[Eliza POV]
Dopo aver piegato con cura la lettera e riposta nella sua busta, mi alzo di scatto scrollandomi distrattamente la paglia di dosso. La mia vista è appannata e mi fanno male gli occhi, probabilmente sono gonfi per le troppe lacrime versate, ma non m'importa del mio aspetto, non ora. Quello che voglio è affrontare quella vipera di mia nonna. Ho sempre saputo che non ci ha mai voluto bene, né a me né tanto meno a Marie, ma questa volta ha esagerato, non può giocare così con la vita delle persone, soprattutto con la mia o quella della mia sorellina.
Mi dirigo verso Arundel, con uno solo scopo: quello di avere delle spiegazioni. Quando varco l'ingresso mi trovo davanti Costance, proprio lei, quella che mi ha messo i bastoni tra le ruote ieri sera. Dopo avermi squadrato per un po', notando il mio viso e i miei vestiti in disordine si affretta a fare quello che sa fare meglio: la ruffiana.
"Duchessa, ma cosa le è successo? Sta bene?", domanda fingendo apprensione.
"Costance, ti ringrazio per la tua finta premura, ma sinceramente non sono affari tuoi", sbotto seccata, in fondo è anche colpa sua se io non sono riuscita a vedere Alycia.
"Mi scusi Milady, non volevo irritarla...", si affretta a dire facendomi una piccola riverenza.
"Diciamo che ci sei riuscita perfettamente invece, ma non è questo il punto. Ora, Costance, voglio la verità! E prima di emettere anche un solo un fiato, vorrei ricordarti che non solo la Duchessa Madre ha il potere di licenziare la servitù in questo castello... quindi... adesso... voglio sapere solo una cosa da te...", lascio la frase in sospeso, quasi a corto di fiato per la rabbia.
"Mi... dica...", balbetta intimorita.
"È stata mia nonna a chiederti di controllarmi ieri sera? Così avrebbe avuto la certezza che una volta rientrata sarei andata subito in camera mia a dormire, o sbaglio? Questo spiegherebbe la tua insolita insistenza", domando sfoderando il mio tono più tagliente, senza però alzare troppo la voce per non farmi sentire da orecchie indiscrete.
"Ecco... vede Duchessa... io... io ho eseguito degli ordini, come faccio di solito. Non pensavo fosse sbagliato...", mormora con un filo di voce, probabilmente spaventata dal mio tono aggressivo.
Credo che sia la prima volta che le urlo contro, di solito la rabbia è indirizzata verso mio padre, mio fratello e mia nonna, mai verso lei o Tasha... ma questa volta è diverso.
"Non hai ancora risposto alla mia domanda, Costance. È stata mia nonna o no a mandarti ieri sera?", le chiedo perentoria, esigendo una risposta immediata.
Annuisce mestamente distogliendo lo sguardo decisamente mortificato.
"Grazie, per la tua onestà. Un'ultima cosa, sai dov'è sia la grande Duchessa Madre in questo momento?", le domando abbassando un po' i toni.
Adesso che ho le informazioni che mi servono non voglio perdere nemmeno un minuto, la devo affrontare, immediatamente.
"Credo che sia nello studio del Duca, ma lui in questo momento non c'è... è uscito circa un'ora fa. Il signor Spencer ha avvisato la signora Jones che avrebbe accompagnato il padrone nella city", sentire quel cognome, il suo cognome, mi fa vacillare.
"Adesso puoi andare Costance...", la congedo in malo modo, cercando di riprendermi alla svelta per poter affrontare la Regina di Ghiaccio.
Un passo dietro l'altro mi affretto a raggiungere l'ufficio di mio padre. Quando arrivo davanti alla porta, vengo assalita da molti dubbi. Mi interrogo sul fatto che sia o meno la cosa giusta da fare, poi l'immagine dei suoi occhi verdi compare nella mia mente e ogni dubbio scompare in un attimo. Con il cuore a mille e armata del mio coraggio busso alla porta, priva del garbo che mi hanno sempre predicato.
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Something Called Love
FanfictionLa storia è ambientata alla fine degli anni sessanta, nel West Sussex contea inglese. La vita di Alycia Spencer, orfana di madre e figlia dello stalliere della tenuta Arundel, sarà sconvolta dall'arrivo della giovane duchessa, Eliza Howard, secondog...