sarà sconvolta dall'arrivo della giovane duchessa, Eliza Howard, secondog...