Capitolo 19

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[Eliza POV]

Quando sono rientrata ieri sera era molto tardi. L'idea di andare subito da Alycia, negli alloggi del personale, svegliarla e dirle ogni cosa, mi ha sfiorato, ma un po' la stanchezza e le insolite premure di Costance - che continuava ad insistere per farmi andare a riposare - mi hanno fatto cambiare idea.

Così, stranamente, mi sono lasciata guidare dalla ragione rintanandomi in camera mia. Non mi ci è voluto tanto a finire sotto le coperte, ma per quanto riguarda il dormire, beh... quella è un'altra storia.

Mi sono girata e rigirata per tutta la notte, continuando a rimuginare, su cosa dire, su cosa fare, poi il buio più totale. Non ho idea di quanto io mi sia arresa al sonno, forse all'alba o forse dopo, tuttavia non ho riposato per niente. Infatti qualche ora dopo mi sono svegliata quasi di soprassalto, forse per il timore di essere in ritardo.

Ed ora mi ritrovo qui, in bagno per la mia routine mattutina, davanti a questo specchio che non la vuole smettere di mostrarmi tutti i miei difetti. Ci metto più del solito a vestirmi e a sistemarmi, quasi dipendesse tutto dal mio aspetto... ma è quello che provo, quello che sento per lei, che è veramente importante, non uno stupido vestito o i capelli pettinati in un modo accattivante.

Sono ancora dietro a sistemarmi quando sento bussare alla porta.

'Ma chi diavolo può essere a quest'ora? Chiunque mi conosca sa benissimo che la Domenica mattina mi piace dormire! Chiunque sia... ha un pessimo tempismo', continuo a blaterare mentalmente non muovendo un singolo muscolo, quasi io non volessi vedere nessuno tranne lei.

"E se fosse proprio Alycia?", sussurro vaneggiando.

Nego con la testa pensando a quanto assurda possa  essere la mia speranza. Quando sento bussare una seconda volta decido di muovermi e andare ad aprire. Rimango quasi sorpresa, quando davanti mi trovo la signora Jones, la governante. Penso che sia la seconda volta, da quando sono nata, che viene a cercarmi qui... in camera mia.

"Buongiorno Duchessa, mi scusi se la disturbo...", mi saluta con tutti gli onori del caso, come è solita fare.

Le avrò detto un milione di volte di non farlo, ma credo che sia radicato nel suo DNA. Infondo la sua dedizione e competenza sul lavoro sono da ammirare, ma non è questo che ti cattura di Maggie Jones, no... il suo punto di forza è il fatto che sia la persona più gentile e comprensiva del mondo.

"Buongiorno signora Jones, nessun disturbo", le saluto di rimando.

Mi accorgo subito del suo strano atteggiamento. Il suo sguardo titubante e la sua aria apparentamene tesa sono indicativi, sembra quasi che si senta in colpa per qualcosa, ma forse la mia mancanza di sonno mi porta ad immaginare le cose.

"Aveva bisogno di qualcosa?", le domando cercando di capire per quale motivo sembra essere così turbata.

"Sì, Milady. Se non è troppo disturbo... mi può concedere cinque minuti del suo tempo?".

Senza pensarci, guardo l'orologio forse con troppa apprensione. La mia mente indugia sul mio bisogno pressante di parlare con Alycia e al fatto che non possa assolutamente rimandarlo, ma poi i miei occhi ricadono su Maggie... una donna segnata dal tempo e dalle fatiche della vita che sembra portare sulle spalle tutto il peso di questo mondo. Sarei una gran egoista se ora non l'ascoltassi e non voglio esserlo, lei non se lo merita.

"Prego, entri signora Jones ho ancora qualche minuto", la invito ad entrare, sperando con il mio gesto di riuscire a lenire il suo visibile sconforto.

"Grazie, Duchessa, le prometto che sarò breve", dice quasi ritrovando l'entusiasmo che la contraddistingue.

Ancora titubante entra nella stanza allontanandosi da me di qualche passo. Il suo comportamento continua ad essere insolito e la cosa comincia a preoccuparmi seriamente scatenandomi un'infinità di dubbi, primo su tutti: di che cosa vorrà parlarmi?

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