Dicono che il tempo guarisce tutte le ferite, che aiuti a dimenticare, ma io non sono d'accordo, non lo sono mai stata. Forse attutisce il dolore, la sofferenza, la mancanza, ma è un palliativo.Sono passati diversi mesi da quando ho lasciato Arundel e per quanto mi sforzi non riesco a passare oltre, la sua mancanza – anche solo come amica – mi pesa più di quello che voglia ammettere. Non mi lamento di certo, sarebbe terribilmente ipocrita ed ingiusto da parte mia, ma rimane il fatto che lei mi manca da morire e che dimenticarla è impossibile.
Quando me ne sono andata ero consapevole che sarebbe stata dura, ma non mi pento di averlo fatto, lei merita il meglio... e non sono io. Forse l'unico rimpianto è quello di averle lasciato quella dannata lettera, non avrei dovuto... non avrei dovuto dirle ciò che provo per lei, è stato un gesto molto egoista e sconsiderato.
Nonostante il senso di colpa, ogni giorno che passa miglioro. L'Università, il lavoro al maneggio, il gruppo di studio, mi tengono impegnata. E poi c'è Gretchen. Senza di lei, probabilmente, non mi sarei integrata così in fretta, ci avrei messo anni. La sua gentilezza, la sua simpatia mi hanno messo subito a mio agio conquistandomi. È diventata una buona amica per me e un'ottima compagna di stanza, sempre pronta ad ascoltare, consigliare e parlare.
Non so, forse sto diventando paranoica, ma nell'ultimo periodo qualcosa in Gretchen è cambiato. Con tutti gli amici del gruppo di studio, ma soprattutto con me, si comporta in maniera strana. È più espansiva, intraprendente, estrosa, audace. Spesso è alla ricerca del mio contatto, anche se innocente, come potrebbe essere una carezza, prendermi la mano, insomma gesti innocui, ma che mi fanno comunque sentire a disagio.
Lei non sa nulla di Eliza, non sa che il mio cuore apparterrà sempre e solo alla giovane Duchessa e per quello che mi riguarda non ho intenzione di dirglielo, rimarrà un segreto chiuso a doppia mandata nel mio cuore.
Mi sono affezionata a Gretchen, non lo nego... senza di lei sarebbe stata decisamente più dura, ma spero che non si faccia troppe illusioni, perché non potrò mai darle più di una semplice amicizia. Forse dovrei parlarle, mettere le cose in chiaro. Sì, lo farò, ma non oggi. Dopo un inverno abbastanza lungo e tutt'altro che mite è sbucata la prima giornata pseudo primaverile e non voglio rovinarla, per nessun motivo. Adoro la primavera, i suoi colori, gli odori, l'atmosfera che ti coinvolge anche se non vuoi, riempendoti di gioia e speranza.
Proprio per questo oggi, che è sabato, ho proposto ai ragazzi di studiare all'aperto. Nonostante sia la fine di febbraio, la temperatura è abbastanza mite e il sole splende alto nel cielo. Ed è proprio per questo che ci troviamo tutti seduti su delle coperte, ai piedi della quercia che adoro, davanti alla biblioteca del campus.
"Dai, Jimmy, lo sai che Barthes sancisce la libertà del lettore di fronte al testo. Per lui l'autore è morto, non esiste. Il tutto si riduce ad un mero luogo di incontro, linguaggio, citazioni, ripetizioni, echi e quant'altro. Il lettore è libero di interpretare il significato del testo. Per me è geniale questo concetto", affermo cercando di spiegare il mio punto di vista al più ottuso del gruppo, ma anche al più simpatico, James.
"Aly, per piacere, vuoi farmi credere che io quando diventerò un autore di romanzi, dovrò fingere la mia morte per soddisfare il mio pubblico?", ribatte con ironia.
"Beh, mica male come idea...", mormora Gretchen al mio fianco, destando tutta la nostra attenzione.
"Prendete i pittori ad esempio: Picasso, Rembrandt... la loro fama è avvenuta postuma. Quindi, Jimmy sai quanti soldi faresti, su tu lo facessi? Per non considerare il fatto che finalmente noi avremmo un po' di pace...", conclude cercando di rimanere seria, ma fallendo miseramente.
STAI LEGGENDO
Something Called Love
FanfictionLa storia è ambientata alla fine degli anni sessanta, nel West Sussex contea inglese. La vita di Alycia Spencer, orfana di madre e figlia dello stalliere della tenuta Arundel, sarà sconvolta dall'arrivo della giovane duchessa, Eliza Howard, secondog...