Capitolo 32

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Da quando stamattina sono fuggita dalla mia stanza – e da Gretchen – la giornata mi è scivolata letteralmente tra le mani. Avrei di gran lunga preferito che il tempo si fermasse, ma in fondo a che sarebbe servito? Direi, solo a rimandare l'inevitabile.

È tutto il giorno che penso a come affrontare Gretchen, non voglio ferire i suoi sentimenti, la sua amicizia è importante per me, ma non posso darle più di quella. Per quanto io voglia voltare pagina, il mio cuore sarà sempre e solo di un'unica persona: Eliza. Non importa quanto io ci provi a levarmela dalla testa, lei è lì, dentro di me, nei miei pensieri e mi sta bene così.

Il problema grosso è che con le parole, in una conversazione a tu per tu, non sono mai stata un granché. Solo con Eliza sono riuscita ad aprirmi completamente, a farmi trascinare dalle emozioni, senza lasciarmi frenare dalla timidezza... ma qui la situazione è diversa. Nutro dell'affetto per Gretchen, mentirei se lo negassi, ma è un puro sentimento di amicizia... almeno per me. Più di una volta ho avuto la sensazione che per lei fosse diverso, che volesse di più.

Tutti questi pensieri, queste supposizioni, mi stanno facendo esplodere il cervello, Ma perché deve essere tutto così complicato? Conosco benissimo la risposta, solo che a volte mi faccio prendere dallo sconforto... proprio come ora, che sono qui ferma, davanti alla porta della mia camera, alla ricerca del coraggio di entrare.

Dopo essermi riempita i polmoni con tutta l'aria possibile mi decido ed entro. Il buio nella stanza è indicato, per fortuna o sfortuna – non so ancora quale del due sia più giusta – sembra che Gretchen non ci sia, mi avvicino alla mia scrivania e trovo un biglietto.

'Aly, ci vediamo al solito posto... alle nove. Mi raccomando non fare tardi! Se no ha detto Jimmy che ti viene a prendere a calci...', leggo quelle poche righe e mi viene da sorridere pensando a Jimmy e ai suoi calci. Lui, così esile e mingherlino, la persona meno ostile di questo mondo, no, non ce lo vedo proprio in modalità macho e rude.

Incredibile ma vero, quel pensiero mi rilassa completamente, facendomi vedere tutti i problemi da un altro punta di vista. Succeda quello che succeda, stasera metterò le cose in chiaro con Gretchen, lo faccio per entrambe. Lei si merita di sapere la verità e fra poche ore gliela dirò.

Con una nuova convinzione ed un'innata speranza di riuscire nel mio intento, mi affretto a prepararmi.

'Serata al Dragon... i miei amatissimi jeans andranno più che bene...', penso tra me e me.

Mi infilo i pantaloni, una camicia nera e i miei inseparabile stivali a punta. Mi trucco leggermente, come mi ha insegnato Gretchen. Lei insiste nel dire che sono ancora più bella quando mi trucco, quel pensiero mi fa subito pentire di averlo fatto, ma ormai è tardi e non ho tempo di rimediare. Mi infilo la giacca afferro le chiavi e la borsa e nel giro di poco sono fuori dal campus, in cerca di un taxi.

Per via del traffico arrivo al locale con dieci minuti di ritardo. Quando varco la soglia, mi accorgo subito del pienone.

'Ma che diavolo?! Non è mai stato così affollato questo locale', penso imprecando mentalmente.

Mi guardo intorno nel vano tentativo di trovare i miei amici, poi tra l'infinito fracasso riconosco la voce di Gretchen chiamarmi. Quando alzo la sguardo la vedo sbracciarsi per farsi vedere. Noto che il tavolo è già al completo, manco solo io.

"Ciao ragazzi...", urlo per farmi sentire.

"Ehi Aly, hai rischiato... Jimmy era già sul piede di guerra, ancora dieci minuti e ti sarebbe venuto a prendere", mi avverte subito Brian, tirando poi una gomitata a James.

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